Teatro per l’inclusione, impegnato anche sui diritti dell’infanzia

Una rilettura in chiave moderna del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare verrà presentata domani, 20 giugno, al Teatro Brancaccio di Roma, dall’Accademia L’Arte nel Cuore, Associazione capitolina che conduce ormai da anni un progetto di formazione artistica integrata multidisciplinare per persone con e senza disabilità e che per l’occasione proseguirà anche il proprio impegno sul tema dei diritti violati: l’evento, infatti, avrà una dedica speciale, rivolta ai bambini siriani vittime del conflitto che insanguina il Paese mediorientale e, più in generale, all’infanzia negata
Daniela Alleruzzo e allievi dell'Arte nel Cuore
Daniela Alleruzzo (dietro, quarta da sinistra), fondatrice e presidente dell’Arte nel Cuore, insieme ad alcuni allievi del Laboratorio

Una rilettura in chiave moderna della celebre opera di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate, diretta dalla regista Marta Iacopini, verrà presentata domani, martedì 20 giugno, al Teatro Brancaccio di Roma (Via Merulana, 244, ore 20.30), dall’Accademia L’Arte nel Cuore, Associazione capitolina che conduce ormai da anni un progetto di formazione artistica integrata multidisciplinare per persone con e senza disabilità, della quale ci siamo già più volte occupati nel nostro giornale.

Per l’occasione proseguirà anche l’impegno dell’Arte nel Cuore sul tema dei diritti violati: l’evento, infatti, avrà una dedica speciale, rivolta cioè ai bambini siriani vittime del conflitto che da oltre sta anni sta insanguinando il Paese mediorientale e, più in generale, all’infanzia negata, perché, come sottolinea Daniela Alleruzzo, fondatrice e presidente del Laboratorio romano, «la guerra non è un gioco e nessun adulto ha il diritto di interrompere i sogni di un bambino, cioè la vita».
In occasione dello spettacolo, quindi, come riconoscimento del lavoro svolto quotidianamente con vari progetti a tutela dei minori, una maglia autografata da tutti gli allievi dell’Arte del Cuore verrà consegnata a Paolo Rozera, direttore generale dell’Unicef, il tutto per veicolare il messaggio che «non bisogna mai rassegnarsi alla normalità della guerra». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Donatella Gimigliano (d.gimigliano@bixpromotion.it).

Share the Post: