I dati preliminari relativi a uno studio interventistico canadese sull’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI) nella sclerosi multipla, sono stati recentemente presentati negli Stati Uniti, in occasione del convegno annuale della Society for Interventional Radiology.
La ricerca ha coinvolto due gruppi, al primo dei quali è stata eseguita la procedura di angioplastica, mentre al gruppo di controllo è stata effettuata una finta (sham) procedura, equivalente chirurgico di un placebo*. Le persone sono state valutate clinicamente, radiologicamente e tramite le autovalutazioni fatte da loro stesse.
«Questo studio interventistico canadese – dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM, la Fondazione che opera a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) – è stato condotto con rigore metodologico e seguendo il protocollo diagnostico ufficiale per la CCSVI. I risultati affermano che, a circa un anno dall’intervento, non si rilevano differenze tra i due gruppi, né per le misure cliniche e di risonanza magnetica, né per ciò che riguarda l’autovalutazione delle persone che hanno ricevuto il trattamento. Dopo i risultati dello Studio CoSMo, sostenuto dalla nostra Associazione e pubblicato nel 2013, il percorso della ricerca scientifica prosegue in questo àmbito con il necessario rigore».
A proposito di CoSMo, citato da Battaglia, ad esso anche il nostro giornale aveva dedicato a suo tempo ampio spazio. Si è trattato, lo ricordiamo, di un grande studio osservazionale multicentrico, riguardante appunto l’eventuale associazione della CCSVI con la sclerosi multipla, confrontandola anche con volontari sani e con altre malattie neurodegenerative.
Interamente finanziato dall’AISM, tramite la FISM, con un milione e mezzo di euro, CoSMo ha esaminato ben 1.767 persone, di cui 1.165 con sclerosi multipla. Dai risultati era emerso come il 97% delle persone con sclerosi multipla non presentasse la CCSVI, e che quando ricorreva la frequenza, essa era assolutamente simile a quella dei controlli sani e di altre malattie neurologiche degenerative.
«Ovviamente – aggiunge Battaglia -, dopo questa esposizione congressuale dobbiamo attendere anche la presentazione dello studio su una rivista scientifica. E in parallelo, secondo quanto è a nostra conoscenza, va segnalata anche la conclusione dello studio interventistico e multicentrico italiano Brave Dreams, dedicato allo stesso tema e del quale a breve verranno pubblicati i risultati. Dalla valutazione dei risultati di queste ricerche, deriverà dunque la complessiva e autorevole conoscenza scientifica che potrà permettere alle persone con sclerosi multipla di decidere sull’utilizzo di una procedura. Le stesse persone con sclerosi multipla, infatti, come espresso nella loro Carta dei Diritti, presentata nel 2014 dall’AISM, hanno «diritto a una ricerca scientifica rigorosa, innovativa e di eccellenza, orientata a scoprire le cause, comprendere i meccanismi di progressione e le potenzialità di riparazione del danno, individuare e valutare i possibili trattamenti specifici, con ricadute concrete per una vita di qualità in ogni fase della malattia». (S.B.)
*Il placebo è una terapia o sostanza priva di princìpi attivi specifici.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.