Cosa sarebbe accaduto se La Semente, Centro Diurno Semiresidenziale di Limiti di Spello (Perugia), gestito dall’ANGSA Umbria (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e che dal 2011, tra gli altri servizi, è impegnato anche per l’inserimento lavorativo a vantaggio di ragazzi e adulti con autismo, non fosse esistita?
È da questa domanda che ha mosso i primi passi la ricerca di Emili Abbate, tirocinante dell’ANGSA Umbria nell’àmbito del Master MEMIS* (Human Foundation e Università di Roma Tor Vergata). La Semente è stata dunque sotto la lente di ingrandimento per diversi mesi, come buona prassi (best practice) e caso di studio, per l’analisi dell’impatto sociale del lavoro dell’ANGSA Umbria, finalizzato al sostegno di giovani con autismo e delle loro famiglie.
I risultati dello studio verranno resi noti alla cittadinanza e alla comunità scientifica e istituzionale durante l’evento pubblico intitiolato La valutazione dell’impatto sociale nella Riforma del Terzo Settore, in programma a partire dalla mattinata del 24 settembre, presso la sede di Perugia della Regione Umbria (Sala Fiume di Palazzo Donini).
«Aspetto saliente della ricerca – come spiegano dall’ANGSA Umbria – è stato il coinvolgimento dei diversi portatori d’interesse (stakeholder) coinvolti nel processo sociale del Centro Diurno: genitori, famiglie, operatori specializzati, utenti, fino alle ASL. Interessante, al riguardo, è stato comprendere l’apporto e il valore sociale garantito dall’esistenza della Semente, grazie alla sua struttura immersa nel verde, ricca di accorgimenti utili alla migliore accoglienza possibile dei ragazzi con autismo, attenta non solo all’assistenza tout-court, ma anche all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo degli utenti. Nello specifico ha garantito un sostegno effettivo alle famiglie, che hanno potuto beneficiare di un minore isolamento, e agli utenti, assicurando loro una maggiore autonomia e consapevolezza di se stessi, oltre a un’importante riduzione dei cosiddetti “comportamenti problema”. Dal canto loro, gli operatori hanno dimostrato, grazie al costante coordinamento di struttura, una migliore gestione dello stress e una maggiore capacità di risoluzione dei problemi (problem solving). Né va trascurato l’impatto sociale della Semente sulle ASL regionali, che traggono beneficio da una migliore efficacia dei servizi».
Durante il convegno del 24 settembre, dopo i saluti istituzionali di Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria e di Paola Carnevali Valentini, presidente dell’ANGSA Umbria, sarà la volta della presentazione della ricerca, a cura di Filippo Montesi, docente del Master MEMIS, e della restituzione tecnica da parte di Emili Abate.
Seguirà uno spazio dedicato alle ricadute istituzionali, con Antonia Tamantini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della USL Umbria 2, Antonio Picciotti, ricercatore di Economia e Gestione delle Imprese presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia), Marco Grignani, responsabile della Struttura Complessa di Salute Mentale per l’Area Sud (Assisano, Media Valle del Tevere e Trasimeno) dell’USL Umbria 1 e Carlo Di Somma, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Umbria. (A.C. e S.B.)
*MEMIS sta per Master Economia e Mangement dell’Innovazione Sociale.
A questo link è disponibile la locandina del convegno del 24 settembre a Perugia. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa ANGSA Umbria (Alessia Chiriatti), comunicazione@angsaumbria.org.
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