La Maturità e i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

Ci sono anche tanti ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ovvero dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, tra coloro che oggi incominciano a cimentarsi con gli Esami di Maturità. Una recente Ordinanza Ministeriale - come ricorda l’Istituto Serafico di Assisi, che da tempo lavora per fornire una corretta informazione in questo àmbito - ha previsto specifiche indicazioni e modalità operative per lo svolgimento degli Esami di Stato anche da parte di questi studenti

Cubi con la scritta DSA, al centro di tessere di puzzleÈ incominciato oggi, 21 giugno, l’Esame di Stato 2017, ovvero l’Esame di Maturità, il penultimo prima che entri in vigore, nel 2019, la nuova versione prevista dalla Legge 107/15 (cosiddetta La Buona Scuola). Sono 505.263 i maturandi italiani in questi giorni alle prese con la tipica ansia da esame, stress e notti insonni passate a ripassare le diverse materie. Stando poi all’Ordinanza Ministeriale 257/17, il Ministero dell’Istruzione ha previsto indicazioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento degli Esami di Stato anche da parte degli studenti con DSA (disturbi specifici di apprendimento).
In Italia, si stima che siano circa 187.000 i ragazzi con problemi, a vario livello, di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, ovvero disturbi che vengono individuati in età scolare e che sono caratterizzati da una serie di difficoltà nell’acquisizione e nell’utilizzo della lettura, della scrittura e del calcolo. Nel citato provvedimento del Ministero dell’Istruzione si legge che per aiutare a sostenere la maturità anche ai ragazzi con DSA, la Commissione dovrà tenere in considerazione «le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati con disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati».

Per gli studenti con queste particolari condizioni, le difficoltà non sono solo di tipo sociale, ma anche di tipo educativo. Per questo il Ministero ha stabilito che durante l’esame essi possano servirsi di quegli strumenti compensativi – inclusi anche software informatici o dispense (mappe/tabelle/formulari) previste dal loro Piano Didattico Personalizzato (PDP) – di cui si siano serviti nel corso di tutto l’anno scolastico.
Tra le agevolazioni concesse ai ragazzi con DSA, affinché sostengano nel miglior modo possibile le prove scritte e orali, c’è inoltre la possibilità di utilizzare dispositivi per l’ascolto dei testi della prova, registrati in formati MP3; il sostegno da parte di un professore della Commissione che legga al candidato i testi delle prove scritte; la trascrizione del testo su supporto informatico, fino ad arrivare all’opportunità di prevedere tempi più lunghi per lo svolgimento delle prove scritte e di adottare particolare criteri valutativi che tengano conto del contenuto della prova e non della forma.

«Per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento – dichiara Sandro Elisei, direttore sanitario dell’Istituto Serafico di Assisi (Perugia), Centro accreditato dalla Regione Umbria per la diagnosi e la certificazione dei DSA -, servirsi degli ausili, cartacei o digitali, per conseguire la Maturità al pari di tutti i loro colleghi, è indispensabile. I ragazzi, infatti, durante tutto il loro percorso scolastico hanno seguito particolari percorsi didattici pensati per loro. Come previsto dall’articolo 23 della recente Ordinanza Ministeriale 257/17, il loro Piano Didattico Personalizzato prevede misure compensative e dispensative che facilitano loro lo studio e la comprensione delle diverse materie. È giusto, pertanto, in occasione di uno dei momenti fondamentali nella carriera scolastica di uno studente, quale l’Esame di Maturità, che sia data la possibilità di avvalersi dei loro usuali strumenti, altrimenti sarebbe come se uno studente sostenesse l’esame di latino o greco senza avere a disposizione il vocabolario! Incontrerebbe, indubbiamente, delle difficoltà. Per i maturandi con DSA vale lo stesso discorso».

Da tempo l’Istituto Serafico di Assisi – specializzato anche nella riabilitazione di gravi disabilità fisiche – lavora per fornire una corretta informazione sui DSA, aiutando anche a distinguere quelli che sono i possibili segnali collegati a un disturbo dell’apprendimento da quelli legati invece a più comuni errori di calcolo, lettura o scrittura.
Uno degli ultimi progetti realizzati in tal senso si chiama DSA. I disturbi specifici dell’apprendimento, un quaderno pensato per rispondere agli interrogativi di docenti e genitori e comprendere cause, caratteristiche ed, eventualmente, avere indicazioni utili su possibili terapie da intraprendere, che aiutino il ragazzo a convivere con questo disturbo. Si tratta insomma di un vero e proprio vademecum a disposizione di tutti gratuitamente (scaricabile a questo link).
Contrariamente a quanto si possa pensare, il soggetto a cui sia stata diagnosticato, per tempo, una forma di dislessia, discalculia, disortografia o disgrafia, ha buone capacità di condurre una vita tranquilla, uno spirito artistico al di sopra della media e può avere una carriera lavorativa soddisfacente anche in aree come la scrittura o la recitazione, la scienza o la musica. Sono tanti, infatti, i personaggi famosi che hanno ammesso pubblicamente di avere un disturbo dell’apprendimento, come, ad esempio, la pop star Mika o l’attrice italiana Maria Grazia Cucinotta, senza naturalmente dimenticare figure come lo scienziato Albert Einstein o il disegnatore Walt Disney.

All’interno del citato quaderno DSA. I disturbi specifici dell’apprendimento, diviso in sezioni, vengono descritti nel dettaglio tutti e quattro i DSA, il più diffuso dei quali è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti.
Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica sono gli aspetti tipici della dislessia: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
Il soggetto con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un altro disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia. (Federica Aruanno)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: f.aruanno@inc-comunicazione.it.

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