Il progetto sperimentale “riabilitativo” Leggere con le mani è stato realizzato all’interno dell’Istituto di Pena di Massima Sicurezza Badu ’e Carros di Nuoro, in occasione del quarto Concorso Nazionale di editoria tattile illustrata denominato Tocca a te!, l’iniziativa ideata nel 2011 dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi per diffondere la cultura del libro tattile per la prima infanzia e della grafica accessibile, quali preziosi strumenti di inclusione scolastica, oltreché per stimolare la creazione, la produzione e la diffusione degli stessi libri tattili illustrati a livello nazionale [se ne legga già ampiamente sulle nostre pagine, N.d.R.].
Leggere con le mani è stato proposto al carcere nuorese da Daniela Pomata e Cristina Berardi, rispettivamente bibliotecaria presso il Consorzio per la Pubblica Lettura Sebastiano Satta” di Nuoro e insegnante-bibliotecaria in una scuola primaria di Nuoro, entrambe esperte di libri tattili, di lettura accessibile e di produzione editoriale per l’infanzia.
L’idea dell’iniziativa, come detto, ha preso spunto dalla quarta edizione di Tocca a te!, ed è nata dalla motivazione e dalla consapevolezza che la produzione di libri tattili illustrati, accompagnati da testi in Braille, sia scarsissima in Italia e che invece questa tipologia di libro sia di fondamentale importanza per lo sviluppo del linguaggio verbale nei bambini più piccoli e per lo sviluppo delle abilità intellettive, cognitive e creative.
Pomata e Berardi hanno dunque sottoposto il progetto alla struttura carceraria nuorese, coinvolgendone un gruppo di detenuti, al fine di favorirne la partecipazione al Concorso della Federazione Pro Ciechi, se non fisicamente, almeno attraverso la realizzazione di libri tattili e silent-books [libri fatti solo di immagini, N.d.R.], motivandoli alla produzione di testi quali strumenti utili all’apprendimento esperienziale e cognitivo dei bambini con disabilità visiva e instaurando un rapporto di collaborazione e condivisione di idee ed esperienze tra gruppi.
Insomma, la grande forza e la splendida “magia” dei libri tattili è quella di favorire attività manuali e di laboratorio in ciascuno di noi, annullando ogni tipo di “barriera” e riuscendo persino a creare un ponte di dialogo e di inclusione tra la realtà esterna e il carcere.
«Entrare per la prima volta in una realtà carceraria – sottolineano a tal proposito Pomata e Berardi – ci ha fatto vedere un mondo escluso, un mondo di sofferenza in cui le persone che abbiamo incontrato ci hanno mostrato grande rispetto, sensibilità umana e desiderio di fare. Fare delle cose, dedicarsi, essere motivati a fare, per restituire qualcosa al mondo di fuori. Questa esperienza, che speriamo di poter replicare in futuro, ci fa pensare che il carcere debba dare delle opportunità di riscatto ai suoi ospiti, in mezzo al freddo di tutto quel ferro cigolante e arrugginito».
Il progetto è stato dunque accolto con entusiasmo, interesse e disponibilità da Silvia Pesante, che dirige l’Istituto di Pena nuorese, e dal suo staff di educatrici. Le attività si sono svolte durante una serie di incontri settimanale pomeridiani della durata di due ore ciascuno, a partire dal mese di febbraio scorso.
I detenuti partecipanti si sono mostrati entusiasti della proposta e motivati al lavoro e alla ricerca di soluzioni per la realizzazione delle storie, delle illustrazioni e delle rilegature dei libri, organizzandosi autonomamente in gruppi di lavoro, coordinati da Pomata e Berardi.
Va detto anche che l’accesso dei vari materiali necessari alla realizzazione dei libri tattili illustrati all’interno di una struttura carceraria non è cosa scontata: non sono consentiti, infatti, metalli vari, forbici appuntite, tubetti di latta come quelli dell’attaccatutto e altri materiali ancora. Pertanto, ogni settimana è stato necessario presentare in anticipo al reparto di sicurezza del carcere, l’elenco degli oggetti da introdurre, perché fossero autorizzati.
Per la trascrizione dei testi in braille le due responsabili del progetto si sono rivolte all’UICI di Nuoro (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che con dedizione e tempismo, ha provveduto a tradurre i testi dei tre libri prodotti dai detenuti in vista di Tocca a te!
Questi i titoli dei testi: L’Italia e le sue 20 regioni, Gli animali della savana e La giornata di Mario, il primo dei quali è stato premiato ad Assisi – da parte della giuria presieduta da chi scrive – durante la giornata conclusiva del Concorso promosso dalla Federazione Pro Ciechi, con la Menzione Speciale Libro del Cuore.
«Le mani ruvide che lavorano, quelle lisce che accarezzano, le mani grandi che stringono quelle piccole»: è questo il forte messaggio inclusivo e di libertà che grazie al Tocca a te! 2017 hanno trasmesso a noi tutti i detenuti dell’Istituto di Pena Badu ’e Carros di Nuoro.
A tutti loro va il nostro più sentito e profondo ringraziamento, per averci dimostrato, mediante alcuni semplici ma preziosissimi libri tattili, che la lettura è un diritto di tutti, capace di promuovere l’incontro tra persone con origini e abilità diverse.
Direttore scientifico dell’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), consigliere della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi (direttorescientifico@irifor.eu).
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