Càpita purtroppo che uno dei “tesori d’Italia”, la Villa d’Este di Tivoli (Roma), Patrimonio Unesco dell’Umanità, sia sostanzialmente inaccessibile alle persone con disabilità. Lo ha toccato con mano Laura Raffaeli, donna non vedente e presidente dell’Associazione Blindsight Project, che vi si era recata in visita insieme a un’amica con disabilità motoria, «sia come presidente di un’Associazione che si occupa di diritti delle persone con disabilità – spiega -, sia come cittadina italiana orgogliosa dei nostri tesori».
Già prima di entrare, però, deve constatare alcuni fatti ben poco degni di un Patrimonio Unesco, quali la presenza di parcheggi per disabili occupati da auto senza contrassegno (e senza che alcuno controllasse), cani sciolti senza guinzaglio che disturbano il lavoro del suo cane guida e, “ciliegina sulla torta”, il percorso tattile verso l’entrata di Villa d’Este sul quale sono posizionate bancarelle di souvenir e altri articoli (si veda la foto qui a fianco pubblicata). La sua richiesta ai negozianti di liberare quel percorso non viene naturalmente accolta, suscitando anzi commenti indispettititi.
In ogni caso, confidando sulla collaborazione dell’amica per descriverle quel che lei non potrà vedere, Raffaeli entra, con il proprio cane guida, ma a non poter entrare è proprio l’amica in carrozzina, se non in un unico piano, tramite un ascensore per altro mal segnalato.
Da tempo, del resto, nel sito ufficiale di Villa d’Este si segnala che «il servizio per disabili non è disponibile per motivi tecnici», ciò che viene confermato dallo stesso personale addetto all’accoglienza e allo store interno.
Che fare, dunque? Subire, come accade sin troppo spesso alle persone con disabilità nel nostro Paese? Tutt’altro! La responsabile di Blindsight Project si mette alla tastiera e scrive a tutte le Istituzioni competenti per il settore, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, fino al Comune di Tivoli, segnalando quanto ha dovuto constatare. Lo fa senza toni polemici, ma in modo lucido e costruttivo, elencando con precisione tutti i punti sui quali, a suo parere, si dovrebbe intervenire, ovvero:
«1. Provvedere a ripristinare il servizio di auto elettriche per disabili. 2. Liberare immediatamente le guide tattili all’entrata, occupate abusivamente da negozianti e bancarelle. 3. Provvedere alla presenza di addetti formati alla disabilità, affinché chi si recherà lì da solo abbia almeno qualcuno che possa spingere una carrozzina, guidare chi è disabile visivo, comunicare con chi è disabile uditivo (LIS-Lingua dei Segni). Al momento, infatti, tutto questo è assente, privando di fatto dell’autonomia le persone con disabilità, sia sensoriali che motorie. 4. Evitare che cani sciolti si aggirino davanti all’accesso di un Patrimonio Unesco, che oltre a indicare degrado e trasgredire le normative che prevedono il guinzaglio in territorio urbano, disturbano non poco i cani da lavoro quali il cane guida, mettendo in pericolo la persona con disabilità visiva. 5. Provvedere al controllo e all’aumento di numero dei parcheggi dedicati alle persone con disabilità. 6. Rendere il sito web più accessibile e aggiornato».
Ebbene, in modo un tantino sorprendente, le risposte arrivano assai rapidamente. Dapprima da parte della Segreteria del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che, per quanto di propria competenza (ripristino delle auto elettriche all’interno del sito; indicazioni per l’ascensore; e anche formazione specifica per personale di accoglienza e sostegno ai visitatori con disabilità, in base a un progetto che lo prevede per ogni museo) dichiara che provvederà quanto prima.
Poi anche dal Direttore di Villa Adriana e Villa d’Este, che oltre a scusarsi a nome di tutta l’Amministrazione e ad ammettere il guasto dell’auto elettrica, rivendica una serie di iniziative già messe in atto per favorire la massima inclusione e accessibilità, ne elenca alcune che dovrebbero andare a regime entro breve e ringrazia per le segnalazioni, utili «a permettere a tutti di beneficiare di un’esperienza di visita che renda giustizia alla bellezza e unicità di un bene culturale dal valore inestimabile».
Non ha ancora fatto sentire la propria voce, invece, il Comune di Tivoli, ciò che tutti auspicano, perché parlando di parcheggi occupati abusivamente, di cani che girano liberamente e di percorsi tattili bloccati da bancarelle, il problema non è più quello dell’inaccessibilità di un Patrimonio Unesco, ma “semplicemente” di degrado urbano cui porre rimedio.
Conclusioni? Una e abbastanza semplice: che se si vuole provare a incidere concretamente si può, e tanto più se a farlo, con lucida puntualità, è un’Associazione impegnata da tempo sui diritti delle persone con disabilità, come Blindsight Project. Che poi le azioni promesse diventino realtà, sarà naturalmente il tema di una nuova puntata… (S.B.)
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