Perché i caregiver scrivono? O forse sarebbe meglio dire: perché le caregiver scrivono? Lo fanno per molti motivi. Eccone alcuni.
Scrivono per vivere, cioè per inventarsi e poi vivere davvero quella parte della vita che il non scelto mestiere di caregiver aveva sottratto loro.
Scrivono per raccontare, nella speranza che altre caregiver, leggendo quello che scrivono, sentano meno pesante il loro lavoro quotidiano di cura, sapendolo condiviso.
Scrivono perché piace loro scrivere, così come ad altri piace andare alla partita o a pescare.
Scrivono perché per alcune è il solo modo di ritagliarsi un momento di privacy e di solitudine.
Scrivono nella speranza di creare un best-seller che venda un milione di copie e quindi potersi permettere un aiuto qualificato per l’oggetto (che brutto chiamarlo così!) delle loro cure.
Scrivono per spendere bene il tempo, notoriamente la cosa più preziosa che esista e il cui valore cresce quando se ne ha sempre meno.
Scrivono per ricordare agli altri figli che hanno dedicato più cure a chi ne aveva più bisogno.
Scrivono perché, abituate come sono a non dormire la notte, lo scrivere è meno dannoso del bere o del fumare.
E i caregiver maschi, soprattutto quelli parecchio stagionati? Scrivono anche loro, sia pure meno bene delle colleghe. Scrivono perché una volta una persona incauta ha detto loro che avrebbero dovuto scrivere la storia della loro vita. Meglio avesse taciuto, vero?