Già dallo scorso anno è partito un impegnativo programma di ampliamento e ristrutturazione dell’Istituto di Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di alta specialità nella riabilitazione delle persone con lesione al midollo spinale o con grave cerebrolesione.
Tra i vari progetti attuati, quelli più impegnativi hanno riguardato la ristrutturazione della piscina di idrokinesiterapia e la costruzione di un nuovo edificio, dedicato ad ospitare l’Unità Operativa Sub Intensiva.
Restando a quest’ultima, da sempre – va detto – la presenza di un’Area Critica (Terapia Intensiva e Sub Intensiva) caratterizza l’Ospedale di Montecatone. Questo permette un’estrema precocità di presa in carico dei pazienti con lesioni complesse e con quadri clinici critici, garantendo una tempestiva attivazione del percorso riabilitativo. Sin dal momento dell’ingresso del paziente, infatti, l’équipe multiprofessionale (medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, assistenti sociali, psicologi) mette in campo tutte le risorse possibili per avviare un programma riabilitativo precoce e personalizzato, secondo le necessità e possibilità clinico-fisiche della persona.
Ora la nuova struttura, collegata al corpo esistente, consente l’accorpamento dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva e dell’Unità Operativa Sub Intensiva, disposte in precedenza su piani diversi dell’edificio storico. Tale intervento ha permesso di ampliare in modo significativo gli spazi assistenziali, garantendo una maggiore integrazione funzionale delle attività di assistenza e di controllo medico, un utilizzo migliore delle risorse umane e delle tecnologie, con maggiori condizioni di comfort per pazienti, familiari e operatori.
Il reparto dispone inoltre di tutti gli spazi necessari alle funzioni di supporto, comprensivi anche di una palestra per l’attività riabilitativa, ciò che rende possibile lo svolgimento in autonomia di attività fino ad oggi svolte utilizzando gli spazi messi a disposizione dalle altre Unità Operative. Il piano terra, infine, verrà predisposto per garantire in futuro attività di diagnostica per immagini quali Risonanza Magnetica e TAC.
Altri dettagli relativi alla nuova struttura vengono riportati nel box in calce.
Per quanto riguarda invece la piscina di riabilitazione, costruita nel 2001, essa non era più sufficiente per l’intenso utilizzo da parte dei pazienti e del personale riabilitativo, sempre in rapporto 1:1. Il progetto di rinnovamento degli spazi è stato il frutto di un lungo lavoro condiviso tra amministrazione, fisioterapisti e progettisti esterni.
Completata nei primi mesi dell’anno, la ristrutturazione dell’impianto – oltre al rinnovamento completo dei servizi spogliatoi e bagno – è partita dalla realizzazione di una nuova vasca, più grande di quella esistente e uno spazio di lavoro più ampio per ospitare in compresenza più pazienti e professionisti.
Particolare importanza è stata data all’illuminazione dei locali, che ricevono luce diretta solo nelle ore mattutine. Per evitare infatti l’abbagliamento e permettere una buona visione del nuovo giardino interno su cui si affacciano gli ambienti sono state montate tende screen regolabili elettricamente. La finestratura in corrispondenza della quota dell’acqua è stata allargata per sfruttare al massimo la luce naturale, mentre l’illuminazione artificiale è incassata nel controsoffitto. I colori tenui e chiari delle pareti hanno lo scopo di aumentare la luminosità degli ambienti, ricordando i colori del cielo e delle nuvole.
Sia per la nuova struttura che per la ristrutturazione della piscina, i costi sono stati coperti con fondi derivante da mutuo e da utili di gestione della Società Montecatone Rehabilitation Institute. (V.C. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Comunicazione Esterna Montecatone (Vito Colamarino), vito.colamarino@montecatone.com.
La nuova struttura di Montecatone: altre caratteristiche
Le dotazioni interne della nuova Unità Operativa Sub Intensiva di Montecatone vedono ora un nuovo sistema di monitoraggio multiparametrico, nuovi ventilatori meccanici e letti ad alta tecnologia. I nuovi monitor multiparametrici facilitano una sofisticata gestione dei parametri clinici e dei trend di monitoraggio, con possibilità di raccogliere un numero maggiore di dati clinici-strumentali. Essi, inoltre, verranno alloggiati su supporti a parete regolabili in altezza e orientabili, facilitando così le operazioni di lettura dei dati da parte del personale sanitario. I ventilatori meccanici, invece, consentiranno al personale medico/infermieristico un completo controllo dei parametri individuali, con un’assoluta personalizzazione delle modalità di ventilazione in base alla specifica patologia del paziente. I letti multicare, infine, dotati di un’ampia gamma di funzioni legate alla movimentazione e ai cambiamenti posturali, faciliteranno i trattamenti riabilitativi precoci e personalizzati, che vengono assicurati dal personale assistenziale già nei primi giorni del ricovero nell’area critica.
Ogni stanza, è stata dotata di telecamere atte al monitoraggio continuo dei ricoverati, come da requisito di accreditamento (Sezione Requisiti Strutturali), oltreché di porte a vetro con apertura a sfioro, il che consente al personale un controllo visivo più efficace delle condizioni del paziente. Tutte le stanze hanno anche una trave testaletto in cui sono integrate le prese elettriche e gas medicali necessari alle attività sanitarie, complete di arredi/accessori sospesi, che possono essere modulati a seconda delle esigenze cliniche. Infine, ogni posto letto è stato dotato di una propria TV, il tutto nell’ottica di un maggiore confort, a creazione di un ambiente quanto più familiare possibile.
Grande attenzione è stata rivolta dai progettisti all’integrazione del nuovo edificio con il corpo storico dell’Ospedale e il Parco, con soluzioni estetiche e progettuali che mitigano al minimo l’impatto visivo sul contesto paesaggistico e naturale esistente, integrando anche la sostituzione dei due gruppi frigo adeguatamente dimensionati, per accogliere l’implementazione del Servizio di Radiologia. Le facciate di vetro serigrafato in tonalità verde sul lato del giardino e il mattone faccia a vista, sono state pensate sia per l’effetto riposante e tranquillizzante che induce alla vista, sia per l’integrazione visiva con le finiture del fabbricato storico.
Gli infissi delle stanze di degenza dispongono di bancali bassi, per garantire ai pazienti allettati la fruizione del paesaggio, mentre i sistemi di oscuramento sono doppi, con tende screen semitrasparenti per l’uso diurno e tende per oscuramento totale per l’uso notturno regolabili elettricamente e dotate di serratura.
Sempre nell’ottica di integrazione del nuovo edificio nel paesaggio circostante, sulle coperture piane e i corridoi che collegano la nuova struttura al corpo dell’ospedale, sono stati pensati dei giardini pensili, per rendere più gradevole la visione dall’alto agli addetti e ai pazienti. Un nuovo accesso al Parco, tramite una piccola corte interna che vede anche la presenza di un giardino zen comprensivo di panchine, consentirà un passaggio e una sosta confortevole anche nei giorni di forte vento.
La realizzazione del nuovo edificio ha anche permesso di ripensare l’ingresso ambulanze con accesso alla “camera calda”, il locale in cui arrivano i mezzi di soccorso e attraverso la quale gli operatori del 118 conducono il paziente ai reparti. In futuro gli arrivi e le partenze in ambulanza avverranno tramite un ingresso riservato, direttamente dentro la struttura, aumentando le condizioni di confort termico e climatico rispetto a prima.
(Vito Colamarino)
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