Viene giudicato quanto meno deludente, da Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e componente della Giunta Nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), lo schema di testo unificato predisposto nei giorni scorsi in Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, del quale anche il nostro giornale si è già occupato e con il quale sono stati unificati i tre precedenti Disegni di Legge riguardanti il riconoscimento dell’attività di cura ed assistenza dei familiari verso persone con disabilità, i cosiddetti “caregiver familiari”.
Si tratta, lo ricordiamo, del Disegno di Legge n. 2048 (Cristina De Pietro e altri), Misure in favore di persone che forniscono assistenza a parenti o affini anziani, del n. 2128 (Laura Bignami e altri), Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare e del n. 2266 (Ignazio Angioni e altri), Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare».
«Ciascuno dei tre Disegni di Legge – sottolinea Speziale – conteneva alcuni punti qualificanti, ma anche irrisolte alcune delle questioni più rilevanti, che semmai le altre due in minima parte riprendevano. Per questo nel febbraio scorso avevamo partecipato, come ANFFAS, alle consultazioni online promosse dalla Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, con un nostro documento in cui chiarivamo i punti che per noi erano e sono imprescindibili, arrivando a proporre di riprendere, sviluppandoli, vari punti delle tre proposte (specie della 2128 e della 2266) all’interno di un testo che li riunificasse e speravamo che questo accadesse. Ma oggi il testo unificato al Senato ha disatteso tutto ciò».
Nel dettaglio, il documento presentato nel febbraio scorso dall’ANFFAS al Senato (disponibile a questo link) conteneva la proposta di un Testo Unificato che – partendo in particolare dai Disegni di Legge Angioni e Bignami – chiedeva:
° il riconoscimento, per l’attività del caregiver, di contributi figurativi almeno equiparati a quelli di lavoro domestico, per dare diritto al relativo trattamento pensionistico a partire dal raggiungimento di 30 annualità, anche unendo quelli eventualmente versati anche per attività lavorative proprie;
° la garanzia al caregiver della medesima tutela riconosciuta ai lavoratori per gli infortuni, le malattie professionali e le tecnopatie;
° la garanzia alla persona con disabilità assistita della copertura assicurativa a carico dello Stato per il rimborso delle spese effettivamente sostenute per la vacanza assistenziale nei periodi di impossibilità da parte del caregiver familiare (malattia grave ecc.);
° la compatibilità del caregiver a ricoprire il ruolo di assistente personale ed essere così rimborsato con Assegni di Cura o simili interventi economici da parte delle Regioni e Province Autonome.
«Ebbene – dichiara il Presidente dell’ANFFAS – il Testo Unificato su cui si aprirà la discussione al Senato non ha purtroppo nulla di quanto da noi richiesto, contenendo solo un orientamento per le Regioni e per le Province Autonome volto a sostenere il caregiver con informazioni sulla presa in carico, formazione per l’attività di cura, sostegno psicologico o promozione di gruppi di mutuo-aiuto. Troppo poco! Inoltre, l’articolo 3 del Testo Unificato prevede che eventuali diritti economici e sociali di competenza dello Stato saranno individuati dalla Legge di Bilancio annuale e questo non garantisce una visione di sistema rispetto al caregiver, lasciata invece, volta per volta, alle solite schermaglie di fine anno sulla Legge di Bilancio, senza un approccio che dia continuità al progetto di vita della persona con disabilità, in cui bisogna anche valorizzare l’apporto del caregiver in relazione con tutti servizi e gli interventi pubblici che ruotano attorno a quella persona».
«Considerato quanto detto – conclude Speziale – chiediamo ufficialmente che la discussione in Senato riparta dal Testo Unificato proposto dalla nostra Associazione. Dal canto nostro, infatti, siamo sì pronti ad un’interlocuzione seria, che però parta appunto dalla nostra posizione e proposta di unificazione dei testi, avendo bene a mente che tutto questo è per garantire alla persona con disabilità un sistema partecipato di tutti i sostegni formali e informali di cui fruisce nella partecipazione ai vari contesti di vita. Diversamente contrasteremo in maniera decisa questa deriva». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale).