Sarà tutto dedicato alla casa, come spazio fisico e affettivo, l’importante incontro pubblico in programma per il 16 maggio prossimo ad Ascoli Piceno (Casa della Gioventù, Via Abruzzo, Zona Pennile di Sotto, ore 15), intitolato La ricostruzione inclusiva_1. Rispondere alle esigenze multidimensionali dell’abitare, iniziativa promossa dall’Ordine degli Architetti della città marchigiana – nell’àmbito delle proprie attività di aggiornamento professionale -, in collaborazione con CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e con il Coordinamento “FermiRestando in EpiCentro”, costituito dagli architetti delle zone del Centro Italia colpite dagli eventi sismici che si sono susseguiti a partire dal mese di agosto dello scorso anno.
Aperto a tutti e dotato anche di sottotitolazione (curata dall’Associazione CulturAbile), l’incontro -per il cui programma completo rimandiamo i Lettori a questo link – sarà aperto da Valeriano Vallesi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno, cui seguiranno gli interventi di Elisabetta Schiavone sullepersone al centro della ricostruzione, di Carlo Montanari sulle specifiche necessità nel progetto e nella riqualificazione dell’ambiente domestico e di Consuelo Agnesi sulle soluzioni domotiche per l’accessibilità e la sicurezza.
I lavori, moderati da Laura Cenini, continueranno quindi con Gisella Bassanini, che parlerà delle necessità delle famiglie “a geometria variabile”, Cristiana Cellucci, sulla flessibilità tecnologica e spaziale dell’habitat contemporaneo e Carlo Verona e Denis Paris, che si soffermeranno sull’abitare condiviso (cohousing).
«L’obiettivo – spiega Elisabetta Schiavone, architetto di CERPA Italia – non è necessariamente quello di incentrare l’attenzione unicamente sulle necessità delle persone con disabilità, ma quello di affrontarle, come crediamo sia più giusto, insieme a tutte le variabili che le persone e le famiglie si trovano ad affrontare in riferimento all’abitare. Il “numero 1” del titolo prelude inoltre a un secondo incontro sul tema della ricostruzione inclusiva, che abbiamo in programma per l’autunno prossimo e durante il quale tratteremo il progetto e la riqualificazione degli spazi urbani a seguito del sisma, affrontando la complessità di un territorio vasto che al proprio interno ricomprende insediamenti urbani con tessuti variegati, dalla città al borgo».
«Il tema della ricostruzione – sottolinea ancora Schiavone – sollecita numerose e diverse riflessioni sul costruito e sul costruibile a partire dall’abitazione: dimora, casa, nido, focolare, residenza, per alcuni solo domicilio, per altri habitat che ospita l’intera esistenza, inclusa l’attività lavorativa. Case sognate, costruite, acquistate, tramandate. Ognuna con la sua storia e con dentro tante storie, quelle delle persone. Ed è alle persone che dobbiamo necessariamente riservare una riflessione, a chi ha perso la casa e molto altro con il sisma che ha ferito l’Italia Centrale. Nel restituire l’identità perduta insieme alle mura è dunque il caso di interrogarsi su cosa pensiamo di offrire con la ricostruzione e se “ri-costruire” vuol dire ri-proporre anche gli errori o invece significa una seconda opportunità, quella di costruire meglio, ad esempio indagando le reali necessità dell’abitare, le necessità delle persone, individuali e collettive, diverse e mutevoli, che si modificano con l’età e con le trasformazioni dei nuclei familiari».
«Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione – prosegue la rappresentante di CERPA Italia -, insieme con le specifiche necessità delle persone con disabilità, richiede una maggiore consapevolezza riguardo alle esigenze e alle soluzioni progettuali, spaziali e tecnologiche, tali da garantire una risposta adeguata ai committenti e maggiori opportunità ai progettisti nell’elaborare proposte congruenti con il tessuto urbano, la tipologia edilizia, le tecniche costruttive e le aspettative degli abitanti. In tal senso, la flessibilità spaziale e tecnologica è la risposta al bisogno di un alloggio capace di trasformarsi al mutare delle condizioni individuali e delle relazioni, scenario descritto attraverso il tema delle famiglie a geometria variabile e la coabitazione è un ulteriore modello in grado di offrire una risposta sociale oltre che individuale».
«Consapevoli quindi della diversità che caratterizza i tessuti urbani, le realtà rurali e i borghi dei territori colpiti – conclude Schiavone – la sfida sarà quella di declinare le diverse suggestioni e soluzioni in altrettante realtà dove coesistono approcci differenti, incluso il “dov’era com’era”… ma meglio!». (S.B.)
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