Veleggiare assieme: i tanti significati della parola “sensibilità”

di Antonio Giuseppe Malafarina*
È la sensibilità intesa come quella della vela rispetto al vento, ma anche come quella della percezione della navigazione in tutti i sensi, e quella della dote necessaria per stare in gruppo, accettando e valorizzando le differenze: si spiega così la scelta dei termini “Vela Sensibile”, per un bel gruppo di navigatori con disabilità visiva e senza disabilità, che veleggiano tutti assieme. «E le persone con disabilità - scrive Antonio Giuseppe Malafarina - acquisiranno in tal modo capacità e atteggiamenti che molto probabilmente porteranno poi sulla terraferma, nella vita di tutti i giorni»
"Vela Sensibile" in navigazione
Un’immagine di navigazione per alcuni componenti di “Vela Sensibile”, gruppo che comprende persone con disabilità visiva e persone senza disabilità

Ricevo periodicamente le segnalazioni da un’amica su gustosissimi post di Facebook. Si parla di vela, di navigazione e di vento nella storia dell’umanità. Il contenuto è semiserio: Come l’umanità arrivò all’America’s Cup è ad esempio un racconto a puntate che cela un’astuzia.
Dietro c’è la Pagina Facebook Vela Sensibile e dietro ancora c’è un progetto nato nel 2013 per creare un’attività velistica inclusiva fra persone con e senza disabilità visive. La curiosità porterà il Lettore a navigare un’iniziativa brillante, unificante e promettente.

Conosco Monica Nolli che ancora avevo i capelli. Quando fa la persona seria lavora in banca, per il resto canta, si diverte e va in barca. Della barca mi racconta che un giorno parla a un suo amico di Roma, dirigente della Lega Vela dell’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), di un’idea che trova subito consenso: se esistono scuole di vela per sole persone cieche o scuole di vela per persone che vedono, perché non crearne altre, dove le possano veleggiare assieme?
«La novità – racconta Monica – è consistita nella creazione di scuole a tutti i livelli, dai corsi base fino alle regate, per chi lo desidera. A chi non vede non servono imbarcazioni adattate, quindi è relativamente facile operare in questo senso».
Monica ha partecipato a un convegno per tecnici educatori a Genova e ha espresso il suo desiderio. Desiderio accolto e inizio dei lavori. Prima un protocollo tecnico teorico destinato agli istruttori, per aiutarli a comprendere come preparare persone senza vista, poi la parte di simulazione. È andata in giro per l’Italia, nei circoli che hanno aderito al progetto, e si è fatta «cavia consapevole», come dice lei, affinché seguendo il protocollo teorico gli istruttori la “usassero” per simulare una lezione a bordo.

Le prime attività sono partite l’anno scorso, per ora in quattro località: Agropoli, in Campania; Santa Marinella, nel Lazio; Pisa, in Toscana; Luino, in Lombardia (per informazioni bisogna visitare la Pagina Facebook Vela Sensibile, oppure chiamare il 340 7914888).
Rilevante è l’uso dell’aggettivo “sensibile” nella denominazione della pagina: si gioca infatti sull’interpretazione della sensibilità, intesa come quella della vela rispetto al vento, quella della percezione della navigazione in tutti i sensi e quella della dote necessaria per stare in gruppo, accettando e valorizzando le differenze.

Significativa, l’anno scorso, la riuscita esperienza con il circolo di Pisa: dall’ex Repubblica marinara a Porto Venere, in Liguria, sette persone d’equipaggio, di cui quattro prive di vista, due istruttori e l’armatore impregnati nella gestione della barca a seconda delle proprie abilità, cioè del proprio livello di esperienza velica. Un importante passo verso le attività del 2017.
Quest’anno, dal 7 al 9 luglio prossimi, presso l’Isola d’Elba, navigazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica degli Sbandati (Piacevolmente Velisti). Si va per mare seguendo un percorso educativo e inclusivo. Niente roba per pigri: un’uscita per portare la barca, non per essere portati. Poi alla Spezia, da fine luglio, per un corso base, pratico e teorico, ripartito in tre weekend successivi.

Piccole esperienze che hanno richiesto un impegnativo sforzo organizzativo. Si espanderanno nel tempo, portando con sé il messaggio della navigazione inclusiva.
Trovo l’idea di navigare assieme educativa. Penso a quanto apprenderanno le persone senza disabilità dalle altre, acquisendo capacità e atteggiamenti che molto probabilmente porteranno nella vita di tutti i giorni. Esperienze come questa rendono la società “più sociale”.

Testo già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Vela sensibile, vicende di mare che cambiano la terraferma”. Viene qui ripresa, con alcuni minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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