«I due protagonisti di Superabile si raccontano, con i loro sogni, la loro vita quotidiana, gli sguardi degli altri, la necessità di essere sempre accompagnati, la mancanza di qualsiasi intimità, la perdita di autonomia che è la perdita del privato. Con leggerezza e ironia, si ride e ci si commuove per la loro capacità di raccontarsi. Si possono immaginare così dentro mondi scoppiettanti che irridono alla realtà, che ci tiene con i piedi per terra. E sono, i loro, piedi di vento e di acqua, di sole e di sguardi, che ci fanno volare via legati alle vele che gonfieranno per noi».
È certamente questo il modo migliore per raccontare Superabile, libro di Paola Guerra, con illustrazioni di Michele Eynard (Alpha Beta Verlag Edizioni, 2016), che è la trasposizione letteraria – ma non solo – dell’omonimo spettacolo teatrale portato in scena dal Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt (Accademia Arte della Diversità) di Bolzano, per la regia (e con le illustrazioni) di Michele Eynard, con Mathias Dallinger, Melanie Goldner, Daniele Bonino e Jason De Majo (assistenza artistica e direzione produzione di Paola Guerra, foto di Andrea Rizza), che lo scorso anno il nostro giornale aveva presentato così: «Una conferenza-spettacolo, un teatro di figura, un fumetto teatrale, ove si parla di disabilità, quella di chi vive in carrozzina e deve affrontare giorno per giorno la sua condizione. Michele Eynard, regista e fumettista, dotato di lavagna luminosa, crea per il pubblico un mondo fatto di segni all’interno del quale gli attori saranno immersi come in una specie di fumetto vivente».
Una nuova presentazione del libro Superabile è ora in programma nel secondo pomeriggio di oggi, 13 marzo, a Merano, con la partecipazione degli Autori, presso la Mediateca Multilingue/Sprachenmediathek della città (Piazza Rena/Sandplatz, 10, ore 18). (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@teatrolaribalta.it (Martina Zambelli).
Teatro La Ribalta-Kunst der Vielfalt (Accademia Arte della Diversità), Bolzano
Si tratta di una compagnia teatrale professionista costituita da uomini e donne con e senza disabilità. I suoi attori non dissimulano in alcun modo la loro condizione, piuttosto vi fondano la ricerca di un’identità artistica. In scena, dunque, si vede sia la disabilità, sia un teatro dove la preparazione e la tecnica non costituiscono un involucro, né un sostegno esterno, ma sono tutt’uno con l’espressione, organicamente legati alla condizione del rappresentare.
Le capacità del tutto “speciali” degli attori e dei danzatori dell’Accademia non intervengono a “mettere in forma” la comunicazione, ma costituiscono la natura stessa della comunicazione, sostanziandone possibilità e verità. In altre parole, non c’è contenuto e contenitore (un’esistenza che abitualmente chiameremmo “svantaggiata” portata fuori di sé dallo strumento efficace di un corpo addestrato), perché l’organicità della presenza è tale che fonde corpo e mente, intenzione e azione, risorse tecniche e contenuti personali.
«Adesso lo sappiamo – annotano dalla compagnia – questi attori e queste attrici non chiedono indulgenza e ci invitano a tenere la commozione a distanza; non rivendicano, nel loro agire sulla scena, alcuna azione terapeutica, perché la terapia è costretta a fermarsi sulla soglia di un mistero che appartiene all’inesplicabilità dell’arte».
Nella persona del direttore artistico Antonio Viganò, l’Accademia ha ricevuto il Premio della Critica 2015 promosso dall’ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro) e il Premio Eolo Award, assegnato dalla rivista «EOLO» (che aggruppa i maggiori centri teatrali italiani per l’infanzia e la gioventù e le compagnie professionali del settore), per lo spettacolo H+G, giudicato come «la migliore novità 2015 nel settore del teatro per l’infanzia».
«In entrambi i casi – commenta Viganò – è stata premiata la nostra volontà di proporre al pubblico un teatro di qualità professionale, che è la garanzia per una vera inclusione culturale e sociale, di ridare la parola agli esclusi, attraverso un atto culturale e politico qual è, nel primo senso del termine, il Teatro». (M.Z.)