Andare a caccia di accessibilità in una regione come la Valle d’Aosta che ha un’altezza media di oltre 2.100 metri non è un’impresa vana. La regione dei 74 Comuni e dei 100 castelli, infatti, può vantare i massicci montuosi più alti d’Italia: il Monte Bianco, il Cervino, il Rosa e il Parco del Gran Paradiso. Il territorio è costellato da numerosi laghetti, da boschi di roverella e castagno, da cascate, da sentieri dove è facile imbattersi in camosci, marmotte ed ermellini. E un patrimonio paesaggistico così prezioso dev’essere alla portata di tutti: è questa la sfida lanciata dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc che per parlarne, ha promosso il 26 maggio scorso ad Aosta, tramite il proprio Osservatorio sul Sistema Montagna Laurent Ferretti, il convegno intitolato Il turismo accessibile nei parchi e negli ambienti di montagna [se ne legga anche la presentazione del nostro giornale, N.d.R.], in collaborazione con il CSV (Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta), il Consorzio di Cooperative Sociali Trait d’Union e la Società Cooperativa Sociale C’era l’Acca.
Nonostante l’asperità e la pendenza del territorio, l’Amministrazione Regionale si è mossa in questi anni con interventi di riqualificazione e abbattimento delle barriere architettoniche (per approfondire, accedere al portale Valle d’Aosta per tutti).
Un’iniziativa recente, ad esempio, è il percorso di 800 metri per arrivare al primo salto delle Cascate di Lillaz nel Comune di Cogne. Un percorso per persone con disabilità motoria (il terreno con qualche sasso di troppo andrebbe livellato ancora un po’, ma nel complesso è fruibile, se si è accompagnati) e visiva, che prevede nel primo tratto un’esposizione di blocchi di roccia (con cartelli esplicativi in Braille), permettendo di conoscere la geologia della Valle di Cogne.
Sempre a Cogne è accessibile il Centro Visitatori del Parco del Gran Paradiso, un’esposizione multisensoriale che consente di sentire i profumi della montagna, i suoni del bosco, le voci dei guardiaparchi, di conoscere la storia dell’area naturalistica attraverso sistemi multimediali e giochi interattivi.
Negli ultimi anni, inoltre, molti altri siti della Regione sono stati resi fruibili e attrezzati per persone con disabilità. A tal proposito, durante il citato convegno di Aosta, Gabriella Furfaro, dirigente per il Settore Disabilità e Invalidità Civile presso l’Assessorato Regionale alla Sanità, alla Salute e alle Politiche Sociali, ha snocciolato un lungo elenco: «Le riserve naturali dei Marais, del Lago di Villa, di Les Iles, il Giardino Botanico Alpino di Castel Savoia, la Maison Gargantua, mentre aprirà entro il 2020 il Museo Regionale di Scienze Naturali nel Castello di Saint-Pierre».
Per i disabili più avventurosi che vogliono provare l’ebrezza di inerpicarsi su per i pendii, anche i più impervi, della montagna, l’indirizzo giusto è quello di Handi Cap Evasion, un’Associazione di professionisti del trekking, nata in Francia ma attiva anche in Valle d’Aosta, che porta persone con disabilità motoria e sensoriale fino alle vette più belle delle Alpi, anche grazie alla joëlette, la speciale carrozzina da fuori strada, monoruota, con sospensione e freno, manovrata da almeno due persone mediante appositi bracci anteriori e posteriori.
Per chi invece vive la montagna all’insegna dello sport, ci si può rivolgere all’Associazione Disval, la prima ad avere aperto una palestra per disabili ad Aosta, frequentatissima anche dai “normodotati”, che offre un’ampia scelta di attività a persone con disabilità motoria, come l’handbike, il tiro al volo, il curling e il parapendio.
In chiusura del convegno dl 26 maggio, Italo Clemente, vicepresidente di FederTrek, ha ricordato la manifestazione Natura senza barriere, che si terrà il 9 luglio su tutto il territorio nazionale, una giornata dedicata all’escursionismo condiviso e all’accessibilità dei percorsi naturali. Perché anche se non è scritto o sancito dalla Costituzione, tutti hanno diritto al bello!