Verrà sottoscritta il 31 maggio a Torino una convenzione per l’assunzione di persone con disabilità presso il Comune del capoluogo piemontese, definita in questi giorni da Sergio Rolando, assessore al Bilancio e al Personale, di concerto con una rappresentanza di Associazioni, tra le quali le componenti regionali di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
In base a tale accordo, saranno ben settantacinque le persone iscritte alle liste di “collocamento mirato”, come da Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), che verranno inserite in un percorso di formazione, finalizzato all’assunzione da parte del Comune, per posizioni con categoria B, C e D. E la novità più importante – oltreché nei numeri e nel percorso di concertazione con le Associazioni – sta nella ricerca di personale amministrativo e dirigenziale.
«Non solo posizioni marginali – sottolinea infatti Pericle Farris, rappresentante dell’APRI (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) e vicepresidente della FISH Piemonte – ma per la prima volta un’Amministrazione Comunale che prende coscienza delle potenzialità da valorizzare delle persone con disabilità. Si tratta di una scelta importante, politicamente forte e socialmente necessaria».
«È una delle prime volte – conferma Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS Piemonte e della FISH Piemonte – che un Ente Pubblico coinvolge le Associazioni che si occupano di persone con disabilità nello sviluppo di un protocollo così importante, nel rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che riconosce a tali Associazioni un ruolo politico e di rappresentanza. Ringraziamo pertanto il Comune di Torino, consapevoli che questo è un punto di partenza e non certo di arrivo».
«Secondo la Legge 68/99 – ricordano dall’ANFFAS di Torino -, gli Enti Pubblici, così come le aziende private, che raggiungono la soglia dei quindici dipendenti sono obbligati ad assumere persone iscritte alle cosiddette liste di “collocamento mirato” in impieghi compatibili con le condizioni di salute e capacità lavorative, in modo tale da realizzare un inserimento proficuo, che soddisfi da un lato le necessità del soggetto, dall’altro le esigenze produttive del datore di lavoro. Per ottenere questi obiettivi, dunque, il Comune di Torino proporrà delle posizioni aperte per le categorie B (impiegati in possesso della terza media, circa una trentina di posti), C (diplomati, per posizioni tecniche e amministrative) e D (personale laureato, per carriere funzionariali). Le persone indicate dai Centri per l’Impiego in base alle graduatorie affronteranno un tirocinio formativo di tre mesi (categorie C e D) o sei mesi (categoria B), al termine del quale potranno essere assunte, secondo una logica di “corso-concorso”. La possibilità di essere assunti dal Comune di Torino riguarderà le persone con disabilità fisica, intellettiva e sensoriale, ma in quote non proporzionali».
«Abbiamo voluto favorire – spiega a tal proposito Pericle Farris – le categorie che di fatto hanno meno opportunità lavorative, ovvero quella delle disabilità intellettive. Ma rifuggiamo la logica assistenzialista e lo dico con una frase brutta, ma che rende l’idea: una persona con disabilità è meglio sfruttata che assistita! In altre parole, tante più persone con disabilità vanno a lavorare in modo certo e produttivo, tante più risorse rimangono per assicurare un’assistenza idonea a chi ne ha davvero la necessità».
«Questo dev’essere solo l’inizio – ribadisce ancora Giancarlo D’Errico – perché sono tantissimi gli Enti Pubblici ancora scoperti rispetto alle prescrizioni della Legge 68/99. Se aprissimo altri tavoli di concertazione e stipulassimo altre convenzioni come questa, potremmo creare tantissimi posti di lavoro produttivi per le persone con disabilità».
«È stato un percorso lungo e tortuoso – commenta dal canto suo Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), altra organizzazione coinvolta nella concertazione – ma alla fine abbiamo raggiunto un importante risultato, nel primario interesse delle persone con disabilità. Da sempre la nostra Associazione si batte per il riconoscimento del diritto al lavoro e questo protocollo d’intesa ci sembra un’opportunità preziosa».
Riguardo poi al fatto che alcune delle assunzioni riguarderanno ruoli dirigenziali, secondo Lepore «ciò significa che una persona con disabilità, se messa nelle giuste condizioni, può lavorare al pari degli altri colleghi ed essere una risorsa per la Pubblica Amministrazione. Auspichiamo per altro che questo sia solo il punto di partenza di una collaborazione costruttiva e speriamo che il prossimo passo del Comune di Torino sia l’introduzione del disability manager, figura che potrà giocare un ruolo fondamentale nella piena inclusione sociale delle persone con disabilità». (S.B.)
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