La cecità non ci impedisce di affrontare la vita

«Corriamo insieme verso una meta comune: vivere meglio nella nostra città, poiché la cecità non ci impedisce di affrontare la vita»: è proprio quest’ultimo lo slogan della manifestazione denominata “Mettiamoci in Gioco”, camminata ludico-motoria amatoriale non competitiva, promossa dall’UICI di Piacenza (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), della quale si disputerà il 26 maggio la decima edizione. Oltreché a informare e sensibilizzare sulla disabilità visiva, l’iniziativa si propone di raccogliere fondi per sostenere progetti rivolti a persone non vedenti e ipovedenti

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Tanto teatro e tanti eventi oltre le barriere

«Persone con e senza disabilità, uomini, donne, ragazzi, anziani, italiani, stranieri, liberi e reclusi, coinvolti in un Festival che propone spettacoli, mostre, performance, musica, film, lezioni aperte, incontri e testimonianze a tema, intrecciando lavori e competenze di realtà artistiche impegnate nei luoghi del disagio, con l’obiettivo di trasformare dei vissuti così forti in Arte, sensibilizzando la città»: è tutto questo l’“Edge Festival 2018”, rassegna di teatro d’arte sociale, giunta alla sua seconda edizione, in corso di svolgimento fino al 30 maggio, in varie sedi di Milano

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È l’abito che si deve adattare alla persona e non il contrario!

È questo il motto su cui si basa la moda inclusiva di un’innovativa azienda torinese, che si propone di ridurre il disagio quotidiano della vestizione di persone con qualsiasi disabilità, presentando soluzioni innovative nel modello e nella rifinitura degli indumenti, al fine di migliorarne l’utilizzo. Il tutto progettato per favorire il comfort e il benessere fisico e mentale della vita quotidiana, offrendo un tipo di abbigliamento che può migliorare l’autonomia e l’autostima

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L’integrazione interiore è un processo strategico permanente

«Tutta la nuova tecnologia supportiva – scrive Laura Bonanni, piscologa, psicoterapeuta e persona con albinismo e ipovisione – rappresenta veramente un’ottima strategia per l’integrazione sociale? Di certo agevolerà quel “saper fare” che aiuta a stancarci meno sia nel quotidiano che nello straordinario della nostra vita. La vera e duratura integrazione sociale, però, passa attraverso “l’aversi a cuore”, riconoscendo il proprio mondo interno e lavorando sulla propria storia interiore»

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Costruiamo insieme l’inclusione

«I diritti delle persone con disabilità non sono mercificabili né comprimibili e negare i servizi essenziali significa negare quei diritti. In linea quindi con la nostra politica sociale, vi chiediamo di costruire insieme l’inclusione, implementando i servizi con il coinvolgimento del privato sociale e socio-sanitario»: lo scrivono il Coordinamento Pro Diritti H e il Forum del Terzo Settore di Ragusa, in vista delle elezioni amministrative del 10 giugno, invitando i candidati a Sindaco di Ragusa e Modica a un incontro, programmato rispettivamente per oggi, 25 maggio, e per il 5 giugno

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Famiglie oltre la disabilità

«La presenza di una persona con disabilità comporta per l’intero nucleo familiare diverse difficoltà che, protraendosi nel tempo, portano la famiglia a chiudersi in se stessa. Per riconnettere il contesto familiare al tessuto sociale, è necessario un supporto psicologico professionale, che, tuttavia, non tutti possono permettersi, se non a costi sociali»: risponde a tali istanze il progetto della Cooperativa Sociale romana “L’incontro” e nell’àmbito di esso è in programma per il 26 maggio un seminario a partecipazione gratuita, intitolato appunto “Famiglie oltre la disabilità”

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Una Circolare del Ministero che fa a dir poco discutere

C’è chi parla di illegittimità per quella recente Circolare del Ministero, ove si chiede tra l’altro alle scuole «di riconoscere e valorizzare le diverse normalità, andando oltre le etichette, senza la necessità di avere alcuna classificazione “con Bisogni Educativi Specializzati” o di redigere Piani Didattici Personalizzati». «Non arrivo a tanto – scrive Salvatore Nocera – anche se l’ipotesi sembra godere di fondamento. E tuttavia, se il Ministero avesse prima chiesto un parere all’Osservatorio per l’Inclusione, probabilmente non si sarebbe creato tanto disorientamento nelle scuole»

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