In un precedente intervento su queste stesse pagine [“Cinemanchìo”: prevarrà l’apparenza o la sostanza?, N.d.R.], ci eravamo chiesti se nel confronto tra il nostro progetto Cinemanchìo [se ne legga approfonditamente nel box in calce, N.d.R.] e il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini sarebbe prevalso il senso di responsabilità, e quindi la sostanza politica e sociale che deve mettere in campo un’Istituzione, oppure se sarebbe emersa solo un’insussistente indifferenza.
Ci eravamo interrogati su quanto stesse a cuore al Ministro la tematica dell’accessibilità culturale, preannunciando che entro gennaio avremmo avuto queste risposte.
Ebbene, possiamo ora affermare senza timore di smentita che, almeno a giudicare dai fatti più recenti, a Dario Franceschini dell’accessibilità culturale interessi punto o poco. L’esito ce lo ha trasmesso tramite una comunicazione dei suoi funzionari e pertanto senza nemmeno metterci direttamente la faccia. Noi, al contrario, la faccia ce l’abbiamo messa e soprattutto abbiamo profuso tanto impegno e lavoro sul campo.
Il Progetto Cinemanchìo è nato per lavorare al servizio di tantissimi cittadini e delle Associazioni di riferimento. L’impegno assunto lo abbiamo condotto a termine e arriveremo presto a un vero e proprio modello per l’accessibilità al cinema in tutto il Paese. Sarà il segnale più forte per raggiungere la piena accessibilità entro un paio di anni. Nel 2017, infatti, abbiamo elaborato un progetto, ideato per essere messo concretamente a sistema, che è stato presentato a tutte le Associazioni e naturalmente anche allo stesso Ministro.
Abbiamo promosso, per la prima volta in Italia, proiezioni con adattamento di ambiente per bambini nello spettro autistico nel maggiore circuito cinematografico italiano.
Siamo stati presenti e protagonisti nei maggiori Festival cinematografici con proiezioni accessibili e incontri sul tema.
Abbiamo fatto inserire nei bandi per il finanziamento pubblico del cinema, anche in questo caso per la prima volta, una disposizione che impone l’accessibilità.
Abbiamo avviato un tavolo di confronto con l’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), la maggiore organizzazione che rappresenta tutto il cinema italiano, che sta giungendo alla stesura di un modello complessivo per l’accessibilità: verrà presentato entro il mese di febbraio.
Stiamo organizzando in tutta Italia iniziative e rassegne per promuovere l’accessibilità e l’inclusione culturale.
In poche parole, abbiamo costruito un percorso per realizzare e mettere a sistema in Italia il primo grande progetto per l’accessibilità culturale, partendo dall’esperienza cinematografica, che, com’è noto, è il comparto principale dell’offerta culturale.
Noi lavoriamo solo ed esclusivamente per il bene comune, ma siamo anche l’argine per evitare che faccendieri e affaristi mettano le mani su questo modello e speculino sulla pelle delle persone. Il valore di ogni nostra attività è dimostrato sul campo e in base ai risultati che abbiamo ottenuto senza appoggi politici, né sostegni dallo Stato.
Ridurci al silenzio sarà veramente difficile, oltreché irrimediabilmente perdente: il nostro impegno, condiviso con tante persone, lo porteremo avanti comunque.
Nel frattempo il ministro Franceschini era molto occupato a rilasciare entusiastiche interviste e dichiarazioni sui 400 milioni di stanziamento per il cinema, prontamente rilanciate ed enfatizzate dai media. Molto poco al contrario è lo spazio riservato allo sforzo che tantissime realtà esprimono concretamente ogni giorno – spesso in modo volontario e gratuito – per promuovere pari opportunità anche in questi àmbiti.
Per tutto questo lavoro e per quello che verrà, abbiamo avanzato la proposta di riservare 150.000 euro, cioè una cifra che equivale circa allo 0,03% di quei 400 milioni di euro impegnati per il sostegno della produzione cinematografica italiana. Un importo minimo, ma che a noi è utile, e tuttavia, a quanto pare, per Franceschini, l’accessibilità e le pari opportunità per milioni di persone non valgono nemmeno quello 0,03 per cento!
L’aspetto più sconsolante di questa vicenda è proprio la disarmante indifferenza che trapela dal Ministro verso azioni fondamentali per garantire in Italia un adeguato livello di civiltà e che transitano, come già detto, anche attraverso l’accessibilità dell’offerta culturale.
Stiamo poi attendendo le scuse dal Ministro stesso e dal suo segretario generale Giuseppe Battaglia per lo sgarbato trattamento ricevuto un paio di settimane or sono. Pessimo incontro quello del 16 gennaio scorso: messi alla porta nel momento in cui abbiamo evidenziato come si stessero offendendo i diritti di tante persone con disabilità.
A ciò si aggiunga, nello stesso incontro, l’accusa di mentire sulla vicenda dell’inserimento della norma sull’accessibilità nei bandi: non sarebbe – a detta del Ministero e nonostante l’evidenza dei fatti e dei documenti – frutto della nostra azione propositiva e di pressione.
Ma qualora il ministro Franceschini ci ripensi e voglia metterci la faccia, lo invitiamo a un incontro pubblico con tutte le Associazioni di Promozione Sociale e con tutti coloro che vorranno partecipare. Sarebbe una propositiva occasione di unire le scuse a un chiarimento esauriente e a un confronto su fatti e sostanza che siamo in grado di riproporre con immutata passione e dettaglio.
Cinemanchìo
Tale progetto – presentato ufficialmente alla Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia dello scorso anno – costituisce l’esito di un lungo lavoro, partito da lontano e svolto in sinergia dalle Associazioni Consequenze, Torino + Cultura Accessibile, Blindsight Project e Red, impegnate ormai da tempo a promuovere progetti volti a rendere accessibili i prodotti culturali alle persone con disabilità sensoriali e cognitive.
L’iniziativa è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, sostenuta dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e si avvale della collaborazione di APRI (Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti), ANFFAS Piemonte (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare), CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà), ENS (Ente Nazionale Sordi), Fondazione Istituto dei Sordi di Torino, FIADDA Piemonte (Famiglie Italiane Associate in Difesa dei Diritti degli Audiolesi), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Tactile Vision, ISITT (Istituto Italiano per il Turismo per Tutti), UCI Cinemas, UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e ANPVI (Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti).
I partner sociali sono l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), il Pio Istituto dei Sordi di Milano e la FIADDA, quelli tecnici Sub Ti Access e Moviereading, i media partner, infine, «Diari di Cineclub» e la nostra testata «Superando.it». (S.B.)