In questi giorni, come ormai avviene all’inizio di ogni anno scolastico, si susseguono ripetute e allarmanti notizie che sottolineano la ciclica difficoltà dei vari Uffici Scolastici Regionali nel reperire docenti per il sostegno e il paradosso che, quando se ne trovano, essi sono spesso non abilitati né specializzati.
È triste constatare come tale fenomeno, pur essendo diventato “endemico” nel sistema educativo del nostro Bel Paese, venga affrontato, anche all’inizio di quest’anno scolastico, con la solita leggerezza e superficialità dal Ministero, che al contrario e inspiegabilmente, continua ad incaponirsi nella sua mancata azione di “stabilizzazione” degli insegnanti specializzati.
Infatti, anche se dal 2007, anno di costituzione delle cosiddette “Graduatorie ad esaurimento”, le immissioni in ruolo spettano per metà ai vincitori di concorso e per l’altra metà agli iscritti a quelle stesse Graduatorie, per il sostegno, invece, questi arruolamenti sono ridotti ormai al lumicino, sia per l’insufficiente numero di assunzioni dei vincitori (tra l’altro pochissimi) dell’ultimo Concorsone voluto dalla Legge sulla Buona Scuola [107/15, N.d.R.], sia perché le Graduatorie ad Esaurimento, attualmente, si sono quasi del tutto svuotate.
La cosa ancor più grave è che – a causa di alcune Circolari del Ministero a dir poco discutibili – in caso di assenza di docenti specializzati di ruolo e dei supplenti con il titolo di specializzazione, i posti vacanti (che sono una buona parte, considerata – come detto – l’ormai pressoché totale mancanza di vincitori di concorso e con le Graduatorie ad Esaurimento praticamente smaltite) possono essere coperti con quelli che la burocrazia ministeriale chiama “supplenti in deroga” o, ancor peggio, “senza titolo”: di fatto, docenti non abilitati né specializzati che, a settembre, si reinventano ogni anno insegnanti di sostegno.
La situazione è diventata particolarmente preoccupante in Sicilia, dove, secondo fonti ministeriali, sarebbero presenti 16.378 posti di sostegno, oltre la metà dei quali divisi tra Palermo e Catania: per l’Amministrazione, quasi un terzo di queste cattedre deve andare necessariamente a supplenza fino al 30 giugno prossimo, perché il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Isola, Maria Luisa Altomonte, tramite il Decreto Direttoriale n. 52, ha assegnato agli Uffici degli Ambiti Territoriali addirittura 4.872 cattedre in deroga. Un numero impressionante, non certo giustificabile dalle 1.203 nuove certificazioni accordate delle ASL rispetto al 2016, nonché dall’incremento di ulteriori alunni con disabilità grave.
Come dire che l’esperienza di questi ultimi quarant’anni non sembra affatto avere insegnato al Ministero che precarietà e scarso investimento sulla formazione degli operatori non giovano ai nostri ragazzi e che, soprattutto, questo eccessivo ricorso a una quantità impressionante di insegnanti per il sostegno “senza titolo” non è garanzia di qualità dell’inclusione scolastica.
A questo punto, temiamo proprio che, stanti così le cose, la mancanza di una visione a lungo termine del Ministero e il suo “dogma” del risparmio e delle graduatorie ad ogni costo faranno in modo che in Sicilia, anche per quest’anno, il diritto allo studio degli allievi con disabilità resti desolatamente solo sulla carta.
Pertanto, ricordando a chi di dovere che ai sensi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ogni diritto negato a queste ultime è un atto di discriminazione, chiediamo all’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano che si faccia immediatamente carico, per il tramite delle proprie risorse, dell’attivazione di corsi di formazione e aggiornamento sia per i docenti supplenti che per il personale ATA (Ausiliario Tecnico Amministrativo), per lo meno allo scopo di tamponare una situazione che rischia di diventare drammatica.