Per le nostre scuole, sempre più impegnate a trovare e a dare risposte eque e qualitative a bisogni educativi e formativi diversi e complessi, lo Sportello Autismo può essere una risposta organizzativa, innovativa, concreta, efficace e di aiuto.
Sostenuto da reti di scuole, esso è stato pensato nel 2007 da alcuni dirigenti, docenti e rappresentanti di associazioni di famiglie dedicate, per rispondere all’incremento sistematico delle diagnosi di disturbo dello spettro autistico nel loro territorio e alla composita educabilità di questi bambini e ragazzi. Di norma, il Servizio – costituito da docenti con specifiche competenze in materia di inclusione di alunni con queste peculiarità di funzionamento e in costante formazione – offre gratuitamente alla propria comunità scolastica diverse tipologie di intervento formativo e didattico. Tra queste, ad esempio, il supporto operativo ai docenti di Sezione/Team/Consiglio di Classe, la formazione al personale scolastico e al gruppo dei pari e – nello specifico della Provincia di Vicenza – azioni di tutoraggio in orario antimeridiano ai docenti e l’osservazione del contesto Sezione/Classe.
Quest’ultima tipologia di offerta di supporto nel territorio – resa possibile grazie al sostegno istituzionale del Dirigente dell’Ufficio VIII di Ambito Territoriale, Giorgio Corà, e dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto (responsabile Daniela Beltrame) – si è concretizzata, nel presente anno scolastico 2016-2017, con l’utilizzo coordinato a livello provinciale di sei docenti incaricati su posti di potenziamento.
Sempre nella realtà vicentina, la sperimentazione si è ampliata, formalizzando già nell’anno scolastico 2010-2011 un secondo Gruppo operativo di supporto alle scuole, il Servizio Disturbi di Comportamento che, con lo stesso modello organizzativo dello Sportello Autismo, si reca nelle scuole per aiutare i colleghi impegnati ad accogliere nelle loro Sezioni/Classi alunni con disturbo di comportamento.
Da proposta “fai da te”, embrionale e pregevole, lo Sportello ha avuto via via il riconoscimento ufficiale da parte del MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca). Il primo riferimento si trova nella Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 sui BES (Bisogni Educativi Speciali), ove si suggerisce di «valorizzare le risorse interne, istituendo presso i Centri Territoriali di Supporto (CTS) équipe di docenti, curricolare e specializzati per attività di sostegno, con pregresse in materia di ASD (Disturbi dello spettro Autistico) per migliorare la qualità inclusiva delle scuole».
Con questo documento, quindi, il Ministero avalla un modello peer to peer, da docente a docente, di aiuto e di scambio su metodologie, tecniche e strategie di intervento, dando come riferimento il modello organizzativo Sportello Autismo già presente in alcune realtà e in taluni CTS d’Italia.
I risultati positivi – di anno in anno comprovati da un aumento considerevole in alcune Province italiane di adesione al Servizio da parte delle scuole – sono stati successivamente raccolti e avallati nel documento approvato all’unanimità il 31 luglio 2014 dalla Settima Commissione del Senato della Repubblica: «[…] il Ministero ha riferito di valutare positivamente l’estensione ad altre realtà dell’iniziativa “sportello autismo” di Vicenza, volta a creare un modello cooperativo di lavoro tra gli insegnanti, con scambio di buone pratiche e consulenze peer to peer. Gli “sportelli”, che saranno gradualmente aperti anche alle famiglie, rappresentano infatti un ottimo progetto a carattere sperimentale che partirà con l’avvio del nuovo anno scolastico e sarà progressivamente portato in tutti i Centri territoriali di supporto (CTS)».
Questa importante e innovativa formula di aiuto reciproco da docente a docente è stata poi formalizzata dall’allora sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo del 2 aprile 2015, rendendo nota l’istituzionalizzazione di tredici Sportelli Autismo e individuando quello di Vicenza come capofila della Regione Veneto.
Finalmente, con il Decreto Ministeriale n. 435 del 16 giugno 2015, lo stesso Ministero ha stanziato fondi specifici (anche se di limitata entità) per sostenere o attivare in tutti i 107 Centri Territoriali di Supporto d’Italia lo Sportello Autismo. Nello stesso periodo, poi, la Direzione per lo Studente del MIUR ha dedicato uno specifico momento di incontro nazionale rivolto a tutti i CTS d’Italia, per uno scambio di riflessioni e di intenti utili ad ampliare lo Sportello come sistema di supporto alle scuole. In quell’occasione Davide Faraone (così come in altre occasioni pubbliche successive) aveva assicurato agli operatori presenti che avrebbero ricevuto fondi specifici anche per gli Sportelli Autismo.
Successivamente, nel giro di poco tempo, alcuni Uffici Scolastici Regionali e di Ambito, operatori dei Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) e dei CTS, si sono messi in linea e, sostenendosi l’uno con l’altro, hanno iniziato a creare un’importante rete informale di supporto territoriale, cosicché gli Sportelli di Vicenza, Aosta, Oristano, Verona, Rovigo, Venezia, Cosenza, Reggio Calabria, Crotone, Sciacca, Palermo, Prato, Arezzo, Milano, Como, Mantova, Lucca, Viterbo, Roma… e tanti altri si sono incontrati, scambiandosi buone prassi, idee e materiali.
Alla chiamata del Ministero, dunque, i CTS, i CTI e i docenti operatori motivati si sono organizzati, radunati, compattati, attivati, con l’idealità e la professionalità che li contraddistingue. Ma da quell’ormai lontano mese di settembre 2015, i fondi specifici erogati non si sono trasformati in annuali, bensì sono stati annullati.
I Dirigenti dei CTS, dei CTI e degli Istituti che gestiscono amministrativamente gli Sportelli, per poter assicurare alle scuole della loro territorialità il relativo supporto, sono ora costretti a partecipare con affanno ai vari Bandi Ministeriali, secondo il “sistema lotteria”: alcuni fortunati vinceranno, continuando quindi a dare il servizio alle scuole, altri sfortunati saranno inevitabilmente costretti a chiudere. Tra gli organizzatori e gli operatori dello Sportello di Vicenza, ad esempio, è forte la preoccupazione di come sostenere l’impegno richiesto dalle scuole per il corrente anno scolastico, corrispondente a una richiesta di supporto da parte delle scuole per 103 alunni con disturbo dello spettro autistico e per 76 con disturbo del comportamento.
Perché, quindi, risposte organizzative peculiari della scuola, come quelle offerte dai CTS, dai CTI, dagli Sportelli Autismo e dal Servizio Disturbi di Comportamento*, costruite con fatica in termini di pensiero e di azione, a basso costo economico, capaci di fornire risposte efficaci e in costante miglioramento alla luce dei bisogni specifici dei siti scolastici, devono essere lasciate in balia di spot politici o della casualità di un bando?
Come responsabili e operatori attivi di questi servizi scolastici, riteniamo sia importante non vanificare quanto fatto finora e chiediamo pertanto che ai CTS, ai CTI e agli Sportelli siano riconosciuti e stabilizzati, oltre ai ruoli istituzionali, anche i supporti economici per accompagnare i colleghi nel difficile compito di rispondere, con rispetto e qualità inclusiva, alle differenze e ai bisogni formativi dei loro alunni.
*Per approfondimenti sul modello organizzativo dello Sportello Autismo: Claudia Munaro e Ilaria Cervellin (a cura di), Peer Teaching e inclusione, Trento, Erickson, 2016.