Presentato a Milano in questi giorni, come avevamo anticipato nel nostro giornale, si chiama Trust in Life il progetto innovativo in tema di “Durante e Dopo di Noi”, promosso in partnership da UBI Banca, ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e dal Gruppo Cooperativo CGM, la principale rete italiana di imprese sociali.
«La Legge 112/16 – spiegano i promotori dell’iniziativa – che ha introdotto Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, ha come obiettivo il favorire il benessere e la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave non determinata da invecchiamento. Tale provvedimento è noto anche come “Durante e Dopo di Noi”, in quanto ha portato al centro del dibattito e all’attenzione di operatori e famiglie sia il periodo in cui le persone con disabilità sono ancora affiancate dai genitori, sia quello in cui questo affiancamento sarà sostituito da strutture che riprodurranno le condizioni abitative e relazionali della casa familiare. Secondo uno studio condotto dall’AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit), sono infatti 127.000 le persone potenzialmente interessate e destinatarie della legge, i cui bisogni vanno dal supporto economico-finanziario al sostegno socio-sanitario. In questo contesto, l’obiettivo di progetto condiviso tra i partner è costruire modelli di intervento coesivi ed efficienti rivolti alle persone con grave disabilità e alle loro famiglie, per favorire la piena realizzazione di percorsi di vita autonomi e inclusivi. L’approccio utilizzato è orientato alla sussidiarietà circolare, aperto alla coprogettazione e alla collaborazione con le diverse realtà sociali presenti sul territorio».
Trust in Life si fonda dunque su due principali fondamenti, vale a dire da una parte il Progetto di Vita, programma a sostegno delle persone con disabilità realizzato da ANFFAS e CGM al termine di un percorso di coprogettazione tra i beneficiari, le famiglie e gli operatori del Terzo Settore, dall’altra, il trust multibeneficiario predisposto dalla struttura UBI Trustee, per gestire le risorse economico-finanziarie e immobiliari, integrandole con i patrimoni familiari/personali, grazie al supporto della proposta commerciale UBI Comunità.
UBI Banca, ANFFAS e CGM attiveranno quindi – ciascuno per le proprie specificità – le rispettive reti territoriali e competenze nell’àmbito del sostegno all’inclusione sociale delle persone con disabilità e collaboreranno alla diffusione della conoscenza dei vari aspetti e strumenti collegati alla Legge sul “Durante e Dopo di Noi”, tramite eventi nelle principali piazze italiane, che coinvolgeranno i principali soggetti interessati al tema.
A supporto inoltre di Trust in Life per il Progetto “Durante e Dopo di Noi”, è stato lanciato anche un bando per un ristretto numero di iniziative candidate da soggetti del Terzo Settore appartenenti alla Rete di ANFFAS e GCM, sempre in coerenza con la Legge 112/2016 e i cinque progetti selezionati verranno sostenuti da UBI Banca.
«La Legge 112/16 – ha dichiarato in sede di presentazione dell’iniziativa Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – è importante per le persone con disabilità e per le famiglie, non già perché risolva tout court tutte le complesse problematiche legate al “Durante e Dopo di Noi”, ma bensì perché traccia “sentieri nuovi”, che aprono a tutte le persone con disabilità la possibilità di progettare la propria vita, partendo dal diritto di scegliere dove vivere e con chi vivere. Sentieri che sono insieme il ritorno a una prospettiva di vita non legata a una struttura speciale, ma anche l’avvio verso un futuro di nuove prospettive esistenziali per ogni persona adulta con disabilità. Una sorta di “ritorno al futuro”, inteso come spinta propositiva in grado di rimettere in moto processi rigenerativi del nostro sistema di welfare, abbassando le soglie di accesso alla cittadinanza e contrastando i processi di esclusione e di emarginazione. Sistemi, questi, che presentano costi di gestione ormai insostenibili e che sono fonte di progressivo impoverimento per le famiglie interessate. Una prospettiva di sostegno, quindi, che, appunto, persegue obiettivi di inclusione sociale e partecipazione attiva alla vita della propria comunità, prevenendo e contrastando i fenomeni speculari di istituzionalizzazione in grandi strutture, segregazione e isolamento domiciliare, che ancora caratterizzano la gran parte dei sistemi di sostegno e presa in carico delle persone con gravi disabilità».
«Trust in Life – ha sottolineato dal canto suo Stefano Granata, presidente di CGM – va nella linea dello sviluppo che il welfare deve avere nell’immediato futuro in Italia. La normativa sul “Dopo di Noi” offre questa straordinaria opportunità, rispondendo a un bisogno di tante famiglie. Questo progetto, dunque, può mettere in moto energie per rispondere alle esigenze delle persone con grave disabilità e delle loro famiglie, attraverso servizi alla persona sempre più personalizzati e puntuali. Per parte nostra la rete territoriale CGM e le diverse realtà che la compongono possono essere generatori di un nuovo welfare capace di dare risposte immediate e mirate». (S.B.)
È disponibile a questo link una scheda di approfondimento sul Progetto Trust in Life e anche (cliccando sopra i rispettivi nomi) gli interventi di Guido Cisternino, responsabile per il Terzo Settore e l’Economia Civile di UBI Banca, Massimo Lodi, direttore generale di UBI Trustee e Giammatteo Rizzonelli, notaio, durante la presentazione a Milano del progetto stesso. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Federico Nascimben (federico.nascimben@havaspr.com).