Quante tragedie ancora?

di Vincenzo Gallo*
«Mi auguro - scrive Vincenzo Gallo - che la morte in seguito ad un incendio in un palazzo del centro storico di Cosenza di tre persone che pare soffrissero di malattie mentali e che fossero state in passato sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori, possa sollecitare le autorità in Calabria e sull’intero territorio nazionale a chiedersi quante siano, dove e in quali condizioni e rischi vivano le persone con disabilità, prevedendo interventi per evitare altri casi simili»
Agosto 2017: incendio nel centro storico di Cosenza
L’incendio nel centro storico di Cosenza, che nei giorni scorsi ha causato la morte di tre persone

La morte in seguito ad un incendio in un palazzo del centro storico di Cosenza di tre persone che pare soffrissero di malattie mentali e che fossero state in passato sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori, mi auguro solleciti le autorità in Calabria e sull’intero territorio nazionale a chiedersi quante siano, dove e in quali condizioni e rischi vivano le persone con disabilità, prevedendo interventi per evitare altri casi simili.

Secondo un recente rapporto dell’Istat presentato in Parlamento, le persone con disabilità nel 2013 erano 3,2 milioni, di cui 2,5 milioni di anziani. La spesa pro capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli o associati per l’area disabilità risultava più alta in Trentino Alto Adige (11.806 euro), Friuli Venezia Giulia (10.175 euro) e Sardegna (8.046 euro). Tra le ultime Regioni, invece, sempre per spesa pro capite, vi era proprio la Calabria (326 euro), seguita solo dalla Valle d’Aosta.
In pratica si può dire che la metà delle persone con disabilità gravi con meno di 65 anni non riceva aiuti dai servizi pubblici e sia assistita solo dai familiari.
C’è pertanto la necessità di prevedere interventi sanitari e sociali integrati obbligatori e non discrezionali per le persone con disabilità. In particolare, bisognerebbe investire soprattutto in strutture per la cura e la ricerca, per l’assistenza domiciliare e l’integrazione sociale, come già avviene in alcune aree del Paese, garantendo pari opportunità alle stesse persone con disabilità, in coerenza con la nostra Costituzione e con la legislazione esistente spesso ignorata.

Padre di un giovane con disabilità.

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