Di ogni notizia va naturalmente verificata l’attendibilità, tanto più in un’epoca come quella attuale in cui si rischia di smarrirsi in un vero e proprio “oceano di informazioni”. In alcuni casi, però, si resta letteralmente senza parole, sperando proprio di trovarsi di fronte a qualcosa di inventato. E invece…
Invece pare proprio non sia così per quanto si legge sulla «Stampa» (edizione di Torino), alla nota di Jacopo Ricca intitolata Torino, discorso funebre col disco orario.
Di che cosa si tratta? Del parroco – a quanto pare in uscita – del santuario torinese di Santa Rita, che durante un funerale avrebbe impedito al figlio di un defunto di leggere le tre pagine dattiloscritte della commemorazione. Motivo? Quell’uomo è una persona con disabilità e con difficoltà di parola, mentre «una commemorazione – secondo le parole di don Lello Birolo, riportate dalla “Stampa” – dev’essere un pensiero, non può durare 10 minuti. Questo è quello che prevede la legge della chiesa. Per leggere un testo bisogna avvertire preventivamente il parroco e non è stato fatto».
A quel punto il figlio del defunto, Gian Contardo Colombari, si rifiuta comprensibilmente di far leggere solo una parte minima del testo e con grande amarezza, ma in modo tutto sommato pacato, dichiara: «Ci avevano detto che bastava chiedere al parroco prima della messa, ma indipendentemente dalle norme ecclesiali, questa pratica è accettata. E considerata la mia disabilità e una vita, quella di mio padre (e anche quella di mia madre), spesa totalmente al mio servizio, si poteva umanamente concedere una deroga».
D’accordo, il rispetto delle Leggi è fondamentale, lo scriviamo tutti i giorni su queste stesse pagine. Ma la “legge del buon senso” non conta proprio nemmeno un po’? (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa).
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