È iniziato ad Asti, alla fine di maggio, il primo tirocinio preassuntivo nell’àmbito del progetto denominato ARTICOLO 19 – V.I.N.CO. IO!, finanziato dalla Fondazione SociAL, iniziativa focalizzata sull’accompagnamento al lavoro di persone con disabilità intellettiva che si muove in sinergia con il Progetto 19 Pari!, nato con il sostegno della Compagnia di San Paolo e promosso da CEPIM – Centro Down Asti.
Le Associazioni e le Istituzioni del territorio astigiano si stanno dunque muovendo grazie anche a questi progetti verso la piena attuazione degli articoli 19 (Vita indipendente ed inclusione nella società) e 27 (Lavoro e occupazione) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ove la vita indipendente, l’inclusione nella società e l’accompagnamento al lavoro vengono promossi come diritti senza distinzione di disabilità per grado, natura, gravità o tipologia.
ARTICOLO 19 – V.I.N.C.O. IO! si muove anche grazie alla sinergia con il Centro per l’Impiego di Asti, il Comune di Asti e il Centro Down di Alessandria, con il duplice obiettivo di accompagnare all’inserimento lavorativo giovani con disabilità intellettiva e implementare sul territorio modelli innovativi di presa in carico rispettosi della Convenzione ONU.
La parte tecnica, infine, è seguita dal Centro Di.Vi. dell’Università di Torino (Centro Studi Interdipartimentale per i Diritti e la Vita Indipendente), attraverso le metodologie messe a punto con il Progetto VeLA – Verso l’Autonomia, iniziativa svoltasi nel Cuneese, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC) e attuata dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Ateneo torinese, di cui «Superando.it» ha seguito passo passo gli sviluppi.
Come detto, dunque, il 28 maggio un giovane con disabilità intellettiva titolare di uno dei vari progetti di vita indipendente, ha cominciato il proprio tirocinio preassuntivo presso l’azienda di carni Gavazza 1913, in provincia di Asti, per il quale percepisce un rimborso «su base di parità con gli altri», come prescrive la Convenzione ONU.
La storia di questo ventiseienne si è incrociata solo qualche mese fa con 19 Pari! e con ARTICOLO 19 – V.I.N.C.O. IO!, quando si è candidato al percorso di vita indipendente insieme alla propria famiglia. Il percorso, senza alcuna selezione, è incominciato con la coprogettazione, tra le tutor, il giovane e la sua famiglia. Qui, ragionando insieme sui vari aspetti della vita, è diventato da subito chiaro che la persona desiderava un lavoro vero. Si sono attivate così le azioni necessarie a trovare un’azienda disponibile per avviare un tirocinio preassuntivo.
Nei prossimi mesi il tirocinio verrà seguito dalle tutor “in situazione”, cercando cioè, insieme all’azienda, di mettere a punto gli adattamenti delle mansioni che potranno mettere la persona in condizione di diventare un lavoratore al pari delle colleghe e dei colleghi.
Adattare il contesto alle caratteristiche della persona è l’aspetto principale di innovazione del Metodo WIDE (Work Intellective Disability Environment, letteralmente “Ambiente di lavoro della disabilità intellettiva”), che è alla base degli inserimenti previsti per il progetto. Esso consente infatti di accompagnare al lavoro giovani con disabilità intellettiva senza operare distinzioni di livello di competenze e gravità.
Se la sfida sarà vinta, si può dire senza tema di smentita che il cammino verso la vita adulta di questo giovane avrà un’accelerazione eccezionale. (D.B. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: centrostudi-divi@unito.it (Davide Bombini).
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