Signor Ministro, come Associazione Nazionale di Genitori di Soggetti Autistici, siamo abituati a raccogliere ad ogni inizio di anno scolastico segnali di disfunzioni e disservizi da tutta Italia, ma possiamo dire mai in numero così elevato e con toni così accesi ed esasperati come quest’anno.
La continuità degli insegnanti rimane una parola spesso sconosciuta per i nostri ragazzi, nonostante i pochi spiragli aperti dal Decreto Legislativo 66/17 (articolo 14, comma 3), che consentiva di mantenere in certe circostanze gli insegnanti di sostegno precari i quali, pur senza titolo di specializzazione, spesso avevano saputo formarsi in itinere, a volte anche con il supporto dei genitori, sulle esigenze delle persone con autismo.
Siamo tuttora impegnati nell’Osservatorio per l’Integrazione delle Persone con Disabilità istituito presso il Ministero dell’Istruzione e conosciamo, quindi, la sua disponibilità ad affrontare questa situazione, ma siamo costretti a chiederle di adoperarsi con urgenza per la piena attuazione di quanto previsto dal citato articolo 14 del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione degli studenti con disabilità, che risulta ancora inapplicato, ad esempio attraverso una celere approvazione del Decreto Attuativo ivi previsto.
Molti genitori ci dicono che le scuole invitano, ma spesso di fatto costringono, a tenere a casa in questi giorni i ragazzi con grave disabilità, perché il sostegno manca del tutto oppure perché a quelle scuole non sono state attribuite le ore sufficienti, talora mancando di riconfermare quelle assegnate nell’anno precedente.
Eppure, lo studente con disabilità è affidato alla scuola, non è dell’insegnante di sostegno, e se la scuola funziona per gli altri, deve funzionare anche per lui. Dal primo giorno di scuola, fino al temine dell’anno scolastico. Ignorare questo principio è una forma sistematica di discriminazione, e come tale illegittima rispetto a tutti i principi costituzionali e alla Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni).
Se le scuole non hanno personale sufficiente per rispondere alle esigenze di tutti, dovrebbero riorganizzare quello che c’è, nominare supplenti, utilizzare i docenti del potenziamento, proporre agli insegnanti in servizio ore aggiuntive, organizzare servizi di supporto, tutoraggio e formazione. Al limite potrebbero far fare a tutti gli alunni qualche ora di scuola in meno e con le ore di insegnamento recuperate organizzare il supporto che manca… Ma tenere a casa solo lo studente con disabilità, facendo spesso credere ai genitori – rigorosamente solo a voce – che deve rimanere a casa, può essere una soluzione comoda per qualcuno, ma certamente iniqua e inammissibile.
Altri genitori ci dicono che le ore di sostegno sono state drasticamente diminuite, perpetuando l’abitudine dell’ultimo decennio di lasciare ai soli Tribunali la garanzia al diritto all’istruzione e all’inclusione scolastica. Noi continuiamo a chiederci se possa essere considerato normale questo metodo di ripartire le risorse che costringe le famiglie a sostenere i costi e lo stress di un’azione legale per avere quello di cui, lo si ammette chiaramente, avrebbero pieno diritto.
Confidiamo pertanto, Signor Ministro, in un confronto propositivo, per attuare soluzioni, mentre le confermiamo che la nostra Associazione, insieme al dialogo costruttivo, sarà sempre in prima linea nella più ferma tutela, in ogni luogo e sede necessaria, non ultima quella legale, dei diritti delle persone con autismo e delle loro famiglie.