In coerenza con i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, nelle Linee Guida Umbre in materia di Vita Indipendente delle persone con disabilità, si dice che la programmazione regionale e quella locale prevedono azioni tese a sviluppare strategie che consentano di garantire quanto più possibile la condizione di indipendenza, attraverso percorsi di abilitazione e di empowerment (accrescimento della consapevolezza rispetto alle proprie scelte) della persona con disabilità, interventi di welfare di comunità e l’adattamento dei servizi e delle strutture sociali.
E tuttavia il Centro per l’Autonomia Umbro, dopo quattordici anni di attività, rischia di chiudere definitivamente, dopo essere stato, dal 2003, il punto di riferimento dell’innovazione di questa Regione, per la presa in carico secondo il modello della Vita Indipendente e del progetto di vita delle persone con disabilità e dopo avere contribuito attivamente a rendere il Comune di Terni pioniere in Umbria della sperimentazione sulla Vita Indipendente, tramite il bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 2013.
Viene lasciato a se stesso, dopo avere contribuito a coinvolgere e offerto il supporto a numerosi Comuni delle Zone Sociali della Regione (Perugia, Assisi, Marsciano-Todi, Città di Castello, Panicale, Narni e Orvieto), impegnati anche loro a sviluppare i progetti per far partire la Vita Indipendente, così come previsto dai Bandi Ministeriali del 2014, 2015 e 2016, nonché dalla già citata Convenzione ONU e dal II Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, approvato recentemente e reso pubblico dal Governo.
Non è bastato che questo think tank [“serbatoio di pensiero”, N.d.R.] delle politiche per l’inclusione delle persone con disabilità, che raccoglie in sé l’anima associativa e quella operativa del movimento umbro delle persone con disabilità, contribuisse a rendere pioniere il Comune di Terni, fin dal 2005, anche nella sperimentazione del metodo di democrazia partecipata definito Agenda 22, per la realizzazione del Piano di Politiche per la Disabilità per politiche inclusive e di mainstreaming nei confronti delle persone con disabilità [per “mainstreaming” si intende qui il fatto che le questioni legate alla disabilità debbano essere prese in considerazione tanto nella pianificazione quanto nell’esecuzione di tutte le politiche che abbiano un certo impatto sulla società, N.d.R.].
Quando si parla di Centro per l’Autonomia, si parla di una struttura fisica che raccoglie un servizio per le persone con disabilità, ma anche della sede dell’Associazione Vita Indipendente Umbria, del Centro Risorse EmpowerNet e della FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che raccoglie ventisette Associazioni che tutelano e promuovono i diritti delle persone con disabilità, contenuti nella Convenzione ONU.
Il connubio virtuoso tra l’operatività del Centro per l’Autonomia e la dimensione politica propria della rete associativa ha permesso, tra l’altro, di arrivare alla definizione – insieme alle Istituzioni regionali – delle già citate Linee Guida in materia di Vita Indipendente della persona con disabilità. Per non parlare della collaborazione con la Regione ai tavoli dell’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità (in esso, oltre ai membri della FISH Umbria, ci sono sempre stati anche i referenti “tecnici” del Centro Risorse EmpowerNet/Centro per l’Autonomia), alla revisione di Piani Sociali e Sanitari, del PRINA (Piano Regionale Integrato Non Autosufficienza) e così via.
Quando si parla di Centro per l’Autonomia, si parla della prima, fino ad oggi unica esperienza umbra, di servizio di “consulenza alla pari”, una pratica diffusa negli Stati Uniti già cinquant’anni fa, arrivata poi in Europa alla fine degli Anni Ottanta e in Italia solo negli ultimi anni, nelle Regioni virtuose in materia di Vita Indipendente.
E ancora, quando si parla di Centro per l’Autonomia, si parla di un’attività che fino al 2015 si è strutturata su quattro tipo di servizi: Contact Center, Percorso di Vita Indipendente, Counseling, Centro di Mobilità Umbro.
