Disabilità e progetto di vita, contro l’istituzionalizzazione

Gli interventi e i servizi rivolti alle persone con disabilità mettono al centro le loro esigenze e i loro diritti? Hanno come riferimento la qualità di vita e hanno radice, dunque, in un progetto di vita? C’è il rischio di una nuova istituzionalizzazione? Ruoterà attorno a questi interrogativi l’incontro del 5 maggio di Moie di Maiolati (Ancona), centrato sulla presentazione del libro Disabilità e progetto di vita. Contrastare la re-istituzionalizzazione dei servizi, pubblicato dal Gruppo Solidarietà. Vi parteciperà anche don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco

Uomo con disabilità in carrozzina fotografato di spalle con le braccia levateGli interventi e i servizi rivolti alle persone con disabilità mettono al centro le esigenze e i diritti delle stesse persone con disabilità? Hanno come riferimento la qualità di vita e hanno radice, dunque, in un progetto di vita? C’è il rischio di una nuova istituzionalizzazione, di fronte a servizi che, in nome della specializzazione e dell’efficienza gestionale, si allontanano dai normali contesti di vita?
Ruoterà attorno a questi fondamentali interrogativi l’incontro in programma per sabato 5 maggio a Moie di Maiolati, in provincia di Ancona (Biblioteca La Fornace, ore 17.15), centrato su una nuova presentazione di Disabilità e progetto di vita. Contrastare la re-istituzionalizzazione dei servizi, il più recente libro pubblicato dal Gruppo Solidarietà, del quale avevamo già ampiamente scritto qualche tempo fa.
Dopo una prima parte dell’incontro, dunque, in cui Fabio Ragaini, direttore del Gruppo Solidarietà, converserà con don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco, una delle più importanti esperienze italiane di de-istituzionalizzazione, seguiranno una serie di interventi di persone con disabilità, familiari, operatori e volontari, nei quali ognuno, a partire dal proprio ruolo e vissuto, indicherà cosa significhi contrastare la re-istituzionalizzazione.

«Questo libro – aveva spiegato Ragaini al momento dell’uscita – ha lo scopo di incoraggiare percorsi inclusivi, riflettendo sulla possibilità di servizi progettati e gestiti partendo dalle esigenze e dai diritti delle persone e ricordandoci che può essere sbagliata la strada delle prestazioni specialistiche e individualizzate, se non sono ingredienti di un pensiero più vasto, nel quale siano raccolte tutte le prospettive attraverso le quali, guardando una persona, si possa dire: “Ecco, sta vivendo al meglio possibile!”. In tal senso, la sfida più impegnativa appare quella di contrastare l’imporsi di risposte, che, nel nome della specializzazione, vengono a separarsi dai normali contesti di vita, come fossero “fabbriche di prestazioni”, indifferenti al contesto sociale esterno. Percorsi che si pongono in maniera rassicurante, in quanto vengono declinati in termini di sicurezza, efficienza, semplificazione».

Oltre allo stesso Ragaini, vale la pena ricordare, gli Autori dei vari interventi presenti in Disabilità e progetto sono Marco Bollani, direttore della Cooperativa Sociale a marchio ANFFAS “Come Noi” di Mortara (Pavia); Claudio Caffarena, sociologo e già responsabile del Progetto Disabilità a Settimo Torinese; Maurizio Colleoni, psicologo esperto di politiche e servizi in àmbito di disabilità; Lucio Cottini, ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale all’Università di Udine; Cecilia Marchisio e Natascia Curto dell’Università di Torino, “anime” del Progetto VelA-Verso l’Autonomia, svoltosi nel Cuneese; Franco Marengo, presidente della Cooperativa Il Riccio di Castiglione Torinese; Roberto Medeghini, pedagogista e ricercatore, responsabile della collana Disability Studies della casa editrice Erickson; Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.

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