Un’offesa a tutte le persone con disabilità

«Quelle parole costituiscono una gravissima offesa a tutte le persone con disabilità»: per questo la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ha deciso di sporgere presso la Questura di Milano una denuncia-querela nei confronti dell’autore di quel famigerato cartello affisso in un Centro Commerciale, che si è scoperto in questi giorni essere un imprenditore quarantenne, per giunta laureato, nonostante le grossolane sgrammaticature contenute nel suo incommentabile messaggio

Dito puntato di un uomoA quanto si legge, dunque, sarebbe un imprenditore quarantenne e per giunta laureato, quell’automobilista multato nei giorni scorsi per occupazione abusiva di un parcheggio per disabili, che aveva piazzato in un centro commerciale nei pressi di Milano un famigerato cartello diffamatorio, recante un testo ormai noto ai più e che riportiamo ai Lettori: «A te handiccappato [sic!] che ieri hai chiamato i vigili per non fare 2 metri in più vorrei dirti questo: a me 60€ non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handiccappato……… [sic!]. Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia!!!».
Avevamo già scelto di commentare con l’ironia di Francesco Giovannelli questa vicenda di per sé incommentabile, sottolineando per altro anche la scarsa conoscenza dell’italiano da parte dell’autore di quel cartello. Oggi, come detto, scopriamo anche trattarsi di un laureato, ciò che può far riflettere sull’eccessiva facilità con cui vengono rilasciati certi titoli di studio…

Chi invece ha puntato direttamente “al sodo” è stata la LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha deciso di sporgere presso la Questura di Milano denuncia-querela contro l’autore di quel gesto. «Le sue parole – sottolinea infatti Marco Faini, vicepresidente della Federazione lombarda – rappresentano una gravissima offesa per tutte le persone con disabilità». «Siamo di fronte a una violenza verbale gratuita e assolutamente immotivata – aggiunge – e poiché uno dei nostri obiettivi statutari è proprio quello del rispetto dei diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, per questo motivo abbiamo deciso di ricorrere alle vie legali».

«Auspichiamo dunque – conclude il Vicepresidente della LEDHA – che la persona venga sanzionata in base ai termini previsti dalla legge. A prescindere poi dall’esito dell’iter giudiziario di questa vicenda, vorremmo che egli trovasse il coraggio di chiedere scusa e soprattutto che venisse a trovarci, per conoscere veramente il mondo delle persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).

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