La spinta decisiva era arrivata nell’ottobre dello scorso anno, dal convegno intitolato L’ospedale che ci piace. Accogliere e prendersi cura della persona con disabilità intellettiva, promosso dall’Associazione ternana Aladino (Associazione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità), in collaborazione con la Cooperativa Sociale ONLUS Spes contra spem di Roma (di tale evento si legga ampiamente anche sulle nostre pagine).
È stato infatti accogliendo le forti sollecitazioni emerse durante quell’incontro, che l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni ha proseguito nel percorso che l’ha portata a fare entrare il proprio CAD (Centro Accoglienza Disabilità) nella rete nazionale dei Progetti DAMA di cui più volte abbiamo avuto occasione di occuparci in questi anni.
Il Progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance, ovvero “Assistenza medica avanzata alle persone con disabilità”), vale la pena ricordare, è stato avviato per la prima volta nel 2001, con l’obiettivo di dare una risposta alle esigenze specifiche delle persone con disabilità grave e gravissima, all’interno dell’Ospedale San Paolo di Milano, con la collaborazione della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Nel nosocomio milanese venne dunque creato un reparto dedicato alle persone con disabilità, dove grazie all’ausilio di volontari specificatamente formati, i pazienti e i loro familiari potessero affrontare l’accesso in ospedale in un clima sereno e collaborativo, elemento essenziale, questo, per svolgere tutti gli accertamenti medici nel modo migliore e più veloce possibile.
Quello che nel corso degli anni si è caratterizzato come un vero e proprio modello di accoglienza e di assistenza medica ha poi “fatto scuola” in tutta Italia, promuovendo via via esperienze affini, con il percorso Delfino-DAMA Mantova, i reparti DAMA di Varese, Bologna, Empoli (Firenze), Bolzano e Cosenza, più una serie di ulteriori sperimentazioni in altri presìdi ospedalieri».
Ora, come detto, con il suo CAD si aggiunge alla rete anche l’Ospedale di Terni, per il quale parla il direttore generale Maurizio Dal Maso: «In presenza di disabilità complesse che compromettono non soltanto, o non necessariamente, l’autonomia motoria, ma in particolare la comunicazione e le capacità cognitivo-relazionali, come nel caso delle persone con autismo, anche l’esecuzione di prestazioni diagnostiche e terapeutiche relativamente semplici può risultare molto difficile e gravosa per i pazienti e i familiari. La funzione del CAD, che opera con una centrale operativa telefonica, una postazione di accoglienza all’ingresso e ora anche con un’équipe dedicata, è proprio quella di facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie ospedaliere programmate e in urgenza».
Sia infatti nel percorso programmato, sia in quello dell’emergenza-urgenza, il CAD ternano prende in carico la persona con disabilità su più livelli di assistenza dedicati, offrendo innanzitutto un riferimento telefonico (numero verde aziendale 800 505083, dal lunedì al venerdì, ore 9.30-13.30), che tramite un’operatrice, accoglie le richieste, programma il giorno e l’orario migliore per l’assistito, raggruppando in un’unica data anche più visite, esami o terapie e garantendo, se necessario, supporti come carrozzine, accompagnatori o altri dispositivi, attivando l’équipe multidisciplinare in base al bisogno espresso. Tale servizio, inoltre, garantisce un punto di accoglienza in modo che, una volta arrivata in ospedale, la persona possa recarsi alla postazione del CAD, per essere orientata e assistita nel percorso.
Per garantire dunque la presa in carico di persone con disabilità complessa ed entrare nella rete nazionale DAMA, il modello organizzativo implementato all’ospedale di Terni si è dotato da poco – dopo uno specifico percorso formativo effettuato in Toscana – della già citata équipe multidisciplinare, attivabile nell’iter diagnostico terapeutico in base ai bisogni espressi e che settimanalmente si riunisce per analizzare le richieste e predisporre eventuali incontri con pazienti, familiari e altri caregiver, al fine di garantire nel migliore dei modi monitoraggio e consulenze neurologiche, prevenzione o cura delle infezioni, anestesia o sedazione (ad esempio in caso di esami fastidiosi, lunghi o invasivi), ricoveri brevi e altri interventi assistenziali adattati alle esigenze di pazienti con bisogni speciali.
Il gruppo è composto attualmente da Stefano Cappanera, dirigente medico della Clinica di Malattie Infettive, Massimo Rizzo della Direzione Medica di Presidio, Domenico Frondizi, responsabile della struttura di Neurofisiopatologia, Rita Commissari, responsabile di Anestesia e Rianimazione, Marsilio Francucci, responsabile del Day Surgery, due infermiere dedicate, Donatella Perugini e Lorella Angeli, e Agnese Barsacchi, responsabile delle professioni sanitarie.
Rientra infine nel modello di presa in carico della disabilità anche il percorso per l’accesso alle prestazioni in urgenza, dove la procedura garantisce una linea preferenziale al Pronto Soccorso, con la presenza costante di un accompagnatore e la priorità di accesso alla visita, a parità di codice colore assegnato dal triage (salvo in casi di codice rosso), con iter agevolato dal Pronto Soccorso stesso all’OBI (Osservazione Breve Intensiva), fino all’eventuale ricovero. (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione Carla Paladino dell’Associazione Aladino di Terni (Associazione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità).
Nella colonnina a destra del nostro articolo intitolato L’ospedale che ci piace (a questo link), è disponibile l’elenco dei contributi da noi dedicati in questi anni al Progetto DAMA e ai suoi sviluppi.