Il Contact Center è un punto di contatto multicanale, con cui viene garantita alle persone con disabilità, alle loro famiglie e agli interessati la possibilità di disporre di informazioni sull’offerta dei servizi territoriali delle Zone Sociali di Terni, Narni e Orvieto e dei relativi Distretti Socio-Sanitari dell’USL Umbria n. 2.
Il Percorso di Vita Indipendente è un supporto indispensabile – offerto attraverso un team multiprofessionale che opera in modo multidimensionale e il cui perno è il consulente alla pari – per la definizione e la realizzazione del Progetto di Vita di una persona con disabilità; potenzia la motivazione della persona stessa a dotarsi degli strumenti per raggiungere il più alto livello di qualità della vita e di inclusione sociale; opera per l’integrazione e l’interazione con la rete dei servizi nella realizzazione di un percorso di empowerment che consenta alla persona di elevare i propri livelli di attività e partecipazione ai contesti di vita.
Il Counseling offre una risposta personalizzata a richieste relative a una specifica tematica per la quale è necessaria la consulenza di un esperto del team multiprofessionale.
Il Centro di Mobilità è uno dei sedici presenti in Italia, unico in Umbria, realizzati in collaborazione con il Progetto Autonomy. Programma per la mobilità di FIAT Auto. Dispone di un Visualizzatore delle Capacità Residue e di un circuito per le prove con auto che, di volta in volta, vengono allestite con gli adattamenti necessari alle condizioni di salute delle persone. Offre alle Commissioni Mediche Locali Patenti un indispensabile supporto nella formulazione di valutazioni di idoneità alla guida e consente alle persone con disabilità la giusta scelta degli allestimenti necessari.
Il Centro per l’Autonomia Umbro è dotato altresì di un portale web accessibile e delle seguenti attrezzature: appartamento domotico (cucina, un bagno, camera da letto; arredamento con movimentazione elettronica, con pensili e pianale da lavoro, tavolo da lavoro, armadio, letto); il già citato Visualizzatore delle Capacità Residue (VCR); un’auto multiadattata; una show room ausili; l’attrezzatura per l’officina di adattamento ausili.
Dalla sua apertura nel 2003, ha avuto una media annuale di 65 utenti che si sono rivolti ai servizi offerti e una media annuale di 223 quesiti di carattere sociosanitario. Nell’archivio del Contact Center, inoltre, sono pubblicate circa 351 schede tematiche suddivise nei tre Distretti Sociosanitari di Terni, Narni e Orvieto.
A proposito ancora del Contact Center, la presenza di esso ha permesso al Comune di Terni di prevedere la Smart governance: erogazione digitale dei servizi di Pubblica Amministrazione dell’Agenda Urbana. In particolare, al punto n. 4 (Servizi digitali per favorire l’accessibilità da parte dei cittadini con disabilità), si legge che: «Sarà sviluppato un servizio rivolto ai cittadini con disabilità finalizzato a generare informazioni personalizzate sull’offerta complessiva di servizi pubblici locali. Sarà possibile selezionare e rendere automaticamente disponibili le informazioni utili al singolo cittadino attraverso una profilazione […]. Il servizio consentirà di utilizzare ed integrare il capitale informativo in possesso di soggetti pubblici e privati (ad esempio la banca dati del Contact Center del Centro per l’Autonomia Umbro) per fornire indicazioni puntuali in relazione all’accessibilità e alla fruibilità, attuale e potenziale, dei servizi e delle prestazioni».
Da ultimo, preme sottolineare che Centro per l’Autonomia significa anche Centro di Documentazione sulla Disabilità (CDD), biblioteca presente all’interno di esso, unica nel suo genere nella Regione Umbria, poiché dispone di un patrimonio bibliografico costituito da oltre 100 testate di periodici e da circa 1.000 volumi dedicati alla disabilità, di carattere informativo e documentario specializzato, sia teorico che tecnico-operativo.
Ebbene, la chiusura del Centro per l’Autonomia Umbro significherebbe la fine di tutto ciò, e soprattutto significherebbe per le persone con disabilità non poter più disporre di supporti essenziali per accrescere le proprie conoscenze e consapevolezze ed essere privati di un’importante opportunità per definire e perseguire i propri obiettivi di Vita Indipendente.