15.000 euro di risarcimento, perché discriminata in quanto disabile

A questo ammonta il risarcimento cui è stato condannato il Comune di San Paolo di Jesi, per avere discriminato una propria cittadina con disabilità motoria, già Consigliera Comunale, che si era visto impedito l’accesso al Municipio, a causa delle barriere. Nel frattempo, quello stesso Comune aveva installato un ascensore, altro risultato del tutto significativo. L’Associazione Coscioni, che ha sostenuto l’azione legale, lancia un appello a tutte le persone discriminate a causa della loro disabilità, di appellarsi anch’esse alla Legge 67/06, chiamando in giudizio chi le discrimina
Comune di San Paolo di Jesi (Ancona), prima e dopo l'installazione dell'ascensore
L’interno del Comune di San Paolo di Jesi (Ancona), prima e dopo l’intervento che ha portato all’eliminazione delle barriere architettoniche

«Anche se sono passati quattro anni, alla fine la giustizia ha fatto il suo corso e ha riconosciuto la discriminazione subita da Lucia Giatti da parte del Comune di San Paolo di Jesi. Oltre al risarcimento, va anche ricordato che nel 2014 quello stesso Comune, grazie alle iniziative intraprese dalla nostra organizzazione e all’azione giudiziaria delle signora Giatti, ha finalmente reso accessibili i propri uffici comunali alle persone con disabilità motoria, grazie all’installazione di un ascensore».
Lo dichiara, con legittima soddisfazione, Renato Biondini, segretario della Cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni, dopo che nei giorni scorsi, ed esattamente il 14 novembre, la Corte d’Appello di Ancona, tramite la Sentenza n. 1710, ha condannato il Comune di San Paolo di Jesi (Ancona) al pagamento di 15.000 euro a titolo di risarcimento danni, per avere discriminato Lucia Giatti, cittadina con disabilità motoria in carrozzina, nonché già consigliera comunale di quella stessa città.

Di tale vicenda, anche il nostro giornale si era ampiamente occupato, nella primavera del 2014, quando l’Associazione Coscioni aveva convocato una conferenza stampa, per annunciare appunto l’installazione dell’ascensore, presso il Comune di San Paolo di Jesi, in parallelo al sostegno dato all’azione legale di Lucia Giatti, che a causa delle barriere architettoniche, non aveva potuto accedere né alla sala consiliare né agli uffici comunali. A tal proposito, ci si era segnatamente appellati alla Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni).
«Il riconoscimento da parte della Corte d’Appello di Ancona della natura discriminatoria della condotta omissiva tenuta in tutti questi anni dal Comune di San Paolo di Jesi – sottolinea Alessandro Gerardi, l’avvocato che ha sostenuto l’azione di Lucia Giatti -, con il conseguente risarcimento del danno, ma anche l’abbattimento delle barriere architettoniche e, quindi, l’installazione dell’ascensore all’interno dell’edificio comunale, rappresentano l’ennesimo successo raggiunto dalla nostra Associazione sul fronte della lotta alle discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità. Si tratta di un successo conseguito in primis grazie al coraggio e alla determinazione di Lucia Giatti, il cui comportamento deve essere da esempio per tutte quelle persone con disabilità che ogni giorno in Italia, in tutta Italia, vengono discriminate a causa di una serie di barriere non solo architettoniche e sensoriali, ma soprattutto culturali, che impediscono loro di svolgere una vita libera e indipendente».

«Con il nostro Progetto Soccorso Civile per l’eliminazione delle barriere architettoniche [se ne legga la presentazione sulle nostre pagine, N.d.R.] – dichiara dal canto suo Gustavo Fraticelli, vicesegretario dell’Associazione Coscioni – abbiamo promosso in tutta Italia con altre Associazioni l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità, la condivisione delle azioni e iniziative di ogni livello, fatto conoscere ai cittadini la possibilità di segnalare con la nostra App NO Barriere le discriminazioni in atto nel proprio Comune. È solo un primo passo verso la definitiva eliminazione delle barriere architettoniche, ma col nostro aiuto possono farne tutti, ad esempio scaricando gratuitamente quella stessa App su Google Play e iTunes».
«Facciamo inoltre un appello – conclude Fraticelli – a tutte quelle persone che sono discriminate a causa della loro disabilità: rivendicate i vostri diritti e appellatevi alla Legge 67/06, chiamando a giudizio chi vi discrimina. Abbiate fiducia, la Legge è dalla vostra parte!». (S.B.)

Ringraziamo Fabio Ragaini per la segnalazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Renato Biondini (cellulacoscioniancona@gmail.com).

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