Allenamento alla “gara dell’autonomia”

«La sfida che le persone con disabilità e le loro famiglie devono sostenere, per raggiungere una reale autonomia, è simile alla preparazione di un atleta: allenarsi più volte la settimana, imparare le regole, provare con pazienza gli schemi di gioco, impegnarsi senza darsi per vinti. Imparare a cadere, ma soprattutto imparare a rialzarsi»: a dirlo è l’arbitro internazionale di calcio Nicola Rizzoli, protagonista del video che è al centro di una campagna promossa dalla Fondazione Dopo di Noi di Bologna, della quale si parlerà in questi giorni anche negli stadi del Campionato di Calcio

Spot della Fondazione Dopo di Noi di Bologna, con l'arbitro Nicola Rizzoli

Un’immagine del video promosso dalla Fondazione Dopo di Noi di Bologna, con l’arbitro internazionale di calcio Nicola Rizzoli insieme ad alcune persone con disabilità intellettiva, che vivono in uno degli appartamenti della stessa Fondazione

«Per un ragazzo con disabilità raggiungere l’autonomia è una grande vittoria. Ma solo allenandosi fin da oggi potrà cambiare il suo futuro»: è questo il messaggio della campagna di sensibilizzazione presentata ieri, 27 aprile, presso il Comune di Bologna, che vede come protagonista l’arbitro internazionale di calcio Nicola Rizzoli, testimonial della Fondazione Dopo di Noi del capoluogo emiliano. Proprio in questi giorni, a rimarcare il motto dell’iniziativa, verrà esposto uno striscione con lo slogan «Il futuro è oggi!», all’ingresso in campo delle squadre, in occasione delle partite della trentaquattresima giornata del Campionato di Serie A. Sempre prima delle partite, inoltre, uno spot verrà proiettato sui maxischermi di tutti gli stadi.

Nel video che è al centro della campagna di sensibilizzazione – realizzato dall’Agenzia di Comunicazione Agenda e diretto da Antonio Saracino – Nicola Rizzoli, quarantacinquenne bolognese che ormai da alcuni anni è tra i migliori fischietti in Italia e al mondo e che ha arbitrato tra l’altro anche la finale dei Mondiali 2014 tra Germania e Argentina, appare a fianco di alcuni giovani con disabilità intellettiva, accompagnati nel loro percorso verso l’autonomia.
Le riprese sono state effettuate all’interno di uno degli appartamenti della Fondazione Dopo di Noi, dove i giovani imparano a vivere da soli e Rizzoli, in maglietta ufficiale dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri), segue le fasi di preparazione di un pranzo, come se si trattasse di una concitata azione calcistica: il soffritto per il sugo e la pentola con l’acqua che bolle, la foglia di basilico sopra al piatto di spaghetti, lo scatto dalla cucina al soggiorno, dove intanto un’altra delle persone con disabilità ha apparecchiato con precisione la tavola.Il tutto raccontato come una partita di calcio, accompagnato dalla cronaca di Riccardo Cucchi, storico giornalista RAI di Tutto il calcio minuto per minuto, che ha donato la sua voce e il suo inconfondibile «Rete, rete!».
«Per i giovani con disabilità – sottolinea Luca Marchi, direttore della Fondazione Dopo di Noi – “fare rete” è compiere ogni giorno un passo avanti verso l’indipendenza, imparando a curare se stessi e la casa. Fino ad oggi abbiamo sostenuto 450 famiglie e coinvolto nei nostri progetti di sperimentazione abitativa oltre 150 giovani. Avendo quindi a disposizione nuove risorse, potremo potenziare i nostri servizi ed estenderli a un numero maggiore di famiglie».

Allo spot di cui si è detto se ne aggiungeranno altri, che vedranno Nicola Rizzoli e i giovani con disabilità impegnati in altre situazioni della vita quotidiana: fare la spesa, muoversi per la città, avere relazioni con amici e familiari.
«Ho conosciuto i ragazzi della Fondazione Dopo di Noi Bologna più di tre anni fa – ricorda Rizzoli -, quando sono stato invitato nell’appartamento dove imparano a diventare adulti, con l’aiuto e il sostegno degli educatori. La sfida che loro e le loro famiglie devono sostenere è simile alla preparazione di un atleta: allenarsi più volte la settimana, imparare le regole, provare con pazienza gli schemi di gioco, impegnarsi senza darsi per vinti. Imparare a cadere, ma soprattutto imparare a rialzarsi». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Lucia Alvisi (lucia.alvisi@dopodinoi.org).

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