Cresce il PIL, ma sempre meno risorse per la Sanità Pubblica

«Anche la recente “Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017” - sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE - conferma il trend che sta via via portando a un inaccettabile paradosso, quello cioè di una programmazione sanitaria sganciata da quella finanziaria: sulla carta, infatti, i cittadini italiani dispongono di un “paniere” di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) tra i più ricchi d’Europa, ma al tempo stesso la nostra Sanità è agli ultimi posti per finanziamento pubblico»

Sfigmomanometro sopra a diversi tagli di euro«La Nota di Aggiornamento del DEF conferma in maniera inequivocabile che alla documentata ripresa dell’economia non conseguirà un incremento proporzionale del finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale. In altri termini, se inizialmente il progressivo definanziamento della Sanità Pubblica era stato un’inevitabile conseguenza della crisi economica, oggi rappresenta una costante irreversibile».
Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE*, commenta in un comunicato i contenuti della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017, approvata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri.
«Questo trend – aggiunge Cartabellotta – conferma l’inaccettabile paradosso generato da una programmazione sanitaria sganciata da quella finanziaria: sulla carta, infatti, i cittadini italiani dispongono di un “paniere” di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) tra i più ricchi d’Europa, ma al tempo stesso la nostra Sanità è agli ultimi posti per finanziamento pubblico. Ecco perché, come più volte abbiamo ribadito, i nuovi LEA, da grande traguardo politico, rischiano di trasformarsi in illusione collettiva, con gravi effetti collaterali per la popolazione: allungamento delle liste d’attesa, aumento della spesa out-of-pocket [“di tasca propria”, N.d.R.], sino alla rinuncia alle cure».

«Nel Piano nazionale di riforme per la sanità – sottolinea infine il Presidente della Fondazione GIMBE – la Nota di Aggiornamento del DEF 2017 cita per l’ennesima volta l’attuazione del Patto per la Salute 2014-2016** e del Patto per la Sanità Digitale, da realizzarsi entro il 2017. Si tratta di riferimenti quanto meno anacronistici, se si considera che quei Patti sono al palo ormai da tempo, per cui appare del tutto utopistica la previsione che tutte le misure mai realizzate in tre anni possano essere attuate in soli tre mesi a fine legislatura e in pieno clima pre-elettorale». (S.B.)

*La Fondazione GIMBE è l’organizzazione costituita qualche anno fa dall’Associazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, nota anche per la sua campagna Salviamo il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
**Il Patto per la Salute – del quale nel luglio del 2014 è stato appunto definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.

È disponibile a questo link il testo integrale della nota diffusa dalla Fondazione GIMBE sulla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@gimbe.org (Roberto Luceri).

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