È stata una giornata all’insegna dello sport, dello svago e dell’inclusione sociale, quella del 13 maggio scorso, intitolata CièChi pratica sport [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.], con un piccolo gioco di parole stampato anche su gadget e magliette, organizzata a Roma dal Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi e dedicata agli sport praticati da persone con disabilità visiva.
Scopo dell’iniziativa, la divulgazione nei confronti delle persone con disabilità, e soprattutto delle famiglie, delle numerose opportunità che i propri figli hanno di praticare discipline sportive individuali e di squadra.
Incorniciata da un tempo stupendo, abbiamo trascorso una splendida giornata, durante la quale è stato possibile incontrare gli atleti e gli allenatori di diverse specialità sportive, ascoltare nell’auditorium le loro testimonianze, gironzolare e curiosare tra i vari sport nei campi e campetti allestiti per l’occasione nel parco che circonda l’Istituto, provando personalmente discipline come lo yoga, l’atletica, il lancio del disco, l’arrampicata a parete, il karate, lo judo, il ballo sportivo, lo showdown, il torball (calcio con palla sonora), la scherma, il calcio, il baseball e lo skate.
All’evento erano presenti, tra le varie Federazioni e Associazioni sportive, la FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali), le Fiamme Azzurre, Full Time e le Associazioni Sportive Dilettantistiche Polisportiva UICI Roma, Fonte Roma Eur Verticale, Università Popolare dello Sport e Disabili Roma.
Nella mattinata, all’interno dell’auditorium, tra le interessanti testimonianze presenziate e coordinate dal presidente e dal direttore generale del Centro Sant’Alessio Amedeo Piva e Antonio Organtini, ho ascoltato in particolare quelle sullo judo e lo yoga.
Ho assistito poi a prove pratiche di arrampiacata sportiva, a cura di Maria Ligorio, nota sportiva che in passato è stata un’atleta paralimpica, e ho esplorato il campo di showdown, con la supervisione degli istruttori Giovanni Russo e Agostino D’Antoni.
Il campo di showdown è simile a quello del tennis tavolo, ma ha i bordi rialzati, gli angoli arrotondati e uno schermo divisorio di barriera e protezione; la pallina, sonorizzata da campanellini interni, deve passare al di sotto dello schermo.
Su insistenza del Presidente dell’UICI di Roma Giuliano Frittelli, che mi dava suggerimenti e trucchetti su come giocare, mi sono infilata il guantone e ho provato con la racchetta a fare qualche passaggio e palleggio contro una delle campionesse. E così, dopo i primi due-tre minuti in cui non ho fatto che subire reti, ho cominciato a prenderci la mano e… l’orecchio! Devo ammettere che è stata una bella scoperta, veramente divertente e anti-stress.
L’arrampicata, invece, l’ho evitata volentieri, dato che l’avevo provata qualche anno fa e… non fa per me, non certo per la cecità – anzi è molto facile cercare e trovare gli appigli giusti con le mani -, ma perché bisogna lavorare di gambe e non di braccia, cosa che si impara solo con molta pratica. E comunque per me è troppo faticoso!
Infine, ho fatto un giro tra i campi di baseball, la pista di tandem e quella di pattinaggio e all’ora di pranzo è stata allestita una cucina da campo, dove ci è stato offerto un “pasta party” nel parco!
Nel pomeriggio sono continuate le dimostrazioni e le presentazioni nell’auditorium e tutti, grandi e piccoli, disabili e non, insegnanti e operatori, familiari e curiosi, siamo stati in allegra compagnia, senza i ben definiti ruoli che ovviamente durante la settimana sono imposti nel Centro per le attività di riabilitazione visiva e corsi di formazione.
Il Sant’Alessio, va ricordato, è un IPAB (Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza), attivo dalla fine dell’Ottocento nell’àmbito della disabilità visiva. È nato come un’istituzione scolastica per persone cieche, e si è evoluto nel corso del tempo, diventando la principale Istituzione del Lazio che si occupa di abilitazione, riabilitazione, educazione e formazione di persone con disabilità visiva, con il compito e lo scopo di favorirne l’autonomia e l’inclusione sociale.
Anche la RAI ha curiosato professionalmente tra le attività sportive: grazie infatti ai recenti contatti tra l’ADV (Associazione Disabili Visivi) e Flora Cassella, regista della RAI presso la sede di Napoli, è stato possibile ospitare RAI Gulp in occasione della trasmissione Odeon, dedicata al volontariato e alle attività sportive per le persone con disabilità. «Lo sport – ha sottolineato Cassella – è oramai considerato dalle varie istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee come uno strumento per l’inclusione sociale e la lotta all’emarginazione, fonte di acquisizione di autostima e rafforzamento del sé, strumento per un corretto sviluppo della persona e dell’identità personale». Proprio per questo, dunque, RAI Gulp intendeva dedicare nel palinsesto di Odeon una puntata agli sport per persone con disabilità visive e, tra le nostre diverse segnalazioni, gli autori hanno scelto proprio l’evento del Sant’Alessio, così bene strutturato e organizzato: in circa otto ore di riprese e interviste a bambini e famiglie, hanno raccolto materiale più che sufficiente!
L’obiettivo della trasmissione sarà dunque quello di sensibilizzare le famiglie nei confronti dell’importanza che l’attività sportiva riveste nello sviluppo psicofisico dei ragazzi con disabilità visiva e far conoscere le diverse discipline sportive e le opportunità presenti sul territorio per tutti i ciechi e gli ipovedenti.
Quella puntata di Odeon andrà in onda esattamente lunedì 22 maggio (ore 22.30 circa) su RAI Gulp (canale 42) e sarà poi visibile on line dal giorno dopo su RAI Gulp Odeon.