Ho 47 anni, abito a Ispica (Ragusa) e sono non-vedente a causa della retinite pigmentosa, malattia che da quando avevo più o meno 18 anni mi ha portato alla cecità.
Dopo un periodo di non-accettazione, pian piano, sia con le mie forze, ma soprattutto con la forza della Fede, mi sono rialzato, e adesso vivo la mia condizione di disabilità con molta serenità e con tutta la pienezza di ciò che la vita mi dona, giorno dopo giorno.
Uno di questi splendidi doni è la mia famiglia, mia moglie Maria Grazia, con la quale sono sposato da sei anni, e mia figlia Dorotea.
Un altro meraviglioso dono, però, è quello vissuto qualche settimana fa, presso il Diving Center Nautilus di Marzamemi di Pachino (Siracusa).
Questa bella esperienza è stata possibile anche grazie al giornale che mi sta ospitando! Infatti, nei primi mesi di quest’anno, mi sono imbattuto proprio in un articolo di «Superando.it», dove si parlava di immersioni da parte di soggetti portatori di handicap. Ho contattato DDI Italy [componente nazionale di DDI-Disabled Divers International, organizzazione non profit impegnata nella formazione alle discipline subacquee per persone con disabilità, N.d.R.] e mi è stato detto che a Ragusa avrei trovato un loro istruttore. Da lì è iniziato tutto!
Accompagnato infatti dal mio istruttore Demiro Bonelli, ho potuto vivere una splendida avventura, andando ad esplorare i fondali marini. Oltre che a DDI Italy, questo è stato possibile anche grazie agli amici sponsor, che non ci hanno pensato due volte, con il loro contributo, perché questo mio sogno si realizzasse.
La mia avventura è iniziata sotto la guida di Demiro, prendendoci per mano e comunicando con lui attraverso dei gesti imparati nelle mie immersioni in piscina fatte nei mesi precedenti.
Immergersi nei fondali è un’esperienza unica ed emozionante che dà voce a tutto il corpo; più scendevo e più mi emozionavo. Arrivati alla profondità di circa nove metri, ho potuto toccare i fondali. Toccare con mano la fauna e la flora marina, toccare una spugna, una stella marina e delle piante è stata una sensazione unica!
A volte la vista è un limite, perché non si dà voce agli altri sensi, cosicché il nostro corpo e tutte le sue emozioni non vengono sfruttate al massimo, perdendo la bellezza del Creato che ci circonda e che merita di essere vissuto e goduto.
Con questa mia esperienza “marina”, ho potuto godere a trecentosessanta gradi ciò che il mio corpo mi trasmetteva, anche senza l’uso della vista.
E da ultimo, ma non ultimo, questa mia esperienza mi darà la possibilità di ricevere, da parte di DDI Italy, il brevetto di primo livello, l’Open Water Diver, con il quale sarò a tutti gli effetti un sub e potrò scendere fino ai dodici metri.
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