«Sia in Audizione alla Camera che in Senato avevamo espresso varie critiche articolate e severe. Ebbene, le Commissioni di Camera e Senato ne hanno accolte alcune, ma nemmeno quelle sono state recepite, se non in modo residuale, nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale»: è questa la dura presa di posizione di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dopo la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) riguardante la definizione e l’aggiornamento dei nuovi LEA Sanitari (Livelli Essenziali di Assistenza), ovvero delle prestazioni e dei servizi che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe garantire a tutti i cittadini in maniera uniforme sul territorio. «Nuovi LEA – aggiunge Falabella – che, nonostante la grande enfasi, risultano ancora lontani dall’essere applicabili».
«Solo a titolo di esempio – si legge in una nota diffusa dalla FISH – non è ripresa la raccomandazione che sia previsto espressamente il diretto coinvolgimento della persona con disabilità e della sua famiglia nella predisposizione del percorso assistenziale (articolo 4, comma 2, lettera d). O, ancora, che sia garantita alle persone con disabilità la continuità assistenziale attraverso il progetto individuale previsto dall’articolo 14 della Legge n. 328 del 2000, che integri interventi sanitari, sociali e di tutela (articolo 5). Senza dimenticare che nel testo viene ancora ignorata l’esplicita richiesta di escludere da gara alcuni prodotti protesici di serie che necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo. Da ultimo, ma non certo ultimo, a questi mancati recepimenti si aggiungono tutte le criticità culturali e strutturali dei LEA che avevamo già espresso e che sono trasversali ai contenuti: dalla prevenzione alla diagnosi, dalla riabilitazione alle prestazioni protesiche, dai servizi ospedalieri ai servizi sociosanitari residenziali e semiresidenziali, dalle malattie rare a quelle croniche».
«Se qualcuno spera che questi LEA siano davvero compiutamente esigibili – prosegue Falabella – rimarrà presto deluso. Lo stesso testo, infatti, prevede, per essere realmente applicato, una serie di Intese Stato-Regioni: sui dispositivi monouso, sulle prestazioni protesiche, sui percorsi assistenziali integrati, sull’assistenza ambulatoriale… E qui sui tempi e sugli intenti ben poco è dato sapere».
«Oltre a ciò – viene ricordato sempre dalla FISH – sono pendenti anche le decisioni che dovrebbe assumere la Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA (già istituita lo scorso anno) e dalla quale sono escluse le organizzazioni dei pazienti e delle persone con disabilità. Quella Commissione avrebbe dovuto presentare entro il 15 marzo, termine già scaduto, la proposta di aggiornamento dei LEA “prioritariamente attraverso la ridefinizione delle prestazioni – come si era potuto leggere – ovvero la modifica delle loro modalità erogative, garantendo il mantenimento della compatibilità tra risorse e prestazioni da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale, secondo le modalità erogative appropriate, da finanziare in base alla quota d’accesso». «Nella sostanza – commenta il Presidente della Federazione – se mancano le risorse, i tanto celebrati LEA possono essere ridotti o applicati in modo progressivo. Il che rende i diritti dei Cittadini molto aleatori. In tal senso, infatti, i segnali provenienti dalla Conferenza delle Regioni sono assai poco rassicuranti, proprio a partire dalle risorse ancora incerte e che mancherebbero all’appello».
«In questo clima piuttosto caotico – conclude Falabella – e in considerazione di uno strumento su cui nutriamo moltissime riserve, non possiamo che mantenere l’attenzione elevata ed esercitare tutte le azioni possibili per pretendere l’applicazione di un diritto umano incomprimibile: quello alla salute. Per ora i LEA non esistono, non garantendo livelli essenziali e uniformi di prestazioni e servizi nel Paese. E ciò è gravissimo». (S.B.)
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