Arriva dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) una dura presa di posizione su alcune parole pronunciate a Roma da Beppe Grillo, durante la kermesse Italia a 5 stelle, promossa nello scorso fine settimana al Circo Massimo, per celebrare il Movimento 5 Stelle.
Queste le frasi pronunciate da Grillo, come le riporta l’Agenzia Adnkronos: «Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspenghen [sic]. C’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. È quella sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un ca… con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici».
«Ancora una volta – si legge nella nota della FISH – Beppe Grillo (esempio peraltro imitato), usa termini piuttosto volgari, oltre che profondamente scorretti, per stigmatizzare gli avversari politici, cadendo pure nei più bassi luoghi comuni figli del pregiudizio. Fossero pezzi teatrali, potrebbero essere liquidati come scivoloni di cattivo gusto di un comico a fine carriera, un motivo in più perché quella carriera, appunto, finisca in fretta lasciando ricordi meno sgradevoli. Ma purtroppo quelle frasi che dileggiano l’autismo, così ben scandite da un palco di fronte a 30.000 persone e veicolate rabbiosamente sui social, provengono dal “padre nobile” di un Movimento che conta sulla maggioranza relativa in Parlamento. Quello stesso Movimento che, assieme alla Lega, ha fortemente voluto un Ministero per la Famiglia e per le Disabilità. È proprio dal responsabile di quel Ministero e dal suo Sottosegretario che attendiamo ora una decisa stigmatizzazione di quei toni e linguaggi, presagi di ancor peggiori esclusioni, senza minimizzare l’accaduto o derubricarlo ad una battuta».
«Come innumerevoli altre condizioni – concludono alla FISH – l’autismo merita rispetto, prima ancora di quel sostegno e supporto all’inclusione che, al momento, restano ancora lettera morta in qualche tweet o in qualche slogan». (S.B.)
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