Altalene e carrozzine: spendere poco e fare bella figura?

Pare siano ben 279 le altalene per bambini in carrozzina installate nelle città italiane negli ultimi anni: ma sono veramente sicure e in linea con le norme europee? E quanto possono dirsi inclusive, essendo utilizzabili solo da bimbi in carrozzina, ciò che non facilita affatto l’interazione con gli altri bambini? Non saranno forse un modo per spendere poco e fare bella figura?
Altalena per bimbi in carrozzina
Un’altalena per bimbi in carrozzina

Quanto un’altalena dotata di una pedana oscillante sulla quale è possibile salire con una carrozzina manuale o elettrica o con un passeggino posturale può considerarsi sicura? Se lo sono chieste Claudia Protti e Raffaella Bedetti, le due mamme autrici di Parchi per tutti, blog molto curato che si prefigge di sensibilizzare i cittadini sul diritto al gioco dei bambini con disabilità e di far conoscere i parchi gioco inclusivi.

Le due mamme fanno riferimento alla norme europee (UNI EN 1176 e UNI EN 1177) che stabiliscono i requisiti tecnici perché questi giochi possano considerarsi accessibili, sicuri e adatti ad essere installati in parchi pubblici privi di sorveglianza.
Riguardo alle altalene, spiegano a titolo esemplificativo che «bisogna tener conto delle sedute, (che dovrebbero avere bordi arrotondati ed essere in grado di assorbire gli urti), dei meccanismi di sospensione che non devono essere accessibili ai bambini in posizione eretta, degli elementi di sospensione: funi o catene, (con maglie dell’apertura interna non superiore a 8 mm.), distanza minima tra seggiolino e suolo, (tra i 350 e 400 mm), e molto altro ancora». Insomma. requisiti molto precisi, ben conosciuti dai produttori, dagli enti certificatori e dagli altri addetti ai lavori, requisiti che dovrebbero essere soddisfatti.
Ebbene, secondo Protti e Bedetti, le altalene per carrozzine non rispettano del tutto i requisiti stabiliti da queste norme, e questo le rende molto pericolose per i luoghi pubblici non sorvegliati.
Per esemplificare tale pericolosità, argomentano: «Immaginate un bambino che la utilizza mantenendosi in piedi sulla pedana e accidentalmente viene sbalzato fuori (spinto da un altro bambino o perché la pedana oscilla troppo velocemente), e poi colpito dalla pedana stessa che è in metallo. O un bambino molto piccolo che correndo distratto davanti all’altalena in corsa viene colpito dal cestello… Pensate possa farsi male quanto un bambino colpito da un seggiolino in gomma?».

A dispetto di queste considerazioni, negli ultimi tre o quattro anni pare siano state installate , nelle città italiane ben 279 altalene per carrozzine (dato aggiornato al 20 giugno scorso).
Ma questa non è l’unica nota critica. Il fatto è che questo tipo di giochi possono essere utilizzati solo da bambini con disabilità motoria che usano la carrozzina, e non dagli altri bambini con disabilità che non usano questo ausilio, né da quelli non disabili, la qual cosa non facilita l’interazione tra bambini e dunque fa sì che tali giochi non siano per niente inclusivi.
Ma allora come mai queste altalene stanno avendo così tanta fortuna? L’idea sembra sia quella di «spendere poco e far bella figura»: un’area giochi realmente inclusiva, infatti, ha un costo piuttosto elevato (dai 70.000 ai 200.000 euro), spiegano Protti e Bedetti, e a ciò si aggiunga che molti non hanno idea di cosa sia un parco inclusivo, e pensano di cavarsela installando un gioco utilizzabile solo da alcuni bambini con disabilità, senza per altro chiedersi se gli stessi bambini che si spostano in carrozzina preferiscano giocare con l’altalena, o magari veder sistemati tutti i vialetti con criteri di accessibilità, in modo tale da poter incontrare gli altri bambini e giocare con loro.
Probabilmente la questione assumerebbe una fisonomia diversa, se i giochi fruibili da bambini con diverse disabilità fossero più di uno e situati in prossimità dei giochi utilizzati da tutti i bambini, ma anche questa ipotesi non ci esimerebbe dal dover fare una riflessione sull’accessibilità complessiva del parco, dei suoi servizi e dei collegamenti con l’ambiente urbano. E, in ogni caso, rimarrebbero in piedi tutte le osservazioni espresse in merito alla sicurezza.

Protti e Bedetti chiudono con una riflessione e una domanda: «Esistono moltissimi tipi di altalene con sedute di ogni tipo: seggiolini a tavoletta, sedili a gabbia per bimbi piccoli, sedili con schienale e/o cinture di sicurezza, ampie ceste in cui stare seduti o sdraiati. Non tutti i bambini, però, possono essere sollevati dalla carrozzina e posizionati su un sedile di altalena (spesso il problema principale è il peso del bambino che impedisce ad un adulto di sollevarlo senza l’aiuto di altre persone e posizionarlo in maniera corretta sull’altalena). Probabilmente per questo motivo è nata l’altalena sulla quale è possibile salire con la carrozzina. La domanda è: dobbiamo sacrificare la sicurezza di tutti i bambini per qualche minuto di divertimento in altalena?». Un quesito, questo, al quale bisognerebbe cercare di rispondere al più presto. (Simona Lancioni)

La presente nota è già apparsa (con il titolo Quanto è sicura l’altalena per bambini in carrozina?) nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), di cui è responsabile Simona Lancioni. Viene qui ripresa, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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