In queste settimane l’Italia ha avviato la discussione sul modo di realizzare nel nostro Paese i diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, ovvero SDGs), fissati da parte delle Nazioni Unite – come ampiamente riferito anche su queste pagine – il 25 settembre dello scorso anno.
Come già ricordato in un nostro precedente articolo, l’approvazione di quegli Obiettivi ha posto in evidenza la necessità di fare un salto di qualità nella definizione delle politiche di sviluppo di tutti i Paesi delle Nazioni Unite. Se infatti in passato le strategie si limitavano a fissare obiettivi senza particolari legami tra di loro (eradicare la povertà – intervenire sui disastri naturali e su quelli causati dall’uomo – combattere i cambiamenti climatici – realizzare politiche di sviluppo), oggi invece è cresciuta la consapevolezza che tutti questi elementi critici sono strettamente connessi: i disastri e le calamità, ad esempio, colpiscono lo sviluppo e aggravano le condizioni di povertà; lo stesso sviluppo economico, inoltre, deve includere tutti i cittadini, senza lasciare nessuno indietro, oltreché prevenendo i disastri e riducendo le le emissioni di CO2, e di altri gas clima alteranti ecc. ecc.
Sempre gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, inoltre, impegnano i vari Governi ad includere gli elementi in essi contenuti sia nelle decisioni di politica interna che in quelle riguardanti gli interventi di cooperazione internazionale. Qui ci si connette direttamente a un elemento degli Obiettivi da noi ampiamente evidenziato a suo tempo, ovvero le numerose citazioni esplicite (esattamente in otto punti) delle persone con disabilità, come target importante a cui rivolgersi, facendo sì che nessuno rimanga indietro (No One Left Behind). È quindi particolarmente importante intervenire sulla strategia italiana, per rafforzare la capacità del movimento delle persone con disabilità di incidere sulle scelte di politica interna, promuovendo il rispetto e la promozione dei diritti umani, e riferendosi per questo all’intreccio tra la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e gli Obiettivi di Sviluppo.
Il 21 marzo scorso, il Ministero dell’Ambiente, individuato come focal point del Governo (“organismo di riferimento”) per gli Obiettivi di Sviluppo, ha presentato dunque la strategia italiana per la definizione degli impegni italiani nell’applicazione degli stessi, con i relativi indicatori, aprendo una consultazione con la Società Civile e chiedendo di presentare osservazioni e proposte.
Per queste ragioni la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) hanno presentato un documento di proposte, nel quale – riprendendo in parte le Osservazioni Conclusive del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità al primo Rapporto Ufficiale italiano sull’implementazione della Convenzione – viene individuata una serie di temi (con i rispettivi indicatori) su cui attivare il cosiddetto mainstreaming della disabilità, ovvero l’inserimento nelle politiche generali (lavoro, accessibilità, temi sociali, emergenza, partecipazione) dei diritti delle persone con disabilità, da ritenere quali Cittadini a pieno titolo, e da includere in ogni intervento e azione. In altre parole, da “cittadini invisibili”, relegati solo a politiche sanitarie e assistenziali, a beneficiari di tutti gli interventi legati allo sviluppo, alla prevenzione dei disastri o agli impatti climatici che possono toccare la qualità di vita di tutti i Cittadini.
A questo punto sarà importante da un lato avviare un confronto con il Governo, perché le osservazioni contenute nel documento di FISH, DPI Italia e RIDS vengano recepite, dall’altro lato formare le Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie a gestire questa nuova opportunità di promuovere i nostri diritti. Intrecciare infatti le battaglie volte a migliorare la qualità di vita e i livelli di partecipazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie con gli impegni internazionali che il Governo italiano deve rispettare è certamente una delle nuove sfide da raccogliere.
A questo link è disponibile il testo integrale del documento elaborato da FISH, DPI Italia e RIDS di cui si parla nella presente nota.