Come abbiamo ricordato in varie occasioni, la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) è un’alleanza strategica di carattere innovativo, avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative – l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e EducAid – insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Essa, aveva spiegato a suo tempo su queste stesse pagine il presidente Giampiero Griffo, «opera nel campo degli aiuti umanitari, rafforzando il ruolo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni, come dimostra la creazione di consulenti alla pari per l’emergenza nella Striscia di Gaza e la realizzazione di ricerche emancipative sulla disabilità in India e ancora in Palestina, dove le persone con disabilità diventano veri e propri “ricercatori” sulla propria condizione, basandosi sull’approccio del rispetto dei diritti umani fissato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
Il tutto, in un quadro – quello della cooperazione italiana – che ormai da molti anni ha sviluppato un’attenzione particolare ai diritti delle persone con disabilità e la cui azione il nostro giornale ha puntualmente seguito (si veda a questo link, a tal proposito, l’elenco dei numerosi contributi da noi pubblicati). Ne va ricordato segnatamente il il Piano d’Azione sulla Disabilità della Cooperazione Italiana (2013), e le Linee Guida sul tema, che vengono periodicamente aggiornate, con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento sulle varie azioni svolte, indicando approcci e strategie, e proponendo raccomandazioni utili ad includere la tematica dei diritti delle persone con disabilità nell’àmbito degli interventi della cooperazione italiana, per la formazione, l’accesso al lavoro, la salute e l’educazione.
Sono tutti documenti centrati sull’applicazione della citata Convenzione ONU, che testimoniano l’impegno a sostenere l’inclusione di queste persone, che rappresentano il 15% della popolazione mondiale, sin troppo spesso “i più poveri tra i poveri” o “i più vulnerabili tra i vulnerabili”.
Proprio mentre scriviamo, oggi, 20 febbraio, è in corso di presentazione a Roma il terzo aggiornamento delle Linee Guida (Linee guida per la disabilità e l’inclusione sociale negli interventi di cooperazione 2018), a cura dell’AICS (Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e della DGCS (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo) del Ministero degli Affari Esteri, alla presenza di Laura Frigenti; che dirige l’AICS, Luca Maestripieri, vicedirettore della DGCS del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Mina Lomuscio (AICS) e Maura Viezzoli di Link 2007, rappresentanti del Comitato Editoriale delle stesse Linee Guida.
Il documento è stato redatto nel periodo maggio-settembre dello scorso anno, con la sostanziale collaborazione del RIDS e di LINK 2007, Associazione di Coordinamento Consortile che raggruppa importanti organizzazioni non governative italiane, e lo scopo di esso, come spiegano i promotori, è quello di «dare indicazioni affinché gli interventi siano orientati all’eliminazione o alla riduzione delle barriere di diversa natura, culturali, strutturali e ambientali, che possano ostacolare l’accesso ai diritti delle persone con disabilità di natura fisica, mentale, sensoriale e/o intellettuale, in linea con l’obiettivo No One Left Behind [“Nessuno sia lasciato indietro”, N.d.R.] dell’Agenda ONU 2030 e degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in essa contenuti. (S.B.).