«Con questo provvedimento, la Regione Lombardia mette oggi le persone con disabilità (con le loro famiglie e associazioni), i Comuni e gli Enti di Terzo Settore (cooperative sociali, associazioni e fondazioni), nelle condizioni di predisporre progetti di vita innovativi, a partire dai bisogni e dalle aspettative delle singole persone e dei loro genitori e/o familiari. Progetti che siano in grado da subito di rispondere ai bisogni e ai diritti di molte persone con disabilità e che in prospettiva possono arricchire e migliorare il complessivo sistema di offerta regionale di sostegni residenziali, comunitari e per l’abitare delle persone con disabilità».
È quanto si legge in una nota prodotta congiuntamente dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dall’ANFFAS Lombardia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), da Federsolidarietà Lombardia, dall’UNEBA (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) e dalla Fondazione Nazionale Dopo di Noi ANFFAS, a proposito della Deliberazione di Giunta Regionale n. 6674 (Programma operativo regionale per la realizzazione degli interventi a favore di persone con disabilità grave prive di sostegno familiare – Dopo di Noi – L.N. 112/2016), approvata il 7 giugno scorso dal Consiglio Regionale della Lombardia, in attuazione della Legge Nazionale 112/16 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), assai meglio nota come “Legge sul Dopo di Noi”.
«Quella Deliberazione – si legge ancora nella nota – presenta diversi elementi positivi. In primis è doveroso sottolineare il fatto che l’iter di approvazione è stato celere, segno concreto dell’attenzione dedicata a questo tema. Inoltre, la Regione Lombardia ha portato avanti un processo partecipato di definizione delle procedure e questo è chiaramente visibile nell’esito finale del testo della Deliberazione, che ha accolto molte delle proposte espresse dalle associazioni, dagli enti gestori e dalle realtà del terzo settore. Un altro elemento positivo riguarda poi le modalità con cui viene regolato l’uso delle risorse messe a disposizione per questo capitolo di spesa per il 2016 (circa 15 milioni di euro) e quelle per il 2017 (circa 6 milioni di euro). Inoltre, il provvedimento offre la possibilità di sperimentare nuove forme di abitare, rispettando lo spirito della “Legge sul Dopo di Noi”».
Secondo LEDHA, ANFFAS Lombardia, Federsolidarietà Lombardia, UNEBA e Fondazione Dopo di Noi, la Deliberazione della Regione contiene anche alcune criticità e «in primo luogo il fatto che la Regione stessa non abbia stanziato risorse proprie che vadano ad aggiungersi a quelle messe a disposizione dal Ministero. Il punto però che maggiormente ci preoccupa è il fatto che la Deliberazione – così come è formulata oggi – sembra escludere dai percorsi di vita previsti dalla “Legge sul Dopo di noi” le persone con disabilità più complesse, che necessitano di un sostegno maggiore».
«Quindi il nostro auspicio – conclude la nota – è che questo passaggio venga superato, prevedendo le risorse necessarie – diverse da quelle previste dall’attuale percorso – offrendo anche alle persone con elevati bisogni di sostegno la possibilità di presentare un progetto di vita a casa, personalizzato, in modo da prevenire l’istituzionalizzazione o avviare percorsi di emancipazione non solo dai genitori, ma anche, laddove richiesto dall’interessato, dai servizi residenziali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.
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