AllegroModerato, l’orchestra sinfonica di Milano, nata nell’àmbito dell’omonima Cooperativa Sociale, che conta cinquanta elementi, tra cui musicisti con disabilità psichica, mentale e fisica, insieme a musicisti professionisti. Un gruppo che si esibisce con frequenza, partecipando ad eventi di grande prestigio sia a livello nazionale che internazionale.
L’Accademia Arte della Diversità (Akademie Kunst der Vielfalt) di Bolzano, che opera all’interno del Teatro della Ribalta, una delle compagnie storiche del teatro italiano, costituita dagli attori Michele Fiocchi e Antonio Viganò, e che proprio a Bolzano curano la rassegna L’Arte della diversità. Si tratta di un progetto nato da un laboratorio permanente con la Lebenshilfe, Associazione per persone con disabilità, che conduce a una produzione teatrale attenta alla scrittura e alle forme del contemporaneo e alla scoperta della “diversità” «quale luogo privilegiato – come è stato scritto – dove riscattare e dare voce alle alterità mute, contro ogni forma di omologazione o normalizzazione sociale e culturale. Un “teatro delle diversità” e non un “teatro dei diversi”, che nasce dalla continua scoperta ed espansione di una diversità – quella appunto del teatro – verso e sopra le altre diversità, etniche o sociali o culturali che siano».
È dalla collaborazione tra queste due meritorie organizzazioni – spesso presenti anche sulle pagine del nostro giornale (se ne legga ad esempio a questo e a questo link) – oltreché dal supporto di Olinda, progetto collettivo milanese nato con l’obiettivo di superare l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, che verrà presentata quella che si può certamente definire come «la prima opera lirica realizzata in Italia con attori, danzatori e musicisti in situazione di “disagio sociale”».
La definizione è di Gabriella Canepa di AllegroModerato, e il titolo della rappresentazione è Otello Circus, ormai prossima ad andare in scena, ciò che accadrà questa sera, 8 giugno e domani, 9 giugno (ore 21.45), ma anche domenica 9 giugno (ore 17), al TeatroLaCucina di Milano (ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini), nell’àmbito del Festival Da vicino nessuno è normale.
«È un’esperienza – spiega Canepa – cui stiamo lavorando da tempo insieme al Teatro La Ribalta, per arrivare appunto a portare in scena, per la prima volta in Italia, un’opera lirica realizzata con attori, danzatori e musicisti in situazione di “disagio sociale”. Abbiamo pensato ad un’opera di Giuseppe Verdi, l’Otello, perché si presta ad una riduzione sia musicale che teatrale. Naturalmente non l’Otello in forma completa, che non sarebbe stato per noi realizzabile per chiari motivi logistici e organizzativi, ma una riduzione capace di restituire allo spettatore il dramma, il senso, i contenuti drammatici e musicali dell’opera».
In un vecchio circo, dunque, dove tutto sembra appassito, Otello è costretto a rappresentare la sua personale tragedia. È la sua condanna, la pena che deve scontare per il suo gesto efferato e omicida. Su quella pista gli fanno compagnia gli altri personaggi dell’opera di Verdi e Shakespeare, Desdemona, Cassio, Jago, Roderigo ed Emilia, che si spartiscono le varie attività e i mestieri del circo, dall’acrobata al lanciatore di coltelli, dall’equilibrista all’inserviente e al domatore. Ogni giorno, da anni, più volte al giorno, quella tragedia della gelosia si ripete e gli interpreti – oramai diventati personaggi consumati, deboli e fragili – sono incapaci di fermare quel circo dei sentimenti umani che porta alla tragedia. In quel Circo, girano, invisibili, i fantasmi delle vittime di femminicidio, per cercare , invano, di interrompere quella giostra e per ricordare, a chi guarda, che l’amore che uccide è contro natura».
«La complessità e la lunghezza di un’opera teatrale come l’Otello verdiano e la sua messa in scena con il Teatro La Ribalta – spiega ancora Canepa – hanno ovviamente posto vincoli e criteri specifici per la realizzazione musicale. L’orchestra pensata, quindi, non sarà l’orchestra “da buca”, esterna ed estranea alla scena, ma sarà sul palco o comunque all’interno dello spazio scenico, diventando parte integrante e integrata dell’azione».
Da segnalare in conclusione che la realizzazione del progetto Otello Circus è stata possibile grazie al sostegno della Fondazione Alta Mane e di Umanamente. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: g.canepa@orchestraallegromoderato.it; olinda@olinda.org; info@teatrolaribalta.it.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Un passo avanti, due passi indietro? Profonda delusione era stata espressa dal presidente dell'EDF (European Disability Forum), Yannis Vardakastanis, al momento dell'adozione da parte della Commissione Europea di una bozza di direttiva sulla non discriminazione per…