«Sarà un lungo percorso, ma alla fine porterà benefìci non solo alle persone con disabilità, ma anche alla comunità intera, perché le barriere da abbattere sono prima di tutto quelle culturali»: lo hanno dichiarato i rappresentanti dell’Associazione Zero Gradini per Tutti di Porto San Giorgio (Fermo), dopo avere incontrato qualche settimana fa l’arcivescovo metropolita di Fermo monsignor Rocco Pennacchio, cui hanno consegnato una copia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, oltre a una targa ricordo.
Insieme alla delegazione di Zero Gradini per Tutti (con Pasqualino Virgili, Anna Diotallevi, Walter Cardarelli, Francesca Restuccia, Angelo Larocca, Giovanna Grasselli, Salvatore Prisco, Catia Smerilli, Ivo Grossi e Amedea Mei), hanno partecipato all’incontro il sindaco e il vicesindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira e Francesco Gramegna Tota, il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Catalini – anch’egli Socio di Zero Gradini per tutti – e il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro.
Dopo l’intervento dei due Sindaci, che hanno testimoniato la preziosa collaborazione con l’Associazione di Porto San Giorgio, Catalini ha sottolineato l’importanza di considerare in ogni circostanza i diritti delle persone con disabilità.
Successivamente, consegnando la Convenzione ONU a monsignor Pennacchio, gli esponenti di Zero Gradini per Tutti hanno spiegato di volersi collocare con tale gesto sulla traccia del percorso compiuto da Andrea Stella, ideatore del celebre catamarano accessibile Lo Spirito di Stella, che lo scorso anno – come abbiamo raccontato anche sul nostro giornale – ha attraversato l’Atlantico, per consegnare proprio la Convenzione ONU a Papa Francesco.
Dopo avere quindi raccontato le idee e i progetti condotti in questi ultimi anni per l’abbattimento delle barriere culturali e architettoniche, al di là di ogni atteggiamento pietistico e sempre basandosi sui princìpi e sui diritti stabiliti dalla Convenzione ONU, le persone dell’Associazione hanno voluto evidenziare il forte ritardo della Chiesa rispetto alle norme sull’accessibilità.
«Gli ingressi delle chiese – hanno sottolineato – sono nella quasi totalità dei casi di tipo secondario (dietro, di lato, con scivoli quasi sempre non a norma o montacarichi che finiscono davanti a porte chiuse, spesso impossibili da aprire autonomamente). Chi vuole entrare, dunque, deve ricorrere all’aiuto di un accompagnatore, anche quando si tratta di una persona totalmente indipendente. Oppure deve chiamare o telefonare, chiedendo che gli venga aperta la porta, non sempre con la garanzia di trovare qualcuno disponibile».
«E ci sono anche chiese – è stato aggiunto – prive di un ingresso secondario e quindi totalmente inaccessibili. Quando poi entra una persona con disabilità in carrozzina, c’è sempre da spostare una sedia o una panca e a meno che non si tratti di una grande Cattedrale, una collocazione giusta e comoda è quasi impossibile, poiché se la persona si posiziona in fondo non partecipa al rito, mentre se sta davanti ingombra, e questo comporta una situazione di disagio totale».
«Pertanto – è stata la conclusione – considerando le chiese come luoghi di accoglienza e inclusione per eccellenza, vogliamo far notare che manca una piena partecipazione delle persone con disabilità alle funzioni religiose, tenendo conto anche dell’impossibilità di accedere al presbiterio e all’ambone per le letture».
Zero Gradini per Tutti ha chiesto altresì di poter collaborare con i tecnici della Curia a uno studio di valutazione su tutte le chiese della Diocesi, per verificare l’accessibilità totale, interna ed esterna.
L’arcivescovo Pennacchio ha dimostrato piena disponibilità e interesse per la tematica, mettendo a disposizione un proprio referente con cui l’Associazione potrà rapportarsi per iniziare un percorso di collaborazione. E tale iniziativa è stata certamente accolta con soddisfazione. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Zero Gradini per Tutti (Pasqualino Virgili), zerogradinipertutti@gmail.com.