Nell’àmbito della Biennale Arteinsieme – Cultura e Culture senza barriere – la nota iniziativa promossa dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona (se ne legga anche nel box in calce) -, è in programma oggi, 29 maggio, a Napoli, presso la Biblioteca Nazionale (Sala Rari di Palazzo Reale, Piazza Plebiscito, ore 16.30), l’interessante conferenza sul tema Cinema e persone con disabilità, che dopo i saluti di Francesco Mercurio, direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, prevede gli interventi di Giampiero Griffo, responsabile della Sezione sulle Diversità nella struttura ospitante e componente del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) e di Ciro Tarantino dell’Università delle Calabrie, condirettore del Center for Governmentality and Disability Studies “Robert Castel” (CERC) dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
«Qual è la “storia” del rapporto tra cinema e persone con disabilità», chiediamo ai promotori dell’incontro? «È un rapporto che nasce tardi, perché solo nel secondo dopoguerra le persone con disabilità acquistano una visibilità sociale e vengono riconosciute come titolari di diritti e di sostegni alla loro partecipazione alla società. All’inizio il cinema tratta il tema “alla lontana”, con la categoria del “diverso”, poi, verso la fine degli Anni Cinquanta, costruisce i primi personaggi reali. In tal senso, analizzando la filmografia sull’argomento, risulta evidente come il cinema sia lo specchio della società e come il modo di trattare i temi della condizione di disabilità abbiano una trasformazione nel tempo. Da un lato i personaggi con disabilità escono “fuori schema”, con identità spesso sfumate o surreali, dall’altro lato si può rilevare una stigmatizzazione negativa in cui rappresentano i “cattivi” o gli “sventurati”. Nel tempo, però, i film evidenziano un’evoluzione positiva, ciò che è molto evidente nella filmografia americana, dove da una dimensione drammatica si passa a una visione realistica, a un’attenzione politico-sociale, fino a una demitizzazione e inversione di ruoli degli eroi tradizionali a favore delle persone con disabilità».
«E in Italia?». «Anche il nostro Paese ha apportato un contributo significativo in cui il processo di progressiva inclusione (nella scuola, nel lavoro, nella società) si riflette nei film prima drammatici, ma impegnati, per poi sfociare in narrazioni realistiche e negli ultimi decenni fortemente ironiche».
«Quali sono le attuali tendenze?», chiediamo in conclusione. «Negli ultimi anni, anche sulla base di un cambiamento di paradigma che da un modello medico della disabilità porta a un modello bio-psico-sociale, basato sul rispetto dei diritti umani, vi è stata un progressiva moltiplicazione delle pellicole dedicate al tema della disabilità, in cui i personaggi con disabilità hanno acquistato uno spessore maggiore, emancipandosi via via da stereotipi tradizionali e “buonisti”, per divenire personaggi ordinari della vita quotidiana». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: bn-na@beniculturali.it.
Biennale Arteinsieme – Cultura e Culture senza barriere
È un’iniziativa ormai ben nota, la Biennale Arteinsieme – Cultura e Culture senza barriere, nata nel 2003, in occasione dell’Anno Europeo delle Persone con Disabilità e giunta quest’anno alla sua settima edizione, a cura del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e con quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
«Lo scopo – come spiegato a suo tempo dal Museo Omero – è sostanzialmente quello di favorire l’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità e di quelle svantaggiate per provenienza da culture altre e per condizione sociale, attraverso la valorizzazione dell’arte e dei beni culturali, con particolare riferimento all’arte contemporanea. In altre parole, si tratta di una manifestazione caratterizzata da un alto valore educativo e di sensibilizzazione, che intende promuovere iniziative volte ad agevolare l’accessibilità al patrimonio culturale e museale alle persone con disabilità e ai pubblici con esigenze speciali in generale, favorire nei giovani la crescita di una coscienza attenta alle questioni della “diversità” e dell’integrazione e la conoscenza dei principali protagonisti e dei molteplici linguaggi della musica e dell’arte contemporanea, nonché, da ultimo, ma non ultimo, promuovere i giovani artisti».