«Vogliamo essere cittadini attivi, vogliamo cioè avere il diritto di mettere in pratica le nostre opinioni e non solo di esprimerle. I tre documenti approvati sono strumenti utili per passare dall’inclusione alla partecipazione, un buon risultato che ci permette di crescere».
Così Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), commenta gli esiti del 4° Parlamento Europeo delle Persone con Disabilità, iniziativa svoltasi ieri, 6 dicembre, a Bruxelles, promossa dall’EDF, il Forum Europeo della Disabilità, insieme allo stesso Parlamento Europeo, preziosa occasione che riunisce intorno al tema dei diritti e dell’inclusione i rappresentanti delle organizzazioni delle persone con disabilità da tutta Europa, a fianco di numerosi Eurodeputati e di alti rappresentanti delle altre Istituzioni dell’Unione Europea.
Anche la UILDM, insieme ad altri settecento rappresentanti di organizzazioni di persone con disabilità, era presente all’incontro, al termine del quale sono stati adottati i tre importanti documenti cui fa riferimento Rasconi, utili a realizzare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea in tema di disabilità, vale a dire la Risoluzione sulla prossima Strategia Europea per la Disabilità, la Risoluzione sull’European Accessibility Act – provvedimento, quest’ultimo, di cui «Superando.it» si occupa ormai da molto tempo – e il Manifesto sulle Elezioni Europee 2019 accessibili.
«Sono diverse le richieste che il Parlamento ha indirizzato all’Unione Europea – si legge in una nota della UILDM – la prima delle quali riguarda il diritto di votare, ma anche di candidarsi alle Elezioni Europee, rendendo accessibili tutti gli aspetti di una campagna elettorale, dai materiali prodotti, alla procedura per votare, ai seggi. Si è chiesto poi di stanziare un budget per l’attuazione della nuova Strategia Europea per la Disabilità 2020-2030, una serie di azioni volte a dettare la nuova agenda per i diritti delle persone con disabilità, che si dovrà basare su un dialogo con le persone e le loro organizzazioni rappresentative».
«L’altro strumento per il quale è stata chiesta l’attuazione – prosegue la nota – è il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, insieme alle iniziative che ne conseguono, ovvero un piano di protezione sociale per garantire un tenore di vita adeguato, misure volte ad assicurare il diritto al lavoro, un supporto personalizzato all’interno del sistema di istruzione generale e l’adozione di misure che mettano fine alla segregazione delle persone con disabilità».
«Il Manifesto adottato dal Parlamento – viene quindi sottolineato dalla UILDM – ha reso l’accessibilità il tema-ponte che collega tutti i temi toccati dall’Europarlamento, chiedendo di adottare, attuare e applicare la Legge Europea sull’Accessibilità; di garantire che il Trattato di Marrakech del 2013 sulla circolazione e la diffusione di libri, periodici e altri materiali di lettura accessibili, venga pienamente attuato all’interno dell’Unione Europea e in cooperazione con i Paesi partner in tutto il mondo, affinché le persone con disabilità visiva abbiano accesso agli stessi libri, riviste e materiali; di adottare misure capaci di garantire che “gli sviluppi tecnologici non lascino indietro nessuno e siano progettati per tutti, così che le persone con disabilità siano in grado di utilizzarle e beneficiarne come gli altri, migliorando la propria vita indipendente e la piena partecipazione a tutti gli aspetti dell’esistenza”. E da ultima, ma non certo ultima, l’accessibilità dei mezzi di trasporto, rispetto alla quale il manifesto chiede di “applicare la legislazione dell’Unione Europea sui diritti dei passeggeri, rafforzando le disposizioni sull’accessibilità, per garantire che i passeggeri con disabilità godano della loro libertà di movimento».
«L’ultimo paragrafo del Manifesto – conclude la UILDM – pone l’accento sull’“Europa dei Diritti Umani”, chiedendo ai rappresentanti politici dell’Unione Europea di “assicurare che i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità siano presi in considerazione in tutte le misure legislative e amministrative in materia di uguaglianza di genere” e che venga ratificata e attuata la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), anche vietando la pratica delle sterilizzazioni forzate”. Collegata a questo tema, vi è segnatamente la richiesta di dedicare risorse adeguate alle “pari opportunità” e al superamento delle discriminazioni». (S.B.)
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