«Ricevere un’istruzione adeguata, trovare un lavoro, andare a vivere da soli. Ma anche uscire con gli amici, praticare sport, avere una relazione sentimentale, esercitare pienamente i propri diritti di cittadino. Aspetti importanti della vita di ciascuno di noi e bisogni che a nessuno verrebbe in mente di definire speciali. Eppure è proprio questo il modo in cui spesso vengono etichettati i bisogni, quando si riferiscono alle persone con sindrome di Down. L’espressione “bisogni speciali”, infatti, è un eufemismo molto diffuso per parlare delle persone con disabilità e delle loro necessità. Ma a guardare bene, le persone con sindrome di Down hanno le stesse esigenze di chiunque altro: studiare, lavorare, avere delle opportunità, far sentire la propria voce ed essere ascoltati. Certo, possono avere bisogno di un sostegno – che qualche volta significa assistenza vera e propria – ma questo non cambia la natura di quelle esigenze, cioè non rende “speciali” dei bisogni semplicemente umani. Una persona, per esempio, che necessita di aiuto nel parlare, nello scrivere o nell’essere capita ha la stessa esigenza di tutti noi, cioè quella di comunicare. La sola cosa differente è il grado di assistenza o il modo per soddisfare quel bisogno, non il bisogno stesso».
Viene presentata così, dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), la campagna di sensibilizzazione internazionale denominata Not Special Needs (“Non bisogni speciali”, appunto), lanciata in vista della dodicesima Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down di oggi, 21 marzo, evento, quest’ultimo, dedicato al tema della piena inclusione e della partecipazione diretta e consapevole delle persone con sindrome di Down alla vita sociale e politica della propria comunità.
Realizzata per la prima volta con la collaborazione dell’agenzia di pubblicità Publicis New York, la campagna è centrata su un breve video (disponibile nel canale YouTube del CoorDown), diretto da Wayne McClammy e con la partecipazione di Lauren Potter – l’attrice ventisettenne con sindrome di Down che ha interpretato, fra gli altri, il ruolo di Becky Jackson in Glee, fortunata serie musicale trasmessa per sei stagioni da Fox – e della star newyorkese John McGinley, noto soprattutto per il ruolo del dottor Perry Cox nella serie televisiva Scrubs – Medici ai primi ferri.
La piattaforma web di Not Special Needs raccoglie poi articoli, approfondimenti sul tema e testimonianze dirette di giovani con sindrome di Down.
Insieme al CoorDown, ha lavorato alla realizzazione della campagna la rete globale DSi (Down Syndrome International), con il contributo anche di Down Syndrome Australia, Down’s Syndrome Association (Regno Unito) e Fondation Lejeune (Francia).
Particolarmente prestigiosa, sarà proprio oggi, 21 marzo, la sede in cui verrà presentato il video, vale a dire New York, presso il Quartier Generale delle Nazione Unite, nel corso della conferenza centrale programmata per la Giornata Mondiale, intitolata MyVoiceMyCommunity – Enabling People with Down Syndrome to Speak Up, Be Heard and Influence Government Policy and Action, to Be Fully Included in the Community (“La mia voce, la mia comunità. Rendere le persone con sindrome di Down in grado di far sentire la propria voce e di influenzare le politiche e le azioni governative, diventando pienamente incluse nella comunità”).
Per l’occasione, il CoorDown sarà rappresentato da Irene Galli, diciottenne con sindrome di Down, che terrà un breve intervento per introdurre il video e parlare in prima persona dei suoi bisogni, delle sue aspettative e dei suoi sogni di giovane donna.
Sempre restando al video diretto da McClemmy, in esso alcuni ragazzi con sindrome di Down affrontano con ironia il tema della campagna e si confrontano con situazioni paradossali per mostrare la differenza tra bisogni veramente “speciali” e bisogni che riguardano ognuno di noi.
Si tratta di una campagna che si pone obiettivi molto ambiziosi, il principale dei quali è ancora una volta quello di sviluppare una nuova cultura della diversità, stimolando appunto una profonda riflessione sull’espressione “bisogni speciali”, mettendone in luce i controsensi e le implicazioni negative quando viene utilizzata per descrivere le persone con sindrome di Down e le loro esigenze. Non dunque una semplice battaglia linguistica o puramente formale, ma il punto di partenza di un vero e proprio cambiamento di mentalità e di approccio culturale alla disabilità.
«La Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down – sottolinea Sergio Silvestre, presidente del CoorDown – ha un grande valore simbolico per noi che lo promuoviamo da tempo. Quest’anno siamo davvero orgogliosi di poter contare sulla preziosa collaborazione di Publicis New York e sul supporto delle Associazioni internazionali che hanno partecipato al progetto. L’obiettivo è quello di contribuire a un cambiamento profondo di atteggiamento verso le persone con sindrome di Down e più in generale verso il mondo della disabilità. Vogliamo insomma dare ai nostri ragazzi opportunità e strumenti che possano garantire loro un futuro sereno e siamo convinti che debbano essere loro stessi a rivendicarlo, facendo sentire direttamente la propria voce».
«Abbiamo voluto utilizzare un tono – spiegano dal canto loro Luca Lorenzini e Luca Pannese, direttori creativi di Publicis New York – che si discostasse dalla tipica comunicazione no profit. Abbiamo cioè voluto scherzare di proposito sui termini “bisogni speciali” (Special Needs), per mettere in risalto quali siano i veri bisogni delle persone con sindrome di Down. E ci siamo divertiti. Il film è stato girato a Hollywood con regista e attori di fama internazionale: una specie di “piccolo kolossal”, malgrado il piccolo budget. Siamo molto felici del risultato». (F.D.C.V. e S.B.)
Per ogni notizia e approfondimento sulla campagna Not Special Needs (hashtag ufficiali: #NotSpecialNeeds e #WDSD17), accedere al sito dedicato. Questo è invece il link al video su cui è centrata la campagna. Infine, segnaliamo anche il link da cui scaricare le GIF animate realizzate per promuovere la campagna stessa.
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa CoorDown (Federico De Cesare Viola), ufficiostampa@coordown.it.
Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down
La WDSD (World Down Syndrome Day) è un appuntamento internazionale – sancito ufficialmente anche da una Risoluzione dell’ONU – nato per diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza sulla sindrome di Down, per creare una nuova cultura della diversità e per promuovere il rispetto e l’inclusione nella società di tutte le persone con sindrome di Down.
La scelta del 21 marzo non è casuale: la sindrome di Down, infatti, detta anche Trisomia 21, è caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più – tre invece di due – nella coppia cromosomica n. 21 all’interno delle cellule.
Il CoorDown
Il Coordinamento delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down è nato nel 1987, allo scopo di promuovere azioni di comunicazione condivisa tra le diverse organizzazioni italiane impegnate nella tutela e nella promozione dei diritti delle persone con sindrome di Down ed è oggi l’organismo ufficiale di confronto con tutte le Istituzioni.
Ogni seconda domenica di ottobre, il CoorDown promuove la Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down e il 21 marzo di ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale, si pone in prima linea nella realizzazione di campagne internazionali di comunicazione che in questi ultimi anni hanno collezionato un totale di ben 20 Leoni, di cui 9 d’Oro, al Festival Internazionale della Creatività di Cannes.