Dopo Ávila (Spagna), Salisburgo (Austria), Berlino (Germania), Göteborg (Svezia), Borås (Svezia), Milano, Chester e Lione, chi si aggiudicherà la nona edizione dell’Access City Award, l’iniziativa lanciata nel 2010 dalla Commissione Europea, in partnership con l’EDF (European Disability Forum), allo scopo di dare visibilità e di premiare quelle città che abbiano preso iniziative esemplari, per migliorare l’accessibilità nell’ambiente urbano alle persone con disabilità, e in un contesto di popolazione in età sempre più avanzata?
In realtà tutto è ancora in divenire, essendo ancora aperte, fino al 16 settembre prossimo, le candidature per il Premio, che tradizionalmente vivrà la propria cerimonia conclusiva il 4 dicembre a Bruxelles, nel corso dell’annuale conferenza organizzata in occasione della Giornata Europea delle Persone con Disabilità.
Il bando dell’iniziativa – costantemente seguita negli anni anche dal nostro giornale – fa registrare alcune novità. Oltre infatti a leggere che «il Premio riconosce e celebra la volontà, la capacità, la volontà e gli sforzi di una città per divenire più accessibile, in modo da poter garantire pari accesso ai diritti fondamentali, migliorare la qualità di vita della sua popolazione e garantire che tutti, indipendentemente dall’età, il grado di mobilità o capacità, abbiano pari accesso a tutte le risorse e a quanto di piacevole le città hanno da offrire», si apprende che per questa edizione sono stati istituiti «due premi speciali in relazione all’accessibilità del patrimonio culturale, tenendo conto della celebrazione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, uno per le città con meno di 50.000 abitanti e uno per quelle con più di 50.000 abitanti». L’iniziativa, infatti, è aperta a tutte le città dell’Unione Europea con più di 50.000 abitanti e anche alle aree urbane composte da due o più città la cui popolazione assommi a più di 50.000 abitanti, se si trovano in Stati dell’Unione con meno di due città che abbiano più di 50.000 abitanti.
«Alle città che presentano domanda – recita ancora il bando – viene chiesto di concentrarsi su fatti e cifre e di fornire esempi, completi di dati qualitativi e quantitativi, presentando chiaramente il proprio approccio e la strategia messa in atto per conseguire l’accessibilità, sottolineando tutte le attività innovative e straordinarie che hanno condotto al successo in questo settore».
In particolare, viene chiesto di illustrare quanto fatto per quanto riguarda: «a) l’accessibilità dell’ambiente costruito e delle aree pubbliche; b) l’accessibilità ai trasporti e alle relative infrastrutture; c) l’accessibilità all’informazione e alla comunicazione, comprese le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione; d) l’accessibilità alle strutture e ai servizi pubblici».
Viene infine richiesto di indicare «responsabilità e livello di impegno, impatto, qualità e sostenibilità dei risultati, coinvolgimento delle persone con disabilità e partner pertinenti», il tutto corredato dalla necessaria documentazione di supporto.
Unica città italiana finora premiata, come accennato inizialmente, è stata Milano nel 2015, che all’epoca – come avevamo riferito – non aveva certo ritenuto il riconoscimento come un traguardo raggiunto, ma piuttosto come un prezioso punto di partenza, per diventare sempre più accogliente e accessibile non solo alle persone con disabilità, ma a tutti, grazie anche alla continua e costante pressione delle Associazioni impegnate nel settore. (S.B.)
A questo link sono disponibili tutte le informazioni sull’Access City Awards, compresa la documentazione necessaria alle città intenzionate a parteciparvi (in inglese).