In barba alla continuità didattica

«Il recente Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI), relativo alle assegnazioni provvisorie dei docenti titolari delle scuole di ogni ordine e grado, aggraverà ulteriormente – secondo Gianluca Rapisarda – il problema della mancata continuità didattica per gli alunni con disabilità, che risulta essere un fattore determinante per favorirne il successo formativo. Cosicché si perpetuerà sempre più il sistema attuale, sulla base del quale la maggior parte di quegli allievi sono costretti, ogni anno, a cambiare docente di sostegno, ricominciando praticamente tutto da capo»

Aula di scuola vuotaChe cosa succederà al sostegno degli alunni con disabilità, a seguito della sottoscrizione, il 21 giugno scorso, del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) relativo alle assegnazioni provvisorie dei docenti titolari delle scuole di ogni ordine e grado?
Prima di rispondere a tale quesito, voglio precisare che – pur ritenendo la mobilità professionale/territoriale un diritto fondamentale di ogni docente, compresi quelli per il sostegno -, sono convinto che l’altrettanto sacrosanto diritto alla continuità didattica dell’allievo con disabilità non possa essere assolutamente garantito da insegnanti “in assegnazione provvisoria”, “in deroga”, “in messa a disposizione” o con l’obbligo di permanenza quinquennale nel ruolo e non nella medesima scuola, quanto piuttosto da un chiaro e inequivocabile “vincolo” del docente specializzato all’intero ciclo d’istruzione dello studente, vincolo di cui il Decreto Attuativo 66/17 della Buona Scuola sull’inclusione scolastica si è scandalosamente “dimenticato”.

Ciò premesso, considero un risultato deludente l’accordo da poco raggiunto dal Ministero con i Sindacati del Comparto Scuola in merito alla mobilità annuale, ricco com’è di deroghe e sotterfugi furbeschi rispetto al vincolo triennale dei docenti titolari che, in àmbito di sostegno, contrastano grossolanamente con lo stesso principio di continuità didattica, già colpevolmente tradito, come detto poc’anzi, dal Decreto Legislativo 66/17.
In Sicilia, ad esempio, quasi tutte le Province non avranno per il prossimo anno scolastico molti posti destinati alle assegnazioni provvisorie e quindi chi volesse rientrare sul sostegno su quelle Province, non ci riuscirà così facilmente. Ma il vero paradosso è che quei posti rimasti vacanti sul sostegno in Sicilia – come in tante altre Regioni, soprattutto del Mezzogiorno – potranno essere coperti non da docenti titolari, ma da insegnanti non “specializzati e abilitati”, con le semplici lettere di “messa a disposizione”.
In molte Province, pertanto, sulla base del citato Contratto Collettivo sulla mobilità annuale, i posti dei docenti per il sostegno non specializzati in deroga saranno maggiori di quelli dei colleghi che potranno rientrare in assegnazione con il titolo di sostegno.
E tale trand negativo sarà destinato ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo anno scolastico, poiché i posti degli insegnanti per il sostegno “in deroga” saranno ancora più elevati (47.000 in tutta Italia; fonte: Rocco Pinneri del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca).
Al riguardo, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha stimato lo scorso anno che quasi il 40% dei posti sul sostegno siano coperti tuttora da docenti precari.

Per ultimo, ma non certo ultimo, nei prossimi giorni gli Uffici Scolastici Regionali emaneranno i propri Decreti sui posti “in deroga”, provvedimenti considerati “doverosi”, dopo le migliaia di ricorsi presentati solo nell’ultimo anno dalle famiglie dei ragazzi con disabilità (8,2% per la scuola primaria e 5,1% per quella secondaria di primo grado, di cui al Sud rispettivamente il 12,4% e il 9,1%).
Citando ancora la Sicilia a titolo di esempio, nello scorso anno scolastico i posti sul sostegno “in deroga” sono stati 5.000, e nel prossimo anno saranno senz’altro di più, così come saranno crescenti nelle altre Regioni.
Senza parlare ancora delle tantissime mancate ammissioni del cosiddetto ultimo “Concorsone”, e dell’enorme domanda di insegnanti di sostegno (circa 120.000 in servizio di cui soltanto il 60% circa di ruolo), che hanno letteralmente mandato in tilt il sistema scolastico territoriale.
Si ricordi a tal proposito la Nota Ministeriale Protocollo n. 24306 del 1° settembre 2016, che recitava testualmente: «In caso di esaurimento degli elenchi degli insegnanti di sostegno compresi nelle graduatorie ad esaurimento, i posti eventualmente residuati sono assegnati dai dirigenti scolastici delle scuole in cui esistono le disponibilità, utilizzando gli elenchi tratti dalle graduatorie di circolo e d’istituto, di prima, seconda e terza fascia». Migliaia di cattedre di sostegno sono state perciò affidate – e continueranno ad esser affidate – a docenti senza alcun tipo di specializzazione, costringendo in tal modo le famiglie di persone con disabilità a ricorrere sempre più spesso ai giudici per dare un’istruzione adeguata ai loro figli.
Questa grave situazione, ulteriormente peggiorata dal recente Contratto Collettivo sulla mobilità annuale del personale docente, determinerà di fatto anche per il prossimo anno scolastico l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che risulta essere un fattore determinante per favorirne il successo formativo.
Infatti, a parere di chi scrive, i numeri sopra riportati, il mancato vincolo del docente per il sostegno con il proprio alunno/studente con disabilità per l’intero grado di istruzione, l’assenza di un piano strutturale di assunzione degli insegnanti specializzati e il loro mancato passaggio dall’attuale organico di fatto a quello di diritto non potranno garantire di certo un’effettiva continuità didattica e faranno in modo che si perpetui il sistema attuale, sulla base del quale la maggior parte degli allievi con disabilità sono costretti, ogni anno, a cambiare docente di sostegno, ricominciando praticamente tutto da capo (relazione educativa, nuovo metodo di insegnamento, relazione docente-classe-alunno disabile…).
Ed è proprio soprattutto sull’ambizioso obiettivo del transito dei docenti per il sostegno dall’organico di fatto a quello di diritto che stanno lavorando ultimamente, “uniti e compatti”, i genitori dei ragazzi con disabilità e gli insegnanti specializzati, mediante la presentazione di un maxiricorso, che ponga fine a quella che chi scrive, senza timore di essere smentito, ha sempre definito una vera e propria “vergogna nazionale”.

Direttore scientifico dell’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Per informazioni: direttorescientifico@irifor.eu.

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