«Per “accomodamento ragionevole” – si legge al secondo articolo della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (Legge dello Stato 18/09) – si intendono le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali». Una definizione chiara, che non necessita di troppe spiegazioni in più, e che torna subito alla mente, leggendo sulla testata «La Nuova Ferrara» di una vicenda quanto mai sintomatica (e diffusa) come quella riguardante il complesso architettonico dei Trepponti di Comacchio, il più noto ponte, nonché il monumento più rappresentativo del centro lagunare in provincia di Ferrara.
«La Soprintendenza – si legge sulla “Nuova Ferrara” – ha detto no alla passerella per disabili, che è stata tolta. Così la vista sui Trepponti sarà anche bellissima, ma solo per coloro che possono arrivarci. Questo nell’anno dei borghi storici proclamato dal Ministero per i Beni e le attività culturali, quando Comacchio ha ottenuto un posto d’onore, tanto che pure il Fai [Fondo Ambiente Italiano, N.d.R.] ha scelto il suo centro storico tra le location delle Giornate nazionali del Fai di Primavera».
La situazione di Comacchio riproduce in minima scala quanto accade ad esempio a Venezia, come annota correttamente la testata ferrarese: «Ponti e canali che storicamente connotano la cittadina lagunare, rappresentano autentiche barriere architettoniche naturali, alle quali il Comune aveva tentato di ovviare, posizionando una passerella, che per alcuni anni ha attraversato il canale di via della Pescheria. “Il ponticello oltre a essere sicuro era comodo anche per noi residenti – fa sentire la sua voce Ortensia Amadei, una giovane mamma – e da quando è stata rimossa sono costretta a percorrere il Trepponti con la mia bimba in braccio o a fare un percorso più lungo e pericoloso, sempre a piedi da via Trepponti e via Bonnet, dribblando le automobili».
«La passerella – prosegue l’articolo – indubbiamente non in linea con il pregio architettonico e paesaggistico del luogo, per alcuni anni aveva consentito a tutti di raggiungere agevolmente il parcheggio posto di fronte al supermercato Coop, attraversando il cortile di Palazzo Bellini e la stessa piazzetta Trepponti. Il suo scopo era anche quello di permettere ai turisti con problemi di deambulazione di percorrere un itinerario senza ponti ed ostacoli, per accedere al vecchio museo del carico della nave romana».
Come detto, però, quella stessa passerella, conclude l’articolo «è stata rimossa in occasione della parata estiva di barche del 17 giugno scorso» e «non potrà tornare al suo posto». Infatti, «la Soprintendenza l’ha ritenuta non decorosa e il Comune deve attenersi alle sue prescrizioni». Dal canto suo, si informa, «il Comune ha ritenuto di avviare da subito un progetto per la posa di segnaletica idonea, volta a suggerire ai turisti percorsi alternativi per raggiungere il centro storico, senza dover percorrere il monumentale ponte dei Trepponti».
Almeno un paio di riflessioni sono doverose. Innanzitutto è un fatto significativo che a corredo di un articolo intitolato Dai Trepponti sparisce la passerella: disabili in difficoltà, si proponga la testimonianza non di una persona con disabilità danneggiata dalla soppressione della passerella, ma quella di una mamma con il passeggino della figlia, della quale viene registrato il disagio. Un’ulteriore conferma, questa, che un ambiente non accessibile danneggia molti altri cittadini e non solo quelli con disabilità.
La seconda riflessione riconduce segnatamente al concetto di “accomodamento ragionevole” con cui avevamo aperto questa nota, uno dei “punti cardine” della Convenzione ONU.
Non possiamo naturalmente mettere in discussione la valutazione estetica della Soprintendenza, né ovviamente pretendiamo che in nome dell’accessibilità venga “deturpato il decoro” di un monumento storico (pur se quella passerella, a quanto leggiamo, è stata ritenuta inaccettabile solo dopo alcuni anni). Ma siamo davvero certi che in questo caso – e in altri simili – l’unica forma possibile di “accomodamento ragionevole” sia una segnaletica idonea a suggerire percorsi alternativi? Ai Lettori (e anche al Comune di Comacchio) altre possibili riflessioni (e risposte). (Stefano Borgato)
Ringraziamo per la segnalazione il Servizio HandyLex.org.
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