Da quell’abominio nacque la buona pratica medica
«Molto di quello che è oggi la cosiddetta “buona pratica medica”, incentrata sul rispetto del paziente, fonda le radici proprio sugli interrogativi etici provocati anche dalle sentenze di condanna dei responsabili dell’Olocausto, emesse dai giudici dopo la chiusura dei campi di concentramento»: è questo uno dei temi di “Medicina eugenica e Shoah. Ricordare il male e promuovere la bioetica”, libro uscito alla vigilia del Giorno della Memoria di domani, 27 gennaio, cui ha contributo anche Silvia Cutrera, con un saggio sullo sterminio delle persone con disabilità durante il regime nazista