Era il 20 luglio 1968 quando presso il Soldier Field di Chicago un centinaio di atleti con disabilità intellettive, provenienti dal Canada e dagli Stati Uniti e circa mille spettatori, si riunirono per i primi Giochi Internazionali di Special Olympics, il movimento mondiale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva. Da allora si sono raggiunti risultati che non sembravano realizzabili neanche alla fondatrice Eunice Kennedy Shriver. Una crescita testimoniata dai numeri – più di 5 milioni di atleti in 172 Paesi – ma soprattutto la consapevolezza sempre crescente di come lo sport possa realmente alimentare la speranza di un futuro fecondo in termini di inclusione.
In questi giorni, a distanza di cinquant’anni, la più grande città dell’Illinois è tornata ad ospitare un evento internazionale, ponendo in primo piano il valore sociale e culturale dello sport unificato, attraverso il quale atleti con e senza disabilità intellettive giocano insieme, nella stessa squadra.
Si tratta della Unified Cup, che sta coinvolgendo persone di 21 Paesi del mondo (Bangladesh, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Ecuador, Emirati Arabi, Egitto, Francia, Germania, Giamaica, Giappone, India, Italia, Kenya, Messico, Nigeria, Russia, Uruguay, Slovacchia e Stati Uniti).
Dal canto suo, l’Italia sta partecipando al torneo maschile di calcio a 11 unificato, con una delegazione composta da 16 calciatori, selezionati su tutto il territorio nazionale, di cui 9 atleti e 7 “partner” (giocatori senza disabilità intellettive).
La Unified Cup fa da cornice alla celebrazione dei cinquant’anni di Special Olympics, con la Fiamma Olimpica, benedetta da Papa Francesco in Vaticano il 27 giugno, che concluderà il suo percorso domani, 20 luglio, al Soldier Field di Chicago, ovvero, come detto, lo stesso stadio che nel 1968 vide nascere Special Olympics.
«Giocare insieme nella stessa squadra – sottolineano da Special Olympics Italia – sta rivoluzionando il modo di guardare alle persone con disabilità intellettive, così come, analogamente, per le stesse persone il modo di sentirsi “considerati”. Consente di mettere in luce la persona e non la disabilità, il rispetto e la dignità di ogni essere umano e non il pregiudizio. Quella stessa luce, che metaforicamente ha illuminato il percorso tracciato dalla fondatrice Eunice Kennedy Shriver, sarà proiettata il 20 luglio, a distanza di mezzo secolo, in tutto il mondo»: il riferimento di Special Olympics Italia è all’iniziativa denominata Light Up for Inclusion, che appunto domani, 20 luglio, vedrà riflettere la luce rossa del movimento, simbolo di lotta alla discriminazione ed all’emarginazione, su numerosi monumenti, stadi ed edifici storici presenti in ogni parte del mondo: dalle cascate del Niagara al London Eye, dall’Empire State Building di New York al Sydney Opera House.
In Italia, tra gli altri, saranno illuminati il Maschio Angioino di Napoli, i Sassi e la Chiesa di San Pietro Caveoso di Matera, la Fontana Luminosa dell’Aquila e i palazzi di Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan a Venezia. (S.B.)
A questo link è disponibile l’elenco delle varie località del mondo che domani, 20 luglio, illumineranno i loro monumenti, stadi ed edifici storici, aderendo all’iniziativa Light Up for Inclusion.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Giampiero Casale (stampa@specialolympics.it).