Maria Chiara ed Elena Paolini, due sorelle disabili di Senigallia (Ancona), componenti del nostro Comitato [Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità, N.d.R.] hanno recentemente scritto una lettera aperta, dalla cui diffusione sui social network è nato il movimento #liberidifare, al quale abbiamo aderito sin da subito [di tale iniziativa si legga ampiamente anche sulle pagine del nostro giornale, N.d.R.].
#liberidifare si è posto l’obiettivo di testimoniare l’importanza e la necessità di un sostegno più concreto alla Vita Indipendente delle persone non autosufficienti; esso ha promosso una manifestazione svoltasi nei giorni 3, 4 e 5 novembre in molte città italiane, tra cui dieci solo nella nostra Regione. Tali iniziative hanno fatto registrare un’ottima partecipazione di persone con disabilità e non, e una grande risonanza nei mezzi di comunicazione locali e regionali, e sui social network.
Lo scorso 7 novembre abbiamo avuto un incontro presso la Regione Marche, per aggiornamenti circa l’approvazione della Proposta di Legge Regionale 66/16 (Interventi regionali per favorire la Vita Indipendente delle persone con disabilità), che se venisse adeguatamente finanziata, darebbe maggiore certezza sul diritto all’assistenza personale nella nostra Regione.
Ebbene, siamo stati accolti in una sala troppo piccola e dall’aria irrespirabile (l’incontro era alle 16, e avevamo già comunicato in mattinata che avrebbe partecipato un grande numero di persone). Varie persone con disabilità, arrivate ad Ancona da tutte le Marche, sono rimaste fuori dalla stanza, senza che si provvedesse a un doveroso cambio di aula. Inoltre, siamo stati accolti in modo sbrigativo, in una riunione interrotta da telefonate e addirittura in contemporanea con un incontro consiliare.
I nostri interlocutori sono stati Fabrizio Cesetti, assessore regionale al Bilancio, Fabrizio Volpini, presidente della Commissione Consiliare Sanità-Sociale, Francesco Giacinti, presidente della Commissione Bilancio e Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio Regionale.
In tale sede, i nostri interlocutori si sono impegnati ad approvare la Legge entro il prossimo mese di dicembre, al massimo entro gennaio 2018, mentre nel precedente incontro che avevamo avuto con loro il 10 luglio scorso, ci era stato detto che sarebbe successo a settembre/ottobre.
Hanno inoltre annunciato che la Legge stessa verrà finanziata raddoppiando il fondo attuale di 600.000 euro – che copre solo 72 progetti in tutta la Regione – per arrivare a 1.200.000 euro.
Da parte nostra abbiamo manifestato una profonda delusione, perché nel precedente incontro avevamo chiesto un fondo adeguato alle reali necessità di almeno 2 milioni di euro.
Maria Laura Bernacchia e Giovanni Santarelli del Servizio Disabilità della Regione hanno promesso quindi una Delibera che, in attesa dell’applicazione della Legge, prorogherà i 72 progetti attualmente attivi e ne avvierà pochi altri.
Il finanziamento ipotizzato dalla Regione è palesemente insufficiente a coprire i reali bisogni delle persone con disabilità marchigiane che hanno i requisiti e le motivazioni per fare Vita Indipendente.
A tal proposito va detto che due giorni dopo l’incontro, il presidente della Regione Luca Ceriscioli ha confermato in un comunicato stampa le promesse verbali dei nostri interlocutori, ribadendo che i 600.000 euro aggiuntivi per la legge verranno reperiti nel corso del 2018.
Ciò significa che le molte persone che il Comitato ha incontrato nelle assemblee svolte lo scorso settembre in diverse città della Regione, dovranno attendere almeno un anno prima di poter avviare un proprio progetto di Vita Indipendente, e che la maggior parte di loro non rientreranno neanche in tale progettualità e dovranno quindi aspettare ancora…
Dietro a questi fondi assolutamente insufficienti, che vengono stanziati col contagocce, ci sono delle persone con disabilità, nei confronti delle quali ogni Amministratore Pubblico dovrebbe sentire un forte senso di responsabilità, perché sono cittadini con gli stessi diritti di tutti gli altri non disabili. Ci sono persone a cui non vengono assicurate le stesse opportunità e gli stessi diritti degli altri: persone che non possono uscire di casa quando vogliono, che non possono studiare o lavorare per l’unico motivo della mancanza di assistenza, che non possono coltivare delle relazioni, che vivono nelle case di cura.
Vorremmo dunque ricordare al presidente Ceriscioli e all’assessore Cesetti che nell’aprile del 2015 il nostro Comitato li aveva incontrati durante la campagna elettorale, e già allora avevano promesso che, una volta eletti, si sarebbero impegnati per fare approvare al più presto la Legge che avrebbe tutelato il diritto alla Vita Indipendente delle persone con disabilità marchigiane.
Dopo due anni e mezzo da quelle promesse elettorali, ci troviamo ancora di fronte a promesse deludenti e inadeguate!