Cristian e la sclerodermia: missione Capo Nord compiuta!

«Con te pedalano anche tutte quelle persone che convivono con la patologia e che riescono a renderti più forte. Li ho sentiti al mio fianco durante tutto il viaggio, fino a Capo Nord»: lo ha detto Cristian Malagnino, che era partito il 6 maggio da Milano, subito dopo essere arrivato con la sua bicicletta a Capo Nord, in Norvegia, dove ha issato la bandiera del GILS (Gruppo Italiano Lotta alla Sclerodermia), ma idealmente anche quella di tutti i Malati Rari. Scopo principale della sua avventura, fare conoscere la sclerodermia (sclerosi sistemica) e avviare una raccolta fondi per la ricerca
Cristian Malagnino verso Capo Nord
Un’immagine di Cristian Malagnino e della sua bicicletta, durante il viaggio verso Capo Nord

Era partito dal Padiglione Litta della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano il 6 maggio, come avevamo raccontato a suo tempo, con la sua bicicletta, e con l’obiettivo di raggiungere in solitaria Capo Nord, in Norvegia, allo scopo principale di far conoscere una malattia rara come la sclerodermia (sclerosi sistemica) e avviare una raccolta fondi da destinare al GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia) per la ricerca scientifica.
Ha attraversato 17 Stati, incontrato altrettanti Consoli, divulgato l’informazione su questa patologia rara, autoimmune, cronica e progressiva, che colpisce soprattutto le donne (se ne legga anche nel box in calce), lanciando un messaggio per raccogliere fondi, all’insegna dello slogan «Non mettere un punto alla tua vita, metti la virgola!».
E alla fine Cristian Malagnino è arrivato dove voleva, esattamente ieri, 18 luglio, a mezzogiorno, issando la bandiera del GILS – ma idealmente anche quella di tutti i Malati Rari – nel punto più a Nord del Vecchio Continente.

«Questo viaggio – ha raccontato al telefono da Capo Nord – è stato sicuramente il più impegnativo che abbia affrontato. Avevo già portato a termine due viaggi a lunga percorrenza in Italia, ma questo è stato diverso. Pedalare per tutti quei chilometri, in Paesi stranieri e in solitaria, è stato molto provante, sia dal punto di vista fisico che mentale. Ma quando vuoi realizzare un sogno e lo fai per sostenere la ricerca e l’informazione su una malattia davvero poco conosciuta come la sclerodermia, questo assume all’improvviso un significato diverso. Diventa una vera e propria missione di solidarietà. E così non sei più solo, ma con te pedalano anche tutte quelle persone che convivono con la patologia e che riescono a renderti più forte. Li ho sentiti al mio fianco durante tutto il viaggio, pedalando con me fino a Capo Nord. Grazie a tutti!».
E ora in marcia verso il Parlamento Europeo, nuovo obiettivo di Malagnino. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Martina Corbetta (mcorbetta@studiotm.org).

La sclerodermia (sclerosi sistemica)
Conosciuta anche come sclerosi sistemica, la sclerodermia è una grave patologia cronica e progressiva, che colpisce soprattutto le donne.
L’origine di essa non è ancora ben nota, anche se il meccanismo che la causa è certamente di tipo autoimmune, dovuto cioè a un vero e proprio “impazzimento” del sistema immunitario, che attacca i tessuti sani della persona, con conseguenze potenzialmente devastanti. Oltre alla cute, infatti, vengono colpiti organi vitali quali il cuore, i polmoni, i reni e l’intero apparato gastrointestinale. Le lesioni della pelle, quindi, sono solo l’aspetto esteriore e più evidente della gravità di una patologia che di fatto riguarda tutto l’organismo.
Il cosiddetto “fenomeno di Raynaud”, individuabile tramite il test della capillaroscopia, è un possibile sintomo d’esordio della sclerodermia, caratterizzato dal fatto che con il freddo le mani e/o i piedi diventano bianchi e perdono la sensibilità.

